info@saleincorpo.it
Testata registrata presso il tribunale di Nocera Inferiore n.86 del 13/02/2017.
Direttore responsabile Alfonso Tramontano Guerritore / Editore Carlo Meoli. Questo sito non riceve contributi da enti pubblici. Sostieni Saleincorpo, sito indipendente. Puoi farlo versando un contributo a piacere e su base annua sul c/c bancario IT72E3253203200006575211933 intestato a Carlo Meoli. Causale Sostengo Saleincorpo. Grazie.
Code & Graphic by iLab Solutions
Ultimo aggiornamento il 03/05/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/854

Dove muore il diritto di cronaca, muoiono democrazia e libertà. Succede in Turchia, con l’ergastolo per sei giornalisti, già in carcere da anni, accusati di aver sostenuto il golpe dell’estate 2016. Succede in Messico, dove muoiono reporter per aver lavorato alla guerra dei narcos. Succede sui fronti di guerra, dove il pericolo è conclamato. Succede negli Stati Uniti, dove il presidente addita giornali e tv in base ad una discutibile classifica delle fake-news. Succede, con forme meno rumorose, a casa nostra. Dove il silenzio e le informazioni orientate pagano.

 

E’ il sedici febbraio 2018 quando la bomba-De Luca esplode in piena campagna elettorale. Dove un cronista della testata online Fanpage ha curato un’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti avvalendosi di un boss della camorra, già collaboratore di giustizia, nel ruolo di “agente provocatore”. Il boss in questione recita il ruolo di uno smaltitore di fanghi, proponendo affari, tra gli altri, a Roberto De Luca, assessore a Salerno e figlio del governatore della Campania. Subito dopo aver diffuso il video, la Procura di Napoli ha perquisito la sede del giornale web per otto ore, iscrivendo nel registro degli indagati il giornalista e il direttore. Un'altra deflagrazione mediatica, anch’essa molto legata alla imminente competizione elettorale, riguarda i rimborsi non restituiti dei parlamentari cinquestelle: anche in questo caso, la tempistica e l’intensità sono state amplificate dalla competizione politica. La questione è spinosa: il malaffare dei governanti e dei potenti resta l’obiettivo numero uno della stampa. I tempi del Watergate e dei Pentagon Papers, magistralmente raccontati al cinema con Tutti gli uomini del presidente e The Post, ca...

Continua a leggere

Angelo Vassallo

Sette anni di indagini e un assassino ancora libero. Un sindaco ammazzato con nove colpi di pistola e nessun colpevole. L’omicidio dell’ex sindaco di Pollica Angelo Vassallo potrebbe restare per sempre un caso irrisolto. Lo sanno bene i familiari di Angelo e anche gli inquirenti che hanno indagato in questi anni. Sono state seguite numerose piste: dalla droga alla criminalità organizzata, da quella passionale a quella di un litigio finito male, ma non è stato scoperto nulla di importante, nonostante le verifiche, il prelievo a tappeto del Dna e le intercettazioni che hanno interessato buona parte del paese. L'arma utilizzata per il delitto, una calibro 9 baby Tanfoglio, è stata cercata dappertutto, anche in fondo al mare, ma non è mai stata ritrovata. Resta solo la rabbia di chi credeva nella buona riuscita delle indagini, di chi ha creduto che potesse arrivare la svolta. Ed invece nu...

Continua a leggere

Giulio Andreotti

E’ il 27 marzo 1993 quando la notizia deflagra in tutto il mondo: il senatore Giulio Andreotti, il Divo Giulio, l’uomo simbolo della Dc e della prima repubblica, sette volte presidente del Consiglio, è sotto inchiesta per rapporti con la mafia. La Procura di Palermo guidata dal magistrato Giancarlo Caselli accusa il politico più potente d’Italia, pochi mesi dopo le bombe di Capaci e Via D’Amelio. Leonardo Messina e Gaspare Mutolo, due collaboratori, indicano Andreotti quale tramite con Salvo Lima, eurodeputato ucciso in un agguato nel 1992, «per gli interessi di Cosa nostra a Roma».  Con loro, a rendere dichiarazioni convergenti, c’è il pentito Tommaso Buscetta, che dopo le stragi apre il capitolo dei rapporti mafia-politica. La procura contesta ad Andreotti il reato di concorso in associazione a delinquere dal 1978 al 1982 e concorso in associazione mafiosa dal 1982 al 1992, con la legge Rognoni-La Torre a fare da spartiacque, cambiando la stessa sussistenza del reato di mafia. Nel 1995, dopo autorizzazione a procedere del Senato, il Gip dispone il rinvio a giudizio di Andreotti. Il 23 ottobre 1999 Andreotti viene assolto dai giudici di primo grado per insufficienza di prove, col riconoscimento, nelle motivazioni, di rapporti personali e diretti con esponenti mafiosi, tra i quali Vito Ciancimino e Michele Sindona, oltre che con i cugini Salvo.

Il due maggio 2003 in Corte d'appello Andreotti ottiene la prescrizione fino al 1980 delle accuse, confermando l’assoluzione nel periodo restante: la sentenza dice che il senatore ha commesso il reato di associazione a delinquere con Cosa nostra fino al 1980. Testualmente, Andreotti «ha consapevolmente e deliberatamente coltivato una stabile relazione con il sodalizio criminale e arr...

Continua a leggere

Monica Paolino (Foto di Luigi Pepe)

Cara signora Monica Paolino le scriviamo in un momento molto difficile della sua vita, ne siamo  consapevoli. Suo marito, Pasquale Aliberti, ex sindaco di Scafati, è in carcere. Lei lo deve sostenere, ma essendo coinvolta nella stessa inchiesta può vederlo solo con numerose restrizioni.

Saprà certamente che Saleincorpo ha sempre ritenuto l'arresto di suo marito inutile sostenendo che avrebbe dovuto e potuto affrontare il processo da uomo libero. Lei, però, a nostro avviso, ha commesso un errore. Quando venne indagata si dimise, giustamente, dalla presidenza della commissione regionale anticamorra.

Ci permetta di dirle, sommessamente, che non era sufficiente. Non è sufficiente. Avrebbe dovuto lasciare l'incarico di consigliera regionale che attualmente ricopre. Sarebbe stato, in primo luogo, un gesto di grande sensibilità istituzionale. Inoltre, e veniamo al secondo pun...

Continua a leggere

Gigione al Modernissimo per il suo film

Gigione nasce a otto anni. All’anagrafe ha un altro nome, ma con questo diventa uno degli artisti più popolari del mezzogiorno. La sua musica appartiene al pubblico, nel suo caso con una forza particolare, legata alla semplicità e alla potenza del dialetto, oltre il neomelodico e il trash, in grado di raccontare un mondo costituito da terra e memoria. Avete letto bene. I suoi pezzi restano in testa, si cantano senza sforzo e raccolgono la voce della gente, ma richiamano il mondo rurale, le feste contadine, e per questo sanno di folk. I suoi concerti mescolano sponsali, pranzi di piazza e celebrazioni della domenica. Sacro e profano rappresentano l’immaginario del cantante, artista paesano titolare di un repertorio di oltre duecento pezzi, con inni ai santi e alle madonne, celebrazioni del sesso e riscritture di celebri hit internazionali. I numeri parlano di oltre un...

Continua a leggere

Antonio Cesarano

Antonio Cesarano, ex vicesindaco di Nocera, è finito in carcere. Secondo l'accusa sarebbe stato il collegamento tra il boss Antonio Pignataro e i candidati al Consiglio comunale, Carlo Bianco e Ciro Eboli, nella vicenda legata alla mensa da costruire al Vescovado.

Inizialmente Cesarano era solo indagato. Poi, sempre stando alle accuse, una conferma definitiva del suo coinvolgimento sarebbe arrivata da Bianco. L'inchiesta del pm della Dda Senatore convince a metà. Nella parte in cui viene ricostruito il tentativo di Pignataro, inspiegabilmente libero, di ricostruire un clan l'accusa è difficilmente attaccabile. Sui coinvolgimenti politici, invece, l'indagine lascia perplessi.

Gli aspiranti consiglieri che avrebbero dovuto beneficiare dell'appoggio camorristico non sono stati eletti. Nicola Maisto, finito sotto accusa per la presunta compravendita di voti, è indagato e, ...

Continua a leggere