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Ultimo aggiornamento il 13/05/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/857

Un sasso, un pugno o un colpo di pistola. E i danni. I morti. Tutto come un gioco, senza un pensiero che abbia l’idea della conseguenza. I ragazzini catturano una lucertola, la uccidono e la sezionano con una lametta. Danno fuoco ai formicai. Seviziano un gatto o un cane «per vedere che succede», tra i cortili e le periferie, in mezzo tra infanzia e adolescenza. Provano un’arma malcustodita dal padre cacciatore e «fanno un guaio». Cose che succedono. Il punto di questa situazione è vivo per le strade delle nostre città e dei paesi di mezzo, tra Napoli e Salerno. I minori spacciano, se va bene. I minori consumano droghe pesanti. Crack. Eroina. A Pagani molti figli d’arte della Lamia sono stati incriminati quand’erano minori perfavoreggiamento, minacce e detenzione di armi. Guidavano gruppaglie di sgherri e guardiaspalle. Appena diciottenni alcuni chiedevano «il regalo per i compagni in carcere». Rubano motorini e macchine con dimestichezza. Sorvegliano zone in cui si compiono ronde o si rivende con piazze di fumo o coca.

 

Per un bambino provare è naturale. Come per un adolescente. Così impara il dolore sul proprio corpo, e lo associa a quello degli altri. Nel percorso, costruisce il significato della responsabilità. Per farlo, agli esempi aggiunge cose concrete e valori, meccanismi e finalità. Che allo stato scarseggiano come il lavoro e la realizzazione. Così arriva il sangue. Nel 2008 a Pagani un 19enne uccise il fratellastro durante un litigio in famiglia. Nel 2005 un 17enne accoltellò a morte un coetaneo a Nocera Inferiore. Sono decine i casi di lesioni gravi per ragioni futili. Un 17enne figlio di un pregiudicato uccise uno straniero a Sarno nel 2007. L’atteggiamento è quello del comando sul p...

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Alberico Gambino non ha fatto accordi con la camorra. Non ha beneficiato dell’appoggio del clan Fezza-Petrosino D’auria nelle svariate vittorie elettorali, dal primo mandato di sindaco di Pagani, nel 2002, fino all’elezione in Regione Campania nel 2009. Lo stabilisce la sentenza definitiva di assoluzione per l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, articolo 416 ter del codice penale, pronunciata dalla Corte di Cassazione, nell’ultimo grado di giudizio del processo “Linea d’ombra”. La sentenza cancella l’imputazione mafiosa formulata dalla Dda di Salerno, lasciando in piedi la sola accusa di concussione. Un’inezia per il politico paganese, arrestato nel 2011 per il ruolo di controparte politica nel patto criminale con la cosca della Lamia. Un incubo costato la libertà a lui e ai suoi coimputati nel procedimento dell’Antimafia istruito contro un sistema ribatte...

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Manlio Torquato

Apprendiamo che, dopo mesi, il Consiglio comunale a Nocera ha affrontato la questione della delibera con la quale si dava parere favorevole per la costruzione di una mensa per i poveri a Vescovado. La vicenda ha determinato l'arresto di Antonio Pignataro, camorrista, reo confesso dell'omicidio di Simonetta Lamberti, Ciro Eboli, candidato al Consiglio in una lista che sosteneva Pasquale D'Acunzi e Carlo Bianco, a sua volta in lizza per l'assise in uno schieramento a sostegno dell'attuale sindaco Manlio Torquato.

A questa storiaccia è strettamente legata quella della compravendita dei voti. Qui sono indagati Nicola Maisto, eletto in una civica a sostegno d Torquato che, secondo noi giustamente, si è dimesso. Sempre per corruzione elettorale, però, è indagato anche Ilario Capaldo che, invece, ha deciso di restare al suo posto. E, alla fine, una maggioranza sgangherata lo ha pure nominato presidente di una commissione consiliare. Capaldo è stato eletto in una lista a sostegno di Torquato. Dulcis in fundo ci sono due indagati per false dichiarazioni al pm: don Alfonso Santoriello, già parroco al Vescovado, e Mario Brigante Stanzione, candidato sindaco alle ultime elezioni.

Di fronte a tutto ciò una maggioranza le cui liste alle ultime elezioni hanno raggiunto il 70 per cento con un sindaco che ha sfiorato il 65 per cento dei consensi che fa? Porta la discussione sulla delibera in Consiglio con un ritardo inammissibile. Non contenta la giunta la "sospende". Che significa? Se c'è convinzione che l'atto sia lecito lo si conferma in toto altrimenti è meglio "revocarlo", quantomeno in modo sostanziale, prendendone le distanze da un punto di vista politico. Insomma, l'ennesima figuraccia.

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Il consigliere Ilario Capaldo

Non sono un cittadino di Nocera Inferiore. Se lo fossi sarei contrastato da un’ampia varietà di sentimenti. Mi sentirei deluso rispetto ad una serie di aspettative, tradito per la fiducia investita, perplesso per il valzer di silenzi (troppi) e spiegazioni (poche) per quanto accaduto a partire dal ventuno agosto scorso. Se fossi un elettore nocerino, nel giugno scorso avrei potuto votare per Manlio Torquato, per Nicola Maisto o Ilario Capaldo, questi ultimi due entrambi indagati, contribuendo all’attuale amministrazione. Di fronte alla notizia dell’inchiesta antimafia sarei rimasto male certamente. Avrei voluto spiegazioni, prese di posizione. Certezze. Invece, dopo gli arresti di un ex killer, aspiranti consiglieri e un improbabile addetto alla compravendita dei voti con annesso spaccio di droga, dopo le bugie di un prete di dubbia etica, tra politicanti pronti ad a...

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Pasquale Aliberti continua a comportarsi come se fosse ancora il Sindaco di Scafati e può continuare a delinquere, in veste pubblica, con le funzioni che lo legano alla comunità cittadina, portando avanti il patto col clan Loreto Ridosso. Per questa ragione la sola misura utile a fermarlo, scrive il Tribunale del Riesame, è il carcere, con decisione sospesa, per lui e per due esponenti della cosca, in particolare per Luigi e Gennaro Ridosso, quest’ultimo raggiunto da ordinanza agli arresti domiciliari. Aliberti paga la sua volontà di essere ancora al centro della vita pubblica, dopo aver presentato le dimissioni da sindaco considerate dai giudici «pura strategia per incidere sulle scelte cautelari, e non per interrompere l’attività politica». La sua permanenza sulla scena politica è chiara ed evidente via social, dalle decine di migliaia di amici del suo profilo face...

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Foto di Gaetano Del Mauro

Si parte da Senegal, Nigeria, Togo, Bangladesh, Pakistan, Somalia. Se va bene si arriva in Italia. Fino all' Agro nocerino-Sarnese. Passando per la Libia, (ex) porta dell'Europa. Di mezzo ci sono detenzioni, soprusi, deserto e mare. Molti non ce la fanno. E chi riesce porta i segni del viaggio. Il "timbro" di Tripoli, in particolare, fino a qualche mese fa era un check-in obbligato.

 

Ognuno dei ragazzi ospitati in un centro di accoglienza arriva da un luogo diverso. Qualcuno si mette in gioco. C'è chi combatte. Altri scappano. Dietro l'angolo c'è la strada. Per le ragazze il rischio è la prostituzione. Tutti hanno una storia. «In Libia sono rimasto per un anno e 3 mesi - spiega Mario*, partito dalla Somalia, di professione sarto - Eravamo trecento in una baracca.Ogni giorno ci venivano a prendere e ci portavano a l...

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