Sanità e scuola tagliati i fondi del Pnrr
Meno finanziamenti ai giovani ricercatori, meno case e ospedali di comunità, meno asili nido, meno famiglie connesse alla banda ultralarga, meno alta velocità ferroviaria al Sud. Più soldi per le reti idriche e per l’agricoltura, oltre che una dote aggiuntiva per i crediti di imposta alle imprese. E il ripescaggio dei fondi contro il rischio idrogeologico per finanziare la ricostruzione delle aree colpite dalle alluvioni della scorsa primavera. Rispetto alla versione del 2021 il nuovo Pnrr dell’Italia approvato venerdì scorso dalla Commissione europea ha perso per strada una parte degli obiettivi iniziali, sacrificati causa aumento dei costi, scarsa partecipazione ai bandi o cambiamenti delle condizioni di mercato. Non sono passate, nel negoziato con la Ue, alcune delle proposte del governo Meloni: per esempio il Piano non finanzierà la ricerca sui biocarburanti e l’obiettivo di riduz...
Continua a leggere“Lei ha un’assicurazione?”. È una domanda che ci sentiamo fare spesso quando prenotiamo una visita medica o un esame diagnostico in una struttura sanitaria privata e perfino a volte in quelle pubbliche, per l’intramoenia. Succede sempre di più perché nel pubblico, come anche nel privato convenzionato con il Servizio sanitario nazionale per il quale si paga solo il ticket, le liste d’attesa già interminabili si sono allungate ancora dopo il Covid.
Quanti sono a poter rispondere sì alla domanda? Secondo l’ultimo rapporto dell’Anagrafe dei Fondi sanitari del ministero della Salute, che però si ferma al 2019, già 4 anni fa quasi 15 milioni di italiani – uno su quattro – aderivano ai Fondi integrativi sanitari e alle Casse mutualistiche previste dai contratti collettivi di lavoro nazionali o aziendali. Si aggiungono 1,7 milioni di polizze malattia private attive nel primo semestre 2022 secondo l’Ania, l’associazione delle compagnie di assicurazioni. Ma anche Fondi e Casse sono per lo più assistiti da garanzie assicurative.
Non ci sono dati completi e aggiornati: la commissione Affari sociali del Senato sta facendo un’indagine conoscitiva. Solo gli iscritti ai Fondi sanitari integrativi erano 13,3 milioni nel 2017, secondo un rapporto di Rbm Salute e Censis: versavano contributi e premi per 5,8 miliardi di euro. Per avere un’idea della crescita del fenomeno basti dire che nel 2010 erano meno di 6 milioni per 3,7 miliardi di premi. Tra polizze private e Fondi siamo almeno a 17 milioni di posizioni ma ci sono anche nuclei familiari assistiti da garanzie diverse in base ai contratti di lavoro dei due coniugi. Di certo il settore cresce molto in fretta, mentre le risorse della sanità pubblica restano al palo. Lo chiamano “secondo pilastro” ma in realtà contribu...
Continua a leggereUna settimana al mese, soprattutto d’inverno, la passa a Cortina d’Ampezzo. Così, organizzandosi i turni come preferisce, nel tempo libero può andare a sciare. Lavorando lì, d’altronde, ha pure lo sconto sullo skipass. Il tutto, guadagnando più di 150mila euro lordi l’anno, più di un primario. È la vita di Giovanni Sella, 46enne medico che, sulle pagine di La Repubblica, racconta come abbia scelto di cambiare vita: da lavoratore del Sistema sanitario nazionale a gettonista. Si tratta di medici libero professionisti che, appoggiandosi a cooperative o società private, stipulano contratti con il Ssn, in crisi di organico. Si crea così il cortocircuito: la carenza di personale medico nella sanità pubblica costringe gli ospedali ad assumere professionisti privati che oltre a costare di più, non garantiscono continuità assistenziale. I soldi della sanità pubblica escono dal sistema ed entra...
Continua a leggereSaleincorpo è un sito libero e indipendente. Non condividiamo nulla del pezzo della Basile sul caso Vannacci, ma ci sembra giusto sottoporre l'analisi ai nostri lettori. A loro il giudizio come la stampa vera dovrebbe sempre fare.
Vorrei parlare del principio della libertà di espressione e di pensiero garantito costituzionalmente, che mi appare messo gradualmente in dubbio nelle democrazie contemporanee. Mi sembra che si faccia spesso una grande confusione tra ruolo istituzionale e limitazioni alla libertà di pensiero: tra istigazione all’odio e alla violenza e la libera illustrazione delle proprie tesi per quanto di minoranza e non condivise.
In omaggio alla logica aristotelica, essendo io stata difesa da una cinquantina di illustri firme della diplomazia, del giornalismo, della cultura e dell’arte quando sono stata attaccata per avere osato da ex diplomatica criticare la narrativa di governo, sento il dovere di esaminare il caso del generale Vannacci, che per avere espresso contenuti molto diversi dai miei è stato attaccato dai vertici del ministero della Difesa e posto alla gogna mediatica. Bisogna cioè chiarire se anche nel caso di Vannacci la libertà di pensiero e di espressione sia minacciata in Italia come in Europa.
Premetto che non condivido il pensiero del generale: le sue critiche al multiculturalismo, all’immigrazione, al politically correct nei confronti degli omosessuali sono lontane anni luce da come la penso. Sono una donna divorziata, femminista, bisessuale che ha cominciato la militanza politica a 16 anni nel Partito radicale di Pannella a difesa dei diritti civili. Non condivido i valori che sottostanno al regime clerico-fascista di Putin né i principi a cui mi sembra si ispiri il libro Il mondo al contrario dell’u...
Continua a leggereindaci ancora sul piede di guerra per la decisione del governo di escludere dal Pnrr progetti e opere per 2,6 miliardi di euro che facevano capo ai Piani Urbani Integrati, interventi già aggiudicati per il 94,4%. Il presidente dell’Anci Antonio Decaro e i sindaci delle Città Metropolitane hanno incontrato lunedì il ministro dell’interno Matteo Piantedosi ma sono usciti dall’incontro insoddisfatti: il governo ha confermato il generico impegno a rifinanziare i progetti con risorse sostitutive ma “della proposta di definanziamento non si capisce la ragione”, ha detto Decaro, “e anche oggi non c’è stata alcuna spiegazione da parte del ministro. Parliamo di opere cruciali per le nostre città, interventi per le periferie che potranno risanare situazioni sociali ed economiche difficili: perché dobbiamo metterle a rischio con un cambio immotivato della fonte di finanziamento? Al ministro abbi...
Continua a leggereGli italiani vogliono il salario minimo e lo vogliono perché nel Paese, sostengono, il lavoro è “sottopagato”. Secondo quanto emerge da una serie di recenti sondaggi di Euromedia Research per La Stampa, la percentuale del campione interpellato che dice sì a uno stipendio di base di almeno 1.400 euro al mese è infatti del 75%.
Preferenze che in qualche modo riflettono la percezione degli italiani riguardo agli stipendi del Paese. Sempre secondo gli ultimi rilevamenti disponibili effettuati da Ghisleri, il 37,3% di loro ritiene infatti che il lavoro in Italia sia “sottopagato”, la percentuale più alta tra tutte le opzioni messe a disposizione dagli intervistatori. Solo il 16,8% lo ritiene “qualcosa che porta dignità alla persona“, mentre il 13,1% torna a considerarlo “un’emergenza”.
Una situazione, continua Ghisleri, dovuta al fatto che negli ultimi anni il lavoro ha sup...
Continua a leggereVa accolta come una ottima notizia il voto unanime che la Camera ha dato alla legge sul cosiddetto “oblio oncologico”. In un Paese che, a differenza di ciò che avviene normalmente nel mondo occidentale, ci si divide tra destra e sinistra riguardo ai diritti civili, ai diritti della persona e alla norme antidiscriminatorie che altrove son considerati patrimonio comune di civiltà, un risultato di questo tipo non poteva essere dato per scontato. Ed ha infatti il sapore amaro della discriminazione e dell’accanimento sulla vittima lo stigma istituzionale al quale andava finora incontro la persona che – guarita da una malattia oncologica – era condannata a trascinarsi appresso per tutta la vita una valutazione negativa in ambito finanziario e assicurativo ma anche nella ricerca di un lavoro o nell’avvio di un processo di adozione venendo considerata perennemente un soggetto a rischio e quin...
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