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Ultimo aggiornamento il 18/06/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/873

Al congresso mondiale di Oncologia (ASCO) è stato lanciato un allarme per una vera e propria “pandemia” di cancro che si registra nei paesi occidentali e che in Usa ha superato la soglia di 2 milioni di casi nel 2024. L’allarme riguarda anche il nostro paese e Saverio Cinieri, presidente di Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) ha affermato: “Siamo in una vera e propria pandemia di cancro: ogni giorno in Italia 1.000 persone ricevono una diagnosi di un tumore”.

Ciò che più preoccupa è che tale incremento riguarda soprattutto le persone giovani, prima dei 54 anni. A tal proposito una ricerca dell’Università di Sant’ Louis, incrociando i dati di quasi 150.000 persone tra 37 e 54 anni inserite in un ampio registro chiamato UK Biobank., ha scoperto – grazie a nove comuni marcatori del sangue indicatori dell’età biologica – che questa non corrispondeva a quella anagrafica, ma piuttosto ad un invecchiamento precoce. Rispetto alle persone che presentavano minor tasso di invecchiamento, i soggetti con punteggi più alti avevano rischio doppio di cancro ai polmoni a esordio precoce, un incremento del rischio di oltre il 60% per tumore gastrointestinale e di oltre l’80% di cancro all’utero.

E’ noto che l’età rappresenta il principale fattore di rischio per l’insorgenza di questa malattia e che quanto più si invecchia, tanto più è probabile ammalarsi di cancro. Appare quindi abbastanza ovvio che se vi sono segni di “invecchiamento precoce” dei nostri sistemi biologici ciò possa comportare anche un aumento del rischio anche di cancro ed in effetti è ciò che i ricercatori ipotizzano. Particolarmente inquietante poi l’aumento nel 2021 e 2022 della mortalità per cancro rispetto ai 10 anni precedenti (in cui era in costante diminuzione) che si è ...

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Metà degli italiani non vota. Metà della metà vuol comandare. Costituzione, democrazia, antimafi­a? “Me ne frego!” fa il General Mortacci. E il gregge, tutto felice, morde e ringhia.

Ogni tanto la nostra civile Europa (che va dagli Urali al Texas) si ricorda del Fardello dell’Uomo Bianco e comincia, come dire, a dare un po’ di matto. La cosa. dopo due o tre guerre terrificanti, finisce con un po‘ di macerie e un temporaneo ritorno alla ragione. Noi italiani – popolo di artisti – ci mettiamo del nostro, e alla patologia comune aggiungiamo Fascismo e Mafia.

Fascismo è una malattia milanese, meglio dire padana, che cola da sopra a sotto. La mafia invece è letteralmente cosa nostra, meridionale e sicula, e ogni volta è una fatica del diavolo spingerla fin su a Reggio Emilia o Piazza Affari. Un quarto degli italiani soffre periodicamente, tipo varicella o morbillo, dell’uno...

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Sanità e liste d’attesa: arriva il Decreto Legge. Forse dobbiamo ringraziare la campagna elettorale se il tema sanità, almeno per il momento, è tornato al centro dell’agenda politica del Paese e se ne parla: da parte del governo, che finora ha glissato sull’argomento, e delle opposizioni, che governando nei dieci anni precedenti hanno dato a loro volta un bel contributo allo smantellamento della Sanità Pubblica. In dieci anni sono stati chiusi circa 200 ospedali, altrettanti Pronto Soccorso, tagliati decine di migliaia di posti letti e quasi 50mila unità di personale sanitario in meno… Il governo Gentiloni con la modifica del titolo V della Costituzione ha posto le basi del Regionalismo differenziato che, ancora di più, acuirà le differenze in sanità tra Nord e Sud del Paese, e la cui realizzazione sarà portata a termine sicuramente dal governo Meloni.

Comunque prendiamo atto che, in un modo o nell’altro, si affronta l’annoso problema delle liste d’attesa; problema che si è intensificato soprattutto nel periodo post Covid, in quanto milioni di prestazioni rimandate non sono state mai del tutto recuperate, anche per patologie importanti come quelle oncologiche, anzi si sono sommate ai nuovi e sempre più numerosi ed emergenti bisogni di salute. La soluzione prospettata, però, non può essere quella di acquistare dal privato accreditato una quantità sempre maggiore di prestazioni. Perché acquistare prestazioni dal privato e non investire sul sistema pubblico e soprattutto sugli uomini e sulle donne che ci lavorano? Considerando che in tutti i momenti critici della pandemia è il Servizio Sanitario Pubblico che ha risposto all’appello. Da sempre i privati erogano prestazioni a bassa complessità ma ad alto rendimento pecuniario, mentre nel Servizio pubblico trovano ...

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Chi sarei e cosa farei oggi se Enrico Berlinguer, il segretario del Pci, non ci fosse stato? A quarant’anni dalla sua scomparsa avvenuta l’11 giugno del 1984 (quattro giorni dopo l’ictus che lo aveva colpito durante un comizio a Padova), questa domanda non sottintende retropensieri messianici e mitizzanti su di lui. Sono stato allergico alla mitizzazione di chiunque, tanto più in politica, fin da giovane; invecchiando il realismo ha preso ancor più il sopravvento su eventuali entusiasmi ideologici. Semplicemente, si fa per dire…, mi ritrovo a ragionare sui vari bivi che la vita ci propone lungo il suo percorso; penso al Fato degli antichi e al film Sliding doors (1998), centrato sull’elemento imprevedibile che può cambiarci la vita in modo altrettanto imprevedibile; penso al romanzo di fantascienza Dark Matter (diventato da poco una serie tv), una storia sulla strade che abbiamo preso...

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Siamo alla vigilia del voto per le Europee. Due certezze ho ricavato da questa campagna elettorale:

a) il Parlamento Europeo che ci apprestiamo ad eleggere dovrà assumere decisioni importantissime e di altissima responsabilità, come mai accaduto prima;

b) tra i candidati proposti dai partiti ben pochi hanno le idee chiare delle responsabilità gravosissime cui saranno chiamati a rispondere anche a tutela dello Stato italiano: è sufficiente richiamare le uscite della Lega in occasione della Festa della Repubblica per rendersi conto che in molti non hanno chiare le idee su cosa debba fare un italiano nell’Europarlamento.

“Prima gli italiani” è il classico slogan leghista per ogni elezione: eppure la Lega – ad esempio – non “vede” che l’Italia è la prima nazione produttrice di farmaci sotto brevetto in Europa ma che tale produzione è sotto il diretto controllo non ...

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C’è ancora domani, il bellissimo film di Paola Cortellesi, è una straordinaria, festosa allegoria della Repubblica. Estremamente più emozionante e profonda delle tradizionali manifestazioni del 2 giugno che, come ogni anno, hanno proposto parate militari, discorsi istituzionali e polemiche politiche, con sprazzi di musica bandistica. Visti dall’osservatorio sul divano, i pastoni televisivi sono apparsi velati dalla nebbia della malinconia. E, confesso, gli spezzoni musicali sono certamente stati i momenti meno malinconici.

“L’Italia è un paese di bassi salari, dove le tasse sono più alte che in qualsiasi altra parte del mondo. Le imposte, nel complesso, hanno raggiunto un livello insostenibile, e colpiscono più gravemente i poveri dei ricchi. Siamo il paese che ha il debito pubblico più alto in proporzione alle sue ricchezze. La giustizia è lenta, costosissima e senza sufficie...

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