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Ultimo aggiornamento il 28/03/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Raccontano che Francesco Tiano era uno Sciamano. Una notte di settembre che era buio, che la corrente se ne andò, nello slargo di un cortile chiamato “Casa e’l’aria” i ragazzi suonarono attorno a lui senza luce fino a quando fu giorno, e mentre erano tanti si fecero pochi, fino a sparire, nelle ore coperte finalmente dalla magia. Lui era stato nei teatri, al cinema e nelle piazze, a portare la sua vita furiosa fino ai bar di Buenos Aires. E c’era una casa e un cortile in ogni posto, che tutti gli giravano intorno e lui pure girava, e diceva le sue cose e cantava. Hai presente i predicatori? Lui cantava, uomo e donna insieme e uccello, con un pensiero sempre alla sua fede nella Madonna della città di Pagani, nata dal terreno per mezzo delle galline e poi ascesa con gli uccelli intorno, cantata e suonata dalla gente per tre giorni di festa.

Si può dire che l’ha creduta lui per primo, e l'ha ricreata la festa della Madonna del Carmelo, detta delle Galline, più sacra della santa chiesa e celebrata da riti di pagana libertà. Aperta il venerdì dopo pasqua bussando alle porte, col rito delle tammurriate, al cuore nella processione la domenica mattina, fino all’alba dopo, quando lui stesso deponeva gli strumenti liberando la voce a fronna. «Accort, la Madonna è vendicativa».

Violento personaggio misterioso, mischiato di dolcezza, che bisognava dargli ragione, nelle nottate di veglia per la Madonna, la domenica a suonare e mangiare e bere, e riposarsi e diventare ciascuno preghiera. «Vulesse truvà proprio tutti gli amici», diceva. E così fu, così era sempre. Lui una sorta di apostolo, femminiello figlio della luna, marziano per i suoi stessi compagni artisti. Pazzo, certamente, circondato dalla gente e a sua volta da altri discepoli attratti, apprendisti musicanti e pronti, senza temere lo scuorno, a essere sé stessi. Morì nei giorni di festa dieci anni fa, mentre la statua perdeva la testa tranciata da un filo dell’elettricità, in un momento che non c’era luce. Come si fa quando uno è morto?

«Come facevano le donne quando muore qualcuno, cominciò a cantare una litania, e io ero la morta e lui faceva il lamento mi sentivo squagliare». «Siamo confusi di rumore, musica, e cinema e roba molto inutile e invece lui sapeva» «Pareva conoscesse la vita, lui, e te lo faceva sentire». «Suonai che mi si era intorzata la mano». «Teneva un sorriso sarcastico». «Mentre ballava ti fissava gli occhi e solo gli occhi, era là, potevi essere una creatura o un uomo o una donna». «Mò è rimasta un ballo. Il sangue non è acqua. E lui non ha annacquato niente».  

 

Era uno Sciamano Francesco Tiano, uomo libero senza pace, ancora vivo. Mai lontano.

 

 

 

 

 

Il film-documentario «L’Africano», regia di Laura Mandolesi, racconta la storia del cantore paganese Francesco Tiano. È  prodotto dall’associazione Ambress am..press, da Gerardo Ferraioli, Santino Desiderio, Aldo Padovano e Brigida Civale. Fotografia a cura di Gaetano Del Mauro, suoni a cura di Alessandro Ambro. Hanno partecipato al film, tra gli altri, Eugenio Bennato, Pietra Montecorvino, Peppe Barra, Cristina Donadio, Teresa De Sio, Angelo O'Capitano, Joe Petrosino, Marcello Colasurdo e i paganesi. 

 

                                                                                                                                                                            Alfonso Tramontano Guerritore