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Ultimo aggiornamento il 25/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Un sito di approfondimento con un pizzico di provocazione ed ironia. Un punto di vista differente rispetto alle notizie, agli avvenimenti, ai fatti e misfatti di questi ultimi anni. Dal nazionale al locale, senza nessuna preclusione.

Erano i due pilastri maggiori del cattolicesimo praticato. Italia e Stati Uniti. Paesi con storie e società diverse, ma in cui la fede sembrava trasmettersi solidamente – pur con qualche dimagrimento – dalle famiglie ai figli.

Non è più così. Le indagini sociologiche in America rivelano che l’appartenenza religiosa mostra crepe non irrilevanti. Mentre in Italia quel cattolicesimo popolare di massa, su cui puntavano all’inizio del secolo le gerarchie cattoliche per esercitare ancora un potere di influenza politica, si è andato progressivamente sgonfiando.

L’ultimo libro del sociologo Luca Diotallevi ha un titolo azzeccatissimo: La messa sbiadita. Perché fotografa lucidamente l’affievolirsi inesorabile della partecipazione ai riti religiosi in quanto fenomeno, che non nasce da una contestazione radicale nei confronti della Chiesa come poteva avvenire negli anni Sessanta ...

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La ricetta migliore per mettere insieme i soldi del Pnrr, la ricostruzione di due terremoti, il rilancio turistico di una stazione sciistica e lo sport? Semplice: un bel campo da padel. Detta così, sembra quasi una bella idea. Invece siamo a Pietracamela, nel Teramano, a mille metri tra i boschi del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, Comune in cui vivono 208 persone (sulla carta), con una decisa maggioranza di anziani. Il padel non è esattamente il primo degli sport locali. Se poi si considera che i 360 mila euro spesi, erano destinati agli “interventi per l’ammodernamento e la messa in sicurezza di impianti sportivi ricreativi e di risalita”, e che nel territorio di Pietracamela c’è una delle più importanti stazioni sciistiche del Centro Italia, quella di Prati di Tivo, bloccata proprio per problemi legati alla gestione degli impianti di risalita, ecco che la spesa per il campo da padel assume un valore ancora diverso.

Però, per il Comune guidato dal sindaco Antonio Villani, quel campo era una priorità e infatti è stato realizzato scatenando però le proteste, visto l’impatto che ha avuto sull’orizzonte dell’antico borgo montano.

Tanto che ora in molti si chiedono come mai il Parco, così sensibile al punto di considerare “invasivo” un fascio di luce rosa proiettato sul Gran Sasso, abbia accettato questa struttura. Eppure, il progetto era chiaro: “Gli interventi previsti consistono nella manutenzione straordinaria di un campo da bocce, degli spogliatoi esistenti e nella realizzazione sul campo multifunzione attuale di un campo da padel coperto. L’azione progettuale non ha comportato modifiche ai volumi esistenti, a eccezione della copertura del campo da padel”. Nessuna modifica, diceva il progetto, e invece adesso c’è quel brutto “t...

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Antonio Padellaro

Una serie di incontri rimasti per tanti anni segreti tra Enrico Berlinguer e Giorgio Almirante. È questo il fulcro del secondo episodio di “Padellaro racconta”, da oggi disponibile su Tv Loft. Nel clima infuocato degli anni di piombo, tra il 1978 e il 1979, i due “nemici” decisero di incontrarsi in una serie di colloqui riservati di cui pochi conoscono il contenuto. Possibile che i due leader cercassero una soluzione per interrompere la spirale di violenza che insanguinava il Paese?

In quegli anni, infatti il Pci, aveva nemici sia a Est che a Ovest e nessuna possibilità di far parte delle maggioranze di governo. Fu nel 1978, anno in cui fu rapito e ucciso Aldo Moro, che il segretario del Partito comunista Enrico Berlinguer, fece questa scoperta: non potersi fidare né di Washington, né di Mosca. Il suo avvicinamento alle stanze del potere attraverso un patto con la Democrazia c...

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Antonio Marfella

Lucia Aleotti (Menarini/Farmindustria) ripete: “Sogno che l’Italia diventi il granaio farmaceutico d’Europa”. C’era una volta, in un tempo che fu, una Felix Campania che ormai non c’è più! Laddove e figli so’ piezze ‘e core, Annibale non si fermò per poche ore: voleva Roma conquistar per fame, togliendo all’Urbe il granaio campano. Il “grano” vero allora prodotto in Campania, nutriva e dava vita all’intero popolo romano oltre che campano. Dopo migliaia di anni oggi apprendiamo che l’intero Bel Paese, non solo la “fu” Campania Felix, oggi produce “grano” farmaceutico che però esporta sino al 97%! Con la munnezza ci hanno massacrato e con i famaci ad alto costo ci hanno poi curato.

Di solo farmaco illegale (droga) noi diamo cash alla camorra circa sedici miliardi all’anno. Reinvestite nella munnezza che ci uccide ogni giorno, questi farmaci-droghe rendono altri 15 miliardi all’anno (ecomafie) (= 31). Il farmaco “legale” noi lo produciamo in Italia ma lo esportiamo sino al 97%, e regaliamo a Big Pharma di tutto il mondo non meno di 50 miliardi di euro all’anno di profitto. Questo è il nuovo “granaio” di Italia, ma non per nutrire né curare gli italiani, ma solo come profitto per i nostri “investitori”, che in passato forse più correttamente avremmo chiamati “invasori”. In totale, quindi, per tentare di curarci noi popolo italiano rendiamo ai nostri “investitori” in “granai farmaceutici” non meno di 80 miliardi ogni anno, tra munnezza e farmaci legali ed illegali (droghe) che si producono in Italia ma che sono sempre più carenti nelle farmacie italiane.Tutto il sistema sanitario nazionale è finanziato con 135 miliardi ogni anno e mancano all’appello circa 32 miliardi di incremento di finanziamento negli ultimi dieci anni (fonte Gimbe). Guarda caso solo per armi e...

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Solo il 3,3% del totale. È la performance messa a segno dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti di Matteo Salvini, a pari merito con quello della Salute (Orazio Schillaci) e dietro quello del Lavoro (Marina Elvira Calderone) e del Turismo (Daniela Santanchè) fermi intorno all’1%: nel 2023, primo anno pieno di governo Meloni, le loro amministrazioni sono quelle che hanno speso di meno rispetto alla dotazione finanziaria cui hanno diritto a valere sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il dato emerge dalle tabelle della quarta relazione sull’attuazione del Piano, che l’esecutivo invierà nei prossimi giorni alle Camere. Difficile per il leader della Lega, in difficoltà nei sondaggi, presentarsi come “uomo del fare” a fronte di soli 1,3 miliardi di spesa sostenuta a fronte di quasi 40 assegnati al suo dicastero, di gran lunga il primo per risorse da impiegare en...

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Contrariamente a quanto accade di solito stavolta noi di Saleincorpo abbiamo preferito evitare di mettere foto a corredo del commento. Da oggi sono in rete i video dell'ignobile pestaggio che provocano solo rabbia e disgusto. Chiamiamo tutti in piazza contro chi ha compiuto questo scempio e contro chi lo ha permesso. Non ci fermeranno.

 

 

Come donne siamo attonite e sgomente di fronte ai video che poche ore fa ci sono arrivati da Pisa, dove studenti e studentesse, molti dei quali minorenni, sfilavano pacificamente in un corteo che chiedeva il cessate il fuoco in Palestina.

Gli agenti della polizia, in assetto antisommossa, hanno chiuso la strada e li hanno aspettati con scudi e manganelli e hanno iniziato, senza alcun motivo, a picchiare, facendo partire prima una carica e poi altre due contro quei giovani e quelle giovani con le mani alzate. Chi c’era...

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Giovanni Tizian

«È capitato pure a me nella vita di essere identificato, non è un dato che comprime una qualche libertà personale», dice il ministro Piantedosi rispondendo alle critiche sull’identificazione dei manifestanti per Navalny a Milano. Ma identificare senza reali motivi di ordine pubblico rischia di diventare una schedatura arbitraria in base alle manifestazioni che si frequentano.

Sarà capitato anche a voi, come sostiene il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, subire un’identificazione dalla digos, cioè il reparto della polizia che si occupa di manifestazioni, movimenti politici di estrema destra e sinistra e dell’ordine pubblico negli stadi. A chi non è capitato, in fondo, esibire patente e carta d’identità e consegnarlo nelle mani dell’agente, che chiede: «Documenti, prego». Certamente sarà successo per un controllo stradale. Cosa diversa è l’identificazione selvaggia in voga...

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