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Ultimo aggiornamento il 18/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Ogni paganese che si rispetti da circa 10 anni è abituato a convivere con una emergenza rifiuti ogni 3 mesi. Tale consuetudine va al di là dell’emergenza rifiuti diffusa in tutta la regione Campania nel 2007, negli ultimi anni del governatore Antonio Bassolino. Se quel disastro è un lontano ricordo in tutto il territorio regionale, a Pagani sembra ormai una tradizione a cui nessuno vuole rinunciare. Problemi allo Stir di Battipaglia, bassissima raccolta differenziata, dubbi sulla prossima azienda o ente che gestirà il ciclo dei rifiuti, braccia incrociate dei dipendenti paganesi, liquidazione del Consorzio di Bacino Salerno1 rappresentano i motivi delle montagne maleodoranti diffuse in tutta la città. La storia dell'emergenza senza fine, tornata attuale in questi giorni è frutto di un percorso lungo e complesso, lastricato da contratti incomprensibili, emergenze create ad hoc, decisioni politiche scellerate e consenso politico costruito sull’evasione di massa dei tributi.

 

Partiamo da un’intensa notte tra il 2008 e il 2009: una lunga seduta di consiglio comunale in cui il servizio passa dalla “Multiservice srl”, partecipata del comune di Pagani, da un’idea di Emilio Bonaduce, fallita con diversi milioni di debiti, al neonato Consorzio di Bacino Salerno 1. Il trasferimento comportò per la cittadinanza un dispendio annuo di 7,2 milioni di euro per la gestione dei rifiuti paganesi, esattamenteil doppio rispetto a quanto pagato ai tempi della “Multiservice”. Ai tempi del passaggio di cantiere, Alberico Gambino era sindaco della città di Pagani, Salvatore Bottone suo vice e Massimo D’Onofrio era presidente del consiglio comunale, costituendo un triumvirato arrivato al suo massimo fulgore nel 2007, quando Gambino conquistò il 78% dei consensi cittadini imponendosi come "sindaco più votato d’Italia". Ma col Consorzio, arrivarono immediatamente i problemi: strade perennemente sporche e mai spazzate, evasione dei tributi fino a punte del 70%, bassissima percentuale di raccolta differenziata. Se a questo si aggiunge lo stato d’agitazione semi-perenne dei dipendenti paganesi del Consorzio di Bacino Salerno 1, per via dei ritardi negli stipendi, il quadro è completo. Nel 2011, a margine dell'ennesima protesta, vennero alle mani in piazza l’allora sindaco Alberico Gambino ed un operatore del Consorzio. Da allora il comune di Pagani ha accumulato nei confronti del Consorzio un debito enorme, costringendo l’ente consortile, rappresentato dal commissario liquidatore Fabio Siani a presentare un decreto ingiuntivo nei confronti del comune di Pagani di circa 18 milioni di euro, vera spada di Damocle su Palazzo San Carlo. Il riassunto arriva ad oggi con la routine dell'agitazione dei dipendenti ogni 3-4 mesi, tra ritardi nei pagamenti degli stipendi, rifiuti in strada per mancanza di mezzi, mancanza di liquidità per il carburante, discariche stracolme, etc.

 

L’amministrazione di Salvatore Bottone, diventato sindaco nel 2014 dopo aver rotto bruscamente i rapporti con l’attuale consigliere regionale Alberico Gambino ha avviato, molto in ritardo, l’uscita dal Consorzio e la gara europea per l’individuazione della prossima azienda che gestirà il ciclo dei rifiuti paganesi. L'operazione per i prossimi 3 anni, con la possibilità di proroga per altri 3, costerà al comune poco meno di 20 milioni di euro. La gara d’appalto, affidata prima alla “Stazione unica appaltante” della Provincia di Salerno e poi alla “Centrale unica di committenza” Sele –Picentini, non si concluderà prima della fine del 2018. Nel frattempo, dal 1 marzo 2018 ad oggi, ci sono state ben 2 proroghe di gestione al Consorzio di Bacino Salerno 1, che ha cessato in tutto il territorio le proprie attività dal 28 febbraio scorso. Nessuna azienda partecipata della zona, dalla “Angri Eco Servizi” alla “San Valentino Servizi”, vuole gestire i rifiuti di Pagani. Alla Prefettura il comune di Pagani ha mandato più sos per creare un’azienda speciale in house oppure per individuare 5 aziende da invitare ad una manifestazione d’interesse. Tutto questo per scongiurare l’ennesimo affidamento emergenziale a politici e imprenditori di area Pd, come in passato capitato per i rifiuti ingombranti con aziende private, in attesa di capire chi e con quali iter gestirà il delicato servizio.

 

Sullo sfondo restano 59 dipendenti paganesi del Consorzio di Bacino Salerno 1 dal futuro lavorativo sconosciuto. Di tutto questo bailamme resta la monnezza: in tantissime zone della città sono ancora presenti i segni dei festeggiamenti in onore della “Madonna delle Galline”, col vescovo monsignor Giuseppe Giudice a lamentare la presenza di rifiuti in strada durante la processione della Vergine. Non basta condividere l’emergenza con tutte le comunità limitrofe a causa dei problemi allo Stir di Battipaglia. Non basta il “Mal comune, mezzo gaudio” . La Prefettura di Salerno potrebbe agire di proprio pugno, arrivando a commissariare Palazzo San Carlo. In strada potrebbe scendere l’esercito e ripulire la città, di nuovo invasa dai rifiuti. I responsabili di questa vicenda, e  sono tanti, potrebbero avere il buon senso di remare dalla stessa parte, per una volta. I cittadini potrebbero guardare in faccia i propri rappresentanti e voltargli le spalle alle amministrative 2019. E rispondere in maniera ferma alla confusione politica, ad ogni grado e livello, in nome di un diritto sacrosanto: vivere in una città pulita. 

 

ALDO PADOVANO