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Ultimo aggiornamento il 28/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/850

Whisky, condimenti, caffè e tanto altro: decine di prodotti, nel mondo, acquisiscono nomi legati a termini mafiosi. È una strategia di marketing, con cui si tenta di rendere il prodotto più accattivante. Ma che secondo Coldiretti crea un grosso danno dell’immagine al Paese e ai prodotti made in Italy. A denunciare il “mafia style” è infatti l’associazione dei coltivatori che insieme a Filiera Italia ha organizzato una manifestazione a Palermo.

Un evento durante il quale sono stati esposti i casi più clamorosi di prodotti con nomi legati a termini criminali. In Scozia, ad esempio, viene prodotto il whisky “Cosa Nostra”, confezionato in una bottiglia a forma di mitra con caricatore a tamburo, che ricorda quello degli anni di Al Capone e Lucky Luciano. Ma c’è anche il “Mafiozzo“, caffè che si beve in Bulgaria, il “Fernet Mafiosi“, un liquore prodotto in Germania, dove le bottiglie sono rese più “accattivanti” con il disegno di un padrino. E sempre in terra tedesca si produce anche il Mafia Coffee Rub Don Marco’s, un condimento per carne rossa. Tra gli esempi più assurdi c’è la vendita, in Gran Bretagna, delle spezie “Palermo Mafia shooting“, a Bruxelles c’è la salsa “SauceMaffia” per condire le patatine e la “SauceMaffioso“, mentre in America, nel Missouri, si vende la salsa “Wicked Cosa Nostra”. Su internet, continua la Coldiretti, è poi possibile acquistare il libro di ricette “The mafia cookbook” o comprare caramelle sul portale candymafia.com.

Il problema è che non si tratta di casi isolati. La vendita di prodotti agroalimentari a cui vengono attribuiti nomi di mafiosi, criminali ed episodi drammatici, è diventato un vero e proprio business, che si affianca allo sfruttamento economico del Made in Italy. “Danni economici e di immagine soprattutto nei ...

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1. Una nuova disciplina per un mercato sempre più redditizio

La prostituzione è una questione complessa intrinsecamente legata alle diseguaglianze di genere. In Italia nel secondo dopoguerra la legge Merlin, alla conclusione di una lunga battaglia parlamentare (1), abolì le case chiuse, mediante le quali lo Stato autorizzava e controllava lo sfruttamento sessuale delle donne, e stabilì di non punire né la vendita né l’acquisto delle prestazioni sessuali ma di sanzionare le condotte collaterali (lenocinio, favoreggiamento, adescamento, ecc.).  Il suo modello normativo “abolizionista” si basava sull’idea che lo Stato non dovesse criminalizzare le donne cadute nella trappola della prostituzione ma che dovesse contrastare l’organizzazione di un fenomeno, ritenuto ineliminabile, per poterne almeno contenere l’ampiezza (2). 

Attualmente nell’agenda parlamentare italiana sono...

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Quando nel 2017 io e Alfonso T. Guerritore fondammo il sito Saleincorpo chiarimmo due cose: mai avremmo accettato convenzioni con enti pubblici e per la pubblicità commerciale i filtri sarebbero stati rigorosi. Oggi la cosiddetta "pubblicità occulta" sta inquinando i giornali e devastando quel poco di informazione ancora in circolazione come spiega in questo pezzo pubblicato sul Fatto Nicola Borzi. 

 

Per i lettori o per gli inserzionisti? Per chi scrivono i giornali? Secondo i giornalisti, dovrebbero essere i primi, secondo manager e inserzionisti i secondi. La diatriba infuria da decenni ma ormai – soprattutto in Italia – è una battaglia di retroguardia: oggi la centralità è del marketing. Piombati nella spirale del crollo delle vendite, i quotidiani si aggrappano alla pubblicità, finendone ostaggio. Gli inserzionisti hanno ormai scavalcato “la muraglia cinese” che un tempo separava i contenuti dall’advertising, si infiltrano e occultano negli articoli, perché la pianificazione dei budget pubblicitari comprende sempre più spesso forme “innovative” che i tecnici chiamano “brand journalism” o “native advertising” ma che i vecchi cronisti definivano spicciamente “marchette”. Il crollo di prezzi e volume della pubblicità tabellare e degli annunci, ormai fagocitati dai giganti del web, porta i messaggi delle aziende negli articoli: numeri sul valore di questo segmento del mercato pubblicitario in Italia non ve ne sono, ma questa modalità di promozione l’anno scorso nel mondo valeva 57 miliardi di dollari. Ossigeno per i conti delle testate che però mette in discussione l’integrità e la residua credibilità del giornalismo.

Il fenomeno infuria anche sui principali media italiani. Pubblicità occulte vengono inserite in articoli, video, post pubblica...

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Giovanni D'Alessandro

Pubblichiamo un intervento di Giovanni D’Alessandro consigliere comunale di “Nocera al Centro”.

 

Per l’amministrazione comunale di Nocera Inferiore il quartiere Arenula non deve avere nessuna panchina rossa. Nelle settimane scorse, la fondatrice del Gruppo Facebook “Noi Mamme di Nocera Inferiore” ha chiesto all’amministrazione comunale di poter verniciare di colore rosso a proprie spese una panchina di piazza De Santi, nel cuore del quartiere Arenula, in vista del 25 novembre, giornata internazionale (per decisione dell’Onu) contro la violenza sulle donne.

Sono stato sollecitato a sostenere l’iniziativa, come consigliere comunale di “Nocera al Centro” e, pur stando all’opposizione e non in maggioranza, mi sono preoccupato, in maniera sempre propositiva, di sensibilizzare chi avrebbe dovuto decidere: il sindaco, l’assessore competente e la presidente della Comm...

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Chi sono gli italiani a cui il governo Meloni ha deciso di togliere il pane? Eccovi alcune storie di “occupabili” che percepiscono il sussidio: tra poco non lo avranno più.

 

Quando a 50 anni si è un rottame per gli altri

Nel 2020 per varie ragioni, tra cui il Covid, ho chiuso la mia attività dopo 26 anni. Non mi è rimasto nulla, ho iniziato ad inviare curriculum, fatto vari corsi di formazione previsti dalla Regione, ma quando superi i 50 anni in Italia sei un rottame, salvo che non si abbia una competenza specifica e molto qualificata. Grazie al Rdc ho potuto sopravvivere un anno, durante il quale ho continuato a inviare decine di curriculum. Ho ricevuto qualche proposta ma tutte indecenti e a breve termine. Per fortuna grazie al mio Isee basso ho potuto accedere ai concorsi pubblici. Se non avessi avuto questo aiuto di sicuro sarei finito per strada. I polit...

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L’ennesima emergenza di personale del presidio ospedaliero “Villa Malta” a Sarno riguarda nuovi reparti che non erano stati intaccati dalle difficoltà dei mesi scorsi.  Alle già note criticità del reparto di Ortopedia che, secondo gli addetti ai lavori, rischia una nuova chiusura, nonché del Pronto soccorso dove la situazione è limite della tollerabilità, si aggiungono le defaillance di altre branche ospedaliere. In primis nel reparto di Medicina e Chirurgia d’accettazione, in cui la cronica carenza di personale ha costretto il direttore sanitario, Rocco Mario Calabrese, a bloccare le attività ambulatoriali, vista “L’impossibilità di garantire i turni di guardia”. Va ancor peggio nel reparto di Ginecologia e Ostetricia che da fiore all’occhiello dell’ospedale rischia adesso di essere chiuso, se non addirittura accorpato ad un altro presidio salernitano.

La dotazione di medici ...

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