Un sistema sulla pelle delle donne
Il recente decreto legge sul lavoro, con le sue misure di ampliamento delle forme di precarietà, il ridimensionamento del reddito di cittadinanza, colpiscono in particolare le donne, che più spesso degli uomini si trovano in condizioni di disoccupazione e di lavoro povero. Ma oltre l’aumento delle difficoltà materiali di vita, c’è una pressione ideologica reazionaria specifica, centrata sul tentativo di rilanciarne il ruolo di asse portante del lavoro di riproduzione sociale all’interno di una famiglia dalla forma patriarcale tradizionale.
La triade “dio-patria-famiglia”, che è stata al centro della campagna elettorale di FdI, è ora terreno della politica governativa di riordino sociale in cui le donne sono viste come fattrici per la riproduzione biologica, segregate nella subalternità dei ruoli familiari, in un quadro di ri-disciplinamento dell’intera società.
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Continua a leggereA Napoli sono scoppiate due “bombe” che devono far riflettere il Pd e la politica tutta. La prima è scoppiata il 9 marzo, quando decine di uomini e donne impegnati socialmente hanno pubblicato una lettera aperta rivolta al segretario del Pd, Enrico Letta, con la quale senza mezzi termini si accusa il presidente Vincenzo De Luca di adottare metodi clientelari e con altrettanta chiarezza si invita il segretario a intervenire. La seconda è scoppiata nella notte tra lunedì e martedì quando la sede della FILcams, in piazza Garibaldi, è stata devastata da un raid di sconcertante violenza: quelle stanze avevano appena finito di ospitare lo staff di Libera, promotrice della XXVII Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Di questo raid ha detto Federico Cafiero de Raho, intervistato da Il Mattino: “Dietro il raid compiuto l’altra notte nella sede della FILcams di piazza Garibaldi non può che esserci la mano della camorra. (…) Quando Napoli ha saputo realizzare la più grande manifestazione dedicata a tutte le vittime innocenti delle mafie che si sia mai vista in Italia. Una folla straripante è scesa in strada…”
C’è un nesso tra queste due “bombe” che è rappresentato dal rapporto che si ha e che si vuole avere con la cultura dell’intimidazione come fondamento della gestione del potere. La capacità di fare paura agli altri intesa come fattore di conquista e di mantenimento del potere, una capacità che prende differenti forme e tra queste ci sono sicuramente il clientelismo e il familismo, oltre al più banale armamentario costituito da minacce, violenze e ricatti. Familismo e clientelismo, traducendo la volontà di proteggere e promuovere esclusivamente i “propri”, sono infatti una sofisticata forma dell’intimi...
Continua a leggere‘Dare moneta, vedere cammello’ funzionavano così alcune procedure fallimentari, pendenti presso il tribunale di Nocera Inferiore. La ‘moneta’ solitamente era di oltre 100mila euro e serviva ad oleare il meccanismo della procedura e l’assegnazione delle aziende fallite. A chiederle curatori fallimentari e avvocati. Il ‘cammello’ erano le aziende fallite o i loro beni, oppure procedure ammorbidite per evitare guai penali. Un meccanismo collaudato – questo sostiene l’accusa – un piccolo centro di potere e soprusi concentrato nelle mani – in particolare – di due commercialisti nocerini tra l’altro cognati, Giovanni D’Antonio e Giovanni Faggiano, nella veste di curatori fallimentari.
Entrambi destinatari, insieme all’avvocato civilista e mediatore Fabio Sorrento, di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Gip Simone De Martino, su richiesta del pm A...
Continua a leggereStrano mondo quello del giornalismo italiano. Viene annunciata la vendita de l'Espresso e si alza un coro di solidarietà pelosa e inutile. E così si dimenticano i fatti. Il settimanale glorioso fondato da Scalfari da tempo era ridotto a un insertino di Repubblica di un centinaio di pagine, fatto male e senza grinta se si esclude qualche inchiesta frutto più della capacità del singolo cronista che di una linea editoriale complessiva. Dicevamo, però, che la storia parte da lontano e riguarda anche chi solidarizza oggi, ma in passato ha fatto finta di non vedere perché con il culo al caldo.
Circa 25 anni fa l'allora gruppo l'Espresso decide di comprare la Città, decotto quotidiano di Salerno. L'affare è buono. C'è un brutto segnale già all'inizio però: un parte del management del gruppo non vuole un quotidiano al Sud. I più riottosi si piegheranno solo alla volontà di Carlo Caracciolo. Andiamo avanti per una ventina d'anni e dopo un periodo di stillicidio arriva la notizia: il nostro quotidiano viene svenduto a imprenditori locali. Siamo in buona compagnia visto che medesima sorte tocca al Centro a Pescara. Il gruppo l'Espresso ha iniziato le grandi pulizie. Non ricordo manifestazioni di solidarietà da parte di colleghi del gruppo, a partire da quelli di Repubblica. Le loro poltrone sono ben salde anche se la pacchia sta per finire.
Poi ci sono le vicende legate alla chiusura e riapertura della Città di cui tanto si è già scritto. Il processo di smantellamento, dunque, inizia già con il gruppo Espresso. Poi i De Benedetti cedono il gruppo alla famiglia Agnelli. Il sistematico massacro continua con la cessione di giornali locali storici, a partire dal Tirreno di Livorno. Tutto come sempre nel silenzio generale, almeno fino a quando passano piani drastici ...
Continua a leggereÈ stato un mezzo flop il bando per la realizzazione di asili nido e scuole per l’infanzia, finanziato con i fondi del Pnrr. La partecipazione dei Comuni, che dovevano presentare i progetti, è stata scarsa: “Le richieste arrivano appena a metà dell’investimento programmato dal governo”, ha annunciato la ministra per il Sud e la Coesione Mara Carfagna. Per evitare di perdere i finanziamenti europei, il ministero dell’istruzione è stato costretto a prorogarne la scadenza al 31 marzo. Il bando, chiuso il 28 febbraio, aveva stanziato cinque miliardi di euro per la costruzione di nuove scuole, la manutenzione di quelle vecchie e la digitalizzazione. La maggior parte di questi fondi, 3 miliardi, era destinata alla fascia 0-6 anni, dei quali 2,4 agli asili nido. E proprio su questi ultimi si sono registrati i problemi: molti comuni del sud non si sono presentati. Ad aver fatto peggio sono sta...
Continua a leggereC’è la partenza. La prima: per gli Stati Uniti, a sedici anni, ospite di una famiglia fra le foreste dell’Oregon. C’è il ritorno, un anno dopo, con lo sguardo per sempre cambiato sulla vita e sulle possibilità che l’estero può offrire. Ma anche togliere. Ci sono la nostalgia di casa, la solitudine, l’amicizia. Le valigie: da chiudere, da aprire. Comunque sempre da rifare. La cerimonia per celebrare San Nicola – Sinterklaas – tipica dell’Olanda, dove invece di imbastire la tavola per il Natale imminente si mangia una zuppa. Le feste studentesche, in cui gli invitati si siedono a cerchio (ad Amsterdam funziona così) e la presa di coscienza di essere diventati, nel tempo, stranieri in una terra nuova. Tutto questo si legge nel libro di Michela Grasso, Il futuro non può aspettare – Perché la mia generazione è costretta a partire, edito da DeAgostini. Ritratto e voce di un fenomeno così co...
Continua a leggereSegnali incoraggianti: la giustizia sembra ricordarsi della Costituzione e del concetto di dignità umana in essa richiamato. All’articolo 2 sono riconosciuti – non attribuiti – i diritti inviolabili dell’uomo, connessi alla sua dignità. L’articolo 3 riconosce a tutti i cittadini “pari dignità sociale”, senza distinzioni o discriminazioni. L’articolo 4 riconosce il diritto/dovere al lavoro, su cui la Repubblica è fondata (art.1). L’articolo 32, oltre a prevedere che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”, sancisce che tale legge “non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. L’articolo 36 stabilisce il diritto del lavoratore a una retribuzione “sufficiente ad assicurare a lui e alla sua famiglia una vita libera e dignitosa”.
Riflettere sul valore della dignità umana è più che ma...
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