info@saleincorpo.it
Testata registrata presso il tribunale di Nocera Inferiore n.86 del 13/02/2017.
Direttore responsabile Alfonso Tramontano Guerritore / Editore Carlo Meoli. Questo sito non riceve contributi da enti pubblici. Sostieni Saleincorpo, sito indipendente. Puoi farlo versando un contributo a piacere e su base annua sul c/c bancario IT72E325320320000657521193 intestato a Carlo Meoli. Causale Sostengo Saleincorpo. Grazie.
Code & Graphic by iLab Solutions
Ultimo aggiornamento il 29/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/850

Negli ultimi dieci mesi, dall’invasione russa del 24 febbraio, la guerra in Ucraina ha monopolizzato risorse militari, attenzione mediatica e geopolitica e supporto economico dei principali paesi occidentali. Ma non è l’unico drammatico scontro in corso. Ecco una breve rassegna dei cinque conflitti dimenticati, a cui si aggiungono, secondo il Global Conflict Tracker del think tank statunitense Council on Foreign Relations, altri 22 aree di crisi, ad alta o bassa intensità, che potranno mettere in crisi il 2023.

Yemen senza pace dal 2014

Quella nella repubblica alla propaggine sud-est della penisola arabica è la ‘guerra dimenticata’ per definizione, benché stia provocando forse la peggiore crisi umanitaria contemporanea. Tecnicamente è una guerra civile, scoppiata nel 2014 quando gli Houthi, una compagine di combattenti sciiti vicini all’Iran, hanno preso il controllo della capitale Sana’s sottraendola al governo sunnita. Ma è diventata presto una ‘guerra per procura’ fra potenze regionali, ovvero fra i sauditi sunniti e gli iraniani sciiti: nel marzo 2015 i paesi del Golfo, guidati dall’Arabia Saudita, sono entrati nel conflitto a fianco del governo, con il supporto logistico, militare e di intelligence degli Stati Uniti e del Regno Unito. Sette anni di ostilità, interrotti solo da una tregua di sei mesi mediata dalle Nazioni unite da aprile a ottobre scorso, hanno distrutto le infrastrutture e l’economia del paese: secondo la Croce Rossa internazionale, una delle poche organizzazioni di supporto ancora attive nel paese, sarebbero almeno 4.3 milioni le persone costrette a lasciare le loro case dal 2014, mentre migliaia sono prigionieri di una o dell’altra parte e altri sono ufficialmente dispersi. Il conflitto fra Kiev e Mosca ha un impatto diretto su...

Continua a leggere

L'anno che verrà sarà nel segno della incoscienza. Un governo che abolisce per decreto povertà e Covid non è credibile. Forse i diecimila che a Milano erano in fila per un pasto caldo saranno impostori. Il ritorno pandemico sarà colpa dei cinesi. E' sempre colpa dei cinesi. Intanto vogliono offrirci l'immagine di un paese che non c'è. La verità è che la finanziaria è il frutto di una nazione con poche risorse. Quindi si gratta dove si può: naturalmente è stato attaccato il reddito di cittadinanza. Inevitabile.

L'Italia è un paese strano. La sensazione è che, alla fine, ce la caveremo sempre. Una toppa qua, un'altra di là, e si tira avanti. Insomma, un po' io speriamo che me la cavo. Ma forse dovremmo anche reagire. Pretendere una nazione diversa. E' questa la scommessa del 2023, almeno noi di Saleincorpo lo speriamo. 

Per quanto riguarda questo sito siamo soddisfatti a...

Continua a leggere

Immaginiamo un territorio in cui la criminalità attacca le forze dell’ordine. Brucia loro gli automezzi. Si introduce di notte nelle caserme per vandalizzare. Sui muri della città le scritte ricordano a tutti che la mafia regna. Un luogo in cui lo Stato per demolire un ristorante abusivo colpito da interdittiva antimafia deve chiamare l’Esercito perché nessuno lo vuole fare. Un luogo in cui gli atti intimidatori sono continui, verso tutti.

Questo luogo di paura è in Italia. In Puglia. Nel Gargano.

Avevo già scritto della mia “missione” nel Gargano. Da due anni sono amministratore unico dell’azienda pubblica di gestione rifiuti dei comuni di Manfredonia e Vieste. Venni chiamato nell’ambito dello scioglimento per infiltrazione della criminalità organizzata del Comune di Manfredonia. Ne ho parlato qui e qui. Ho poi raccontato dell’aria che si respira nel Gargano. Dei continui attentati e di come la malavita si accanisca sul settore della raccolta rifiuti. Nel porto di Manfredonia c’è un benvenuto inquietante, qualcuno ci ricorda con una scritta che tra i pescherecci, “regna la mafia” [foto in evidenza scattata il 13/12/22, nda]. La criminalità organizzata nel Gargano si sente. Non solo sui muri, ma nelle coscienze. Il porto e la sua imponente flotta di pescherecci sono da sempre terra di conquista delle famiglie mafiose come emerso nell’inchiesta “Omnia nostra”.

Pochi giorni fa ero in ufficio e apro i giornali locali. Dal quotidiano l’Attacco e dalla pagina foggiana della Gazzetta del Mezzogiorno, ci raccontano di un episodio incredibile. Un atto di intimidazione nientemeno che contro i Carabinieri. Dopo l’auto personale incendiata ad un poliziotto a San Giovanni Rotondo il 24 novembre, la sera dell’11 dicembre, le fiamme, probabilmente di natura...

Continua a leggere

Il vescovo Giudice

«Siate operatori di pace attraverso le parole e le immagini»: questo l’invito che mons. Giuseppe Giudice ha rivolto ai giornalisti dell’Agro, ricevuti al Palazzo vescovile per il consueto incontro per lo scambio di auguri natalizi.

«Siamo in un tempo di guerre – è stata la riflessione del Vescovo -. Non solo di una guerra vicina a noi, ma di guerre a tutti i livelli. Perciò siamo chiamati ad essere operatori di pace. Ci sono quelli che belano la pace e poi ci sono quelli che fanno la pace. E la pace non si fa soltanto con la diplomazia e la giustizia, ma anche attraverso le parole e le immagini».

«Oggi si assiste ad una banalità ed una superficialità sistematiche che tante volte offuscano il bello, il vero e il buono», ha proseguito il Vescovo, che poi ha sottolineato: «In latino c’è una differenza tra il dicunt e il dicitur, tra il dicono e il si dice. Oggi si è molto...

Continua a leggere

Danilo Iervolino

Non c’è pace per l’Espresso: il direttore Lirio Abbate è stato rimosso dal nuovo proprietario, Danilo Iervolino, che al suo posto ha piazzato un fedelissimo, Alessandro Rossi, a sua volta direttore di Forbes Italia. La redazione ha reagito con la proclamazione immediata dello stato di agitazione e ha dato mandato al Cdr di “prendere ogni tipo di iniziativa a tutela del prestigio e dell’indipendenza della testata”. Oggi il comitato di redazione incontra i vertici aziendali e nessuna ipotesi è da escludere: alle condizioni attuali non sarebbe facile, per il nuovo direttore, mandare l’Espresso in edicola (non è in discussione l’edizione di questa settimana, ma quella della prossima).

Per capire quanto sia radicale e apparentemente scellerato il cambio di direzione, bisogna ricostruire le biografie dei protagonisti e le motivazioni di chi ha deciso la sostituzione.

Abbate ...

Continua a leggere

Myrta Merlino

Tutto è cominciato il 30 novembre con un comunicato sindacale, che il giorno dopo è stato affisso nelle bacheche della sede di La7 in via Umberto Novaro, a Roma: “La RSU ha riportato all’Azienda le numerosissime segnalazioni pervenute da parte dei lavoratori sull’atteggiamento della giornalista Myrta Merlino. Il volto di rete frequentemente adotta nei confronti dei colleghi e del personale in appalto comportamenti incivili e maleducati; influenza la possibilità di prolungare contratti di personale specializzato che lavora professionalmente nella nostra azienda e condiziona le turnazioni del personale interno con motivazioni che non possono essere considerate né di tipo professionale e né di tipo etico”.

La denuncia della Rsu è stato il lampo, da quel giorno è piovuto un diluvio di assurde, grottesche e quasi comiche denunce – ovviamente anonime – sulle presunte angherie di Mer...

Continua a leggere