info@saleincorpo.it
Testata registrata presso il tribunale di Nocera Inferiore n.86 del 13/02/2017.
Direttore responsabile Alfonso Tramontano Guerritore / Editore Carlo Meoli. Questo sito non riceve contributi da enti pubblici. Sostieni Saleincorpo, sito indipendente. Puoi farlo versando un contributo a piacere e su base annua sul c/c bancario IT72E3253203200006575211933 intestato a Carlo Meoli. Causale Sostengo Saleincorpo. Grazie.
Code & Graphic by iLab Solutions
Ultimo aggiornamento il 18/06/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Un sito di approfondimento con un pizzico di provocazione ed ironia. Un punto di vista differente rispetto alle notizie, agli avvenimenti, ai fatti e misfatti di questi ultimi anni. Dal nazionale al locale, senza nessuna preclusione.

Abbiamo pubblicato oggi un’analisi realizzata in cinque Paesi europei, tra cui l’Italia, che rivela che la carne di pollo venduta da Lidl è spesso contaminata da agenti potenzialmente patogeni e da batteri resistenti agli antibiotici. Nel concreto, insieme ad altre organizzazioni europee, abbiamo incaricato un laboratorio di eseguire alcune analisi microbiologiche su 142 prodotti di carne fresca a marchio Lidl e i risultati sono allarmanti. Nello specifico, per quanto riguarda i dati italiani, lo scenario emerso nel nostro paese è tra i peggiori: quasi un campione analizzato su due contiene un enzima prodotto dai batteri e in grado di conferire loro resistenza a uno o più antibiotici e il 46% delle confezioni analizzate risulta contaminato da salmonelle, un batterio invece assente o quasi nei prodotti di pollo a marchio Lidl analizzati negli altri paesi.

I risultati dei test m...

Continua a leggere

Sono stati appena consegnati ai cittadini di Acerra, solo dopo imponenti manifestazioni di piazza, dati epidemiologici aggiornati al 2018 da parte del locale Registro Tumori Asl Napoli 2 nord. I numeri sono semplicemente tragici: in estrema sintesi, la Provincia di Napoli, ormai da molti decenni, risulta la Provincia i cui cittadini (i più giovani di Italia) registrano la più bassa aspettativa di vita alla nascita (Istat) ma anche, e direi soprattutto, la maggiore “mortalità evitabile” (non evitata) di Italia.

Nell’ambito della Provincia di Napoli, la Asl 2 nord da tempo certifica dati pessimi insieme alla Asl Napoli 1 centro (ferma però ancora al 2013) e alla Asl Na 3 sud (nolano). In totale quindi, circa 3 milioni di cittadini campani su 6 totali sono alla base dei pessimi dati sanitari da decenni denunciati da Ista. Questo appare in perfetta linea con quanto da molti anni certificato anche dal Progetto Sentieri di ISS (che segue “solo” 1.8 milioni di cittadini campani su un totale di 6.2 cittadini italiani massacrati da inquinamento ambientale) giunto ormai alla sesta edizione, sempre completamente inascoltato. Nell’ambito della Asl 2 nord, come certificato nel dettaglio suddiviso per distretti aggiornato al 2018 dagli ottimi colleghi del Registro Tumori (e qui mi preme sottolineare la valentia del Direttore Dr Giancarlo D’Orsi), il distretto 46 di cui fa parte Acerra registra i dati peggiori di tutti gli altri distretti. Cosa c’è di nuovo? Nulla.

Nel settembre del 2023 Asl 2 nord certifica un eccesso di incidenza e mortalità per cancro (al 2018) per i seguenti tumori: polmone, mammella, vescica, colon retto, fegato e vie biliari, linfomi, tiroide, stomaco e pancreas. Già nel 2006 il cosiddetto “studio Bertolaso” di ISS da cui è partita l’attenzion...

Continua a leggere

Non donne, solo pezzi di carne. In Italia ci sono stati tanti, troppi femminicidi eppure quello di Giulia ha avuto una ricaduta incredibile. Perché? Prima di tutto bisogna fare attenzione alle parole. La vicenda si consuma in una situazione "normale". Nessuno se la può prendere con l'extracomunitario di turno, il contesto sociale degradato o realtà familiari  difficili. Tutto "normale", insomma. Scoprire che questa "normalità" non è una difesa, anzi, a volte favorisce la violenza dell'uomo sulla donna è stato per molti devastante.

Diciamolo con franchezza: siamo tutti più o meno sessisti. Se entriamo in una banca o in un'azienda e scopriamo che a gestire queste realtà sono donne spesso ci meravigliamo. E qui scappa la seconda parola, la seconda espressione: "Accidenti, questa ditta è un orologio. L'ad deve essere una donna in gamba". Non una "persona in gamba", una "donna in g...

Continua a leggere

La povertà è tra noi ed è qui per restarci. Non più un fenomeno “residuale”, dice l’ultimo rapporto Caritas, ma qualcosa di strutturale che dilaga ed interessa ormai un italiano ogni dieci, ossia 5,6 milioni di persone, il triplo rispetto a solo 15 anni fa. Tante sono le persone che versano in una condizioni che tecnicamente si definisce di povertà assoluta, ovvero che non sono in grado di sostenere le spese necessarie per una vita dignitosa. Non è più qualcosa che interessa solo disoccupati o categorie marginali ma che, sempre di più, coinvolge e minaccia soggetti che hanno un lavoro ma che ricevono uno stipendio talmente misero da restare intrappolati in una severa indigenza. I contratti collettivi non si rinnovano, i prezzi corrono e colpiscono con particolare ferocia i redditi più bassi.

Il governo Meloni ha smantellato il Reddito di cittadinanza che finché in vigore aveva salvato dalla povertà un milione di persone. E l’esecutivo ha affossato anche il salario minimo, quando si scopre a rivolgersi alla Caritas ci sono sempre più occupati, ormai quasi il 23% degli assistiti. Questi sono i risultati. Nell’ultimo anno i soggetti in povertà assoluta sono cresciuti di 357 mila unità. I nuclei familiari che versano in tale condizione sono 2 milioni e 187 mila (+ 165 mila). I poveri vivono soprattutto al Sud dove l’incidenza tocca il 13,3% (contro l’8,3% del Nord Ovest, l’8,8% del Nord Est, il 7,5% del Centro e l’11,3 % delle Isole) e nei piccoli centri urbani più che nella grandi metropoli. L’indigenza colpisce principalmente gli stranieri con un nucleo familiare ogni tre che ricade in questa condizione, a fronte di un’incidenza del 6,4%, ma anch’essa in crescita, tra le famiglie italiane. Gli stranieri, si legge nel rapporto, sono l’8,7% della popolazione ma i...

Continua a leggere

“Dalla manovra non emerge alcun potenziamento strutturale del servizio sanitario” nazionale, di contro però sono previsti più soldi alle Regioni che già ricorrono al privato e un nuovo modello di remunerazione delle farmacie, per il quale “l’impatto sulla finanza pubblica” appare ancora difficile da quantificare. Fondi aumentati? Considerando che gran parte delle somme saranno destinate al rinnovo contrattuale del personale sanitario rimangono fondi “talmente esigui” da non riuscire “nemmeno a compensare l’inflazione”. Sono questi i principali contenuti dell’analisi indipendente della Fondazione Gimbe sui finanziamenti per la sanità contenuti nella manovra.

Il report della Fondazione presieduta da Nino Cartabellotta, consegnato alla Commissione Bilancio del Senato, smonta così la versione del Governo che ha rivendicato ingenti finanziamenti sul settore della sanità parlando di...

Continua a leggere

Ecco cosa sostengono Bankitalia e Corte dei Conti sulla spesa sanitaria prevista dal governo Meloni. Ogni ulteriore commento è inutile.

 

Bankitalia si è soffermata nella sua relazione annuale anche sul tema sanità. “Le tendenze illustrate nella Nadef e l'aumento del finanziamento al Servizio sanitario nazionale indicano che la spesa sanitaria pubblica in rapporto al Pil nel prossimo triennio diminuirebbe gradualmente, al di sotto del livello medio nel quinquennio precedente la pandemia (6,5%)", ha detto Brandolini. "In prospettiva, l'invecchiamento della popolazione italiana, tra i più pronunciati al mondo, e l'associata diffusione di patologie croniche genereranno ulteriori pressioni per un incremento dell'offerta pubblica di prestazioni sanitarie", ha osservato.

"Secondo l'evidenza disponibile, il potenziamento della medicina territoriale, ossia l'erogazione...

Continua a leggere

Antonio Marfella

Se vogliamo salvare veramente il nostro Servizio sanitario nazionale, solidale ed universale dobbiamo deciderci ad analizzare a fondo in tutti i suoi aspetti quello che abbiamo realizzato sino ad oggi, tutti gli errori commessi anche per spinte di vere e proprie lobby esterne ed interne al sistema: dobbiamo decidere se possiamo ancora salvarlo “mettendoci le pezze” o se è arrivato il momento di un profondo cambiamento innanzitutto strutturale.

1) Non esiste Sistema sanitario senza fondi. I fondi possono derivare o dalla fiscalità generale come oggi – e sono ampiamente sottostimati rispetto alle necessità ed alla media europea – o vanno presi direttamente da chi è in grado di finanziare il Sistema tramite il proprio lavoro, cioè un ritorno al modello “Bismarck” mutualistico-tedesco rispetto al “Beveridge” inglese, ampliato “all’italiana” senza adeguati controlli. Principale e s...

Continua a leggere