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Ultimo aggiornamento il 28/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/850

Era una notte sul golfo, l’ultima col mare nero in un luogo da sogno. Poi lo sguardo si è perso, l’atmosfera se n’è andata ed è iniziato l’incubo. Sembra un film ma è una storia di violenza. Una storia di stupro, consumato in gruppo tra le mura di un albergo d’eccellenza nella città simbolo del turismo campano, dove membri del personale di servizio hanno eseguito un abuso sessuale ai danni di una turista straniera. L’inchiesta ricostruisce la caccia iniziale del gruppo di uomini, la punta e poi l’attacco. La vittima, una donna cinquantenne, inglese, era con la figlia. Entrambe hanno bevuto dei cocktail, poi la signora è rimasta sola. Le hanno somministrato la droga dello stupro, ed è cominciata la festa, ordita ai suoi danni, come quella che i convitati della masseria fanno all’animale più grasso, scannato suo malgrado e ridotto a tagli e frattaglie. Un cameriere è stato il primo, per l’indagine, a bordo piscina. Poi gli altri. Lei, per i suoi violentatori una milf, donna-madre da scopare, non poteva difendersi, ridotta all’inerzia dal mix dedicato all’abuso sessuale. Così i camerieri si sono divertiti, se può dirsi divertimento il gioco al massacro che individua una vittima, la priva della volontà e successivamente esibisce le immagini della scorribanda in un gruppo facebook. Le stesse immagini, decisive per risalire ai malfattori violentatori insieme al dna, erano nella stanza denominata «cattive abitudini», dove i protagonisti celebravano senza risparmiarsi le notti brave mostrando e commentando i frames dell’ordalia, tra ammiccamenti e giochi tra maschi, rievocando le imprese dopo aver infierito sulla vittima.  «Mi sono fatto una milf» «Le piaceva, hai capito, quella non capiva niente, ci siamo fatti una nonnina». La donna, stuprata, fotografata...

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Volevano lo sconto e lo hanno ottenuto: due coniugi sono accusati di estorsione ai danni del titolare di un’agenzia immobiliare. La coppia, lui professionista e lei sottufficiale dei carabinieri, è indagata in concorso con per estorsione aggravata dall’abuso di potere connesso al ruolo rivestito dalla militare, con minacce e intimidazioni prospettate all’intermediario immobiliare durante la ricerca di un’abitazione. Per quello sconto, pari ad una riduzione del cinquanta per cento, erano arrivate minacce nei confronti di un dipendente dell’agenzia, con riferimenti a sue pendenze giudiziarie, oltre a mistificazioni, attacchi e parole pesanti. «Ti faccio chiudere l’attività» «Denunciamo il tuo collaboratore» ed altre formule venivano raccontate dalla vittima nella denuncia, arrivata all’attenzione della procura della repubblica di Nocera Inferiore, con il contestuale avvio di un’inchiest...

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Foto di Luigi Pepe

Vent'anni fa una frana cancellò centinaia di vite. Sarno pagò il tributo più alto. Abbiamo assistito alle celebrazioni dei giorni scorsi e, francamente, tranne qualche rara eccezione, sanno di stantio, di vecchio. Bisognerebbe solo vergognarsi. Dopo tanto tempo restano aperti, e sono solo alcuni esempi, i capitoli relativi alle vasche di contenimento, agli espropri, ai risarcimenti ai familiari delle vittime.

In un paese normale si parlerebbe di scandalo e si organizzerebbe soltanto un corteo silenzioso con le bandiere listate a lutto. Invece no. Non ci hanno risparmiato proprio nulla. Mostre, paginate a raffica, ricordi, analisi più o meno credibili, una sfilza di autorità tra cui abbiamo notato anche persone che oggi farebbero bene a nascondersi. Per questa tragedia è stato condannato, con sentenza passata in giudicato, l'ex sindaco di Sarno, Dino Basile.

Sarebbe giusto chiedersi, però, cosa è stato fatto dopo. La risposta è semplice: molto poco e, comunque, non abbastanza. Se si rilegge quello che è stato scritto esattamente un anno fa, in occasione del diciannovesimo anniversario della tragedia, troverete espressi, nella sostanza, gli stessi concetti di oggi.

Alla fine restano solo i morti. Tra questi c'era un mio fraterno amico, Gaetano Milone, fine saggista e intellettuale di grande spessore. Chissà che ne penserebbe Gaetano di queste manifestazioni che, spesso, assomigliano solo a inutili pagliacciate. D'altronde, perché meravigliarsi? Non siamo forse il paese dove non sono stati ancora completamente smantellati prefabbricati e container installati dopo il terremoto del 1980?

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Ogni paganese che si rispetti da circa 10 anni è abituato a convivere con una emergenza rifiuti ogni 3 mesi. Tale consuetudine va al di là dell’emergenza rifiuti diffusa in tutta la regione Campania nel 2007, negli ultimi anni del governatore Antonio Bassolino. Se quel disastro è un lontano ricordo in tutto il territorio regionale, a Pagani sembra ormai una tradizione a cui nessuno vuole rinunciare. Problemi allo Stir di Battipaglia, bassissima raccolta differenziata, dubbi sulla prossima azienda o ente che gestirà il ciclo dei rifiuti, braccia incrociate dei dipendenti paganesi, liquidazione del Consorzio di Bacino Salerno1 rappresentano i motivi delle montagne maleodoranti diffuse in tutta la città. La storia dell'emergenza senza fine, tornata attuale in questi giorni è frutto di un percorso lungo e complesso, lastricato da contratti incomprensibili, emergenze crea...

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C’era una volta una storia d’amore. E poi l’ossessione, le minacce, le denunce. Fino alla morte, che stavolta non riguarda la donna agognata ma il suo persecutore, ucciso in un incidente ancora pieno di ombre. Dove le sole certezze riguardano il decesso di Fabrizio Senatore, 43enne salernitano già sotto accusa per stalking a danno della sua ex, e un’indagine a carico di Domenico Senatore, amico della donna.

 

Le verità di questa vicenda riguardano una storia sentimentale degenerata, con Fabrizio Senatore morto dopo essere stato investito dall’auto guidata da Domenico Senatore. I due, che solo per caso hanno lo stesso cognome, si sono ritrovati la notte tra sabato 7 e domenica 8 aprile sotto casa di lei. Lo stalker avrebbe cercato la donna per i locali della zona, insieme ad un amico, per poi arrivare sotto casa di l...

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Raccontano che Francesco Tiano era uno Sciamano. Una notte di settembre che era buio, che la corrente se ne andò, nello slargo di un cortile chiamato “Casa e’l’aria” i ragazzi suonarono attorno a lui senza luce fino a quando fu giorno, e mentre erano tanti si fecero pochi, fino a sparire, nelle ore coperte finalmente dalla magia. Lui era stato nei teatri, al cinema e nelle piazze, a portare la sua vita furiosa fino ai bar di Buenos Aires. E c’era una casa e un cortile in ogni posto, che tutti gli giravano intorno e lui pure girava, e diceva le sue cose e cantava. Hai presente i predicatori? Lui cantava, uomo e donna insieme e uccello, con un pensiero sempre alla sua fede nella Madonna della città di Pagani, nata dal terreno per mezzo delle galline e poi ascesa con gli uccelli intorno, cantata e suonata dalla gente per tre giorni di festa.

Si...

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