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Ultimo aggiornamento il 28/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/850

Il sindaco Canfora

Miasmi e inquinamento ambientale: il sindaco Giuseppe Canfora scrive ai cittadini: «Siamo dalla vostra parte, combattiamo per voi». Il Comune, però, è assente alla Conferenza di servizi per il rinnovo delle autorizzazioni ambientali a favore di una nota ditta di via Ingegno, mentre il Tar di Salerno boccia la delibera comunale per lo stop ai nuovi impianti di rifiuti.

La puzza che avvolge la città è una vera e propria piaga per tutta la popolazione. L’odore che si diffonde fra la notte e le prime ore del mattino invade tutta l’area industriale fino a toccare l’ospedale di Sarno “Villa Malta” e la zone centrali della città. Di tale flagello per i cittadini sarnesi ne è a conoscenza l’amministrazione comunale che tramite un manifesto ha voluto esternare la propria vicinanza alla popolazione «Stiamo combattendo per tutelare l’ambiente e difendere il diritto alla salute. Noi siamo dalla vostra parte- ha scritto il sindaco- Più volte abbiamo ordinato la chiusura degli impianti per gli odori molesti ma i giudici, ogni volta, li hanno riaperti perché non esiste una legge che ci permette di chiudere impianti che inquinano».

E ancora: «Quando i vecchi impianti riusciranno ad evitare di danneggiare l’ambiente allora avremo vinto». A onor del vero, ad inizio mese scorso si è tenuta un’ importante Conferenza di Servizi alla Regione per il rinnovo delle autorizzazioni ambientali a una ditta dei rifiuti di via Ingegno. In tale sede, come spesso è accaduto in passato, il Comune di Sarno e la Provincia di Salerno sono risultati assenti. Né tantomeno sono pervenute delle osservazioni all’Ente di Palazzo Santa Lucia entro i termini stabiliti. In aggiunta, con tre diversi decreti dell’agosto scorso, i dirigenti della Regione hanno autorizzato una spedizione transazional...

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Parlare di questioni internazionali, di guerra e pace, di economia, fa bene e deve far bene alle periferie. Come il medico trae indicazioni importanti sullo stato di salute di una persona rilevando la frequenza delle arterie periferiche del polso, così in periferia si possono cogliere aspetti del mondo indicativi di ciò che si riflette sul centro. Una metafora che andrebbe segnalata, affinché venga applicata tanto a chi gestisce il potere, quanto a chi si nasconde dietro la scusa di essere periferici e, dunque, impossibilitati ad influire sul cambiamento.

I problemi di integrazione, di accesso allo studio, di criminalità sono peculiarità delle periferie. Allo stesso modo lo sono la genuinità delle relazioni, la spontaneità dei cortili, la bellezza di un Creato ancora da scoprire. Si potrebbe partire da questi estremi per dare risposte concrete all’Italia. Che la periferia abbi...

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De Luca e Savastano

Colpo mortale al primo processo per il “sistema De Luca” di Salerno, sintesi giornalistica di una prassi di trent’anni di appalti affidati solo alle coop salernitane che assicuravano sostegno elettorale al sindaco di Salerno e poi governatore della Campania Vincenzo De Luca (anche lui indagato per corruzione) e ai suoi fedelissimi, secondo la ricostruzione di in una maxi ordinanza cautelare eseguita l’anno scorso.

Il Tribunale di Salerno ha dichiarato inutilizzabili molte intercettazioni depositate nel dibattimento per due dei pilastri del sistema, il re delle coop Fiorenzo Zoccola (che dopo l’arresto ha collaborato) e l’ex assessore comunale alle politiche sociali Nino Savastano, ora consigliere campano.

I due a gennaio sono stati stralciati dal maxi fascicolo e rinviati a giudizio con rito immediato, hanno 11 capi di imputazione sul groppone. Nove per Zoccola, accusato di corruzione e turbata libertà degli incanti, e due per Savastano, accusato di corruzione in concorso con il ras delle cooperative.

I giudici hanno sostanzialmente accolto il ricorso degli avvocati di Savastano e Zoccola (Giovanni Annunziata e Giuseppe Della Monica), con un’ordinanza che ha dichiarato inutilizzabili gli esiti di 17 decreti di intercettazione (tutti quelli riguardanti Savastano), disposti su una ipotesi di 353 bis (turbata libertà di scelta del contraente), e poi utilizzati per contestare alcune corruzioni. Di fatto, almeno per Savastano, il processo rischia di finire qui.

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Suo figlio Mirko aveva ucciso Andrea, il figlio del boss. E poche ore fa a morire è stato Gerardo Tammaro, il papà del presunto omicida. Era il 3 settembre quando Mirko Tammaro fu accusato di aver annegato nel sangue la vita di Andrea Gaeta per via di una ragazza – evidentemente equiparata a un vaso di ceramica – il cui possesso, diciamo così, era stato oggetto della fatal contesa. La sfortuna di papà Gerardo ha voluto che il competitor del giovane Mirko fosse il giovane Andrea, figlio del boss di Orta Nova, Francesco Gaeta detto anche Spaccapallini.

Un nome in alto nella gerarchia della feroce quarta mafia del foggiano, la corda criminale che tiene legati cittadini e istituzioni, e che invero li sta oramai annettendo al ruolo di ascari che – inebetiti dal frastuono delle pistole e dei fucili – sono consegnati alla paura e al silenzio. I sicari che oggi hanno stampigliato la v...

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Anche nella legislatura che sta per partire, entrerà alla Camera e in Senato una nutrita pattuglia di indagati, imputati e condannati. In totale, i neo parlamentari che hanno – o hanno avuto – guai con la giustizia sono 41 sui 600 eletti totali, il 6,8%. Alla elezioni del 2018 se ne contavano invece 45, ma su ben 945 seggi assegnati, dunque il 4,7%. Ecco chi sono, senza tener conto dei reati colposi o di contestazioni della Corte dei Conti.

Fratelli d’Italia

Tommaso Foti (Camera)

Indagato a Piacenza per corruzione e traffico di influenze illecite.

Francesco Zaffini (Senato)

Ex consigliere regionale in Umbria, è imputato a Perugia per peculato nell’inchiesta sulle presunte ‘spese pazze’ relative agli anni 2011 e 2012.

Augusta Montaruli (Camera)

Condannata nel 2021 a Torino per peculato a 1 anno e 7 mesi nel processo d’appello bis ...

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Annarita Patriarca

Annarita Patriarca ha ereditato la passione per la politica in famiglia. Il padre, Francesco, è stato senatore democristiano, sottosegretario alla Marina mercantile, una gloriosa carriera finita con un processo per concorso esterno in associazione camorristica, dal quale è uscito con una condanna definitiva a nove di anni carcere, nel 2007. La camorra era quella degli Alfieri, paccottiglia criminale che ha devastato la Campania e lasciato un migliaio di morti ammazzati a terra nella guerra di camorra contro i cutoliani.

IL NOME DEL PADRE

La figlia dell’ex sottosegretario è totalmente estranea a quelle vicende e ha fatto la gavetta iniziando dal consiglio comunale di Gragnano, prima presidente del consiglio comunale e poi sindaca. Un'esperienza conclusa con lo scioglimento dell'ente per infiltrazioni della camorra, nel 2012. Annarita Patriarca è consigliera regionale fo...

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