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Ultimo aggiornamento il 02/05/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Editoriali/828

Saleincorpo ha deciso di finanziare il Fatto quotidiano. Siamo diventati soci di fatto. La decisione è legata, prima di tutto, a una questione metodologica. L'idea che un giornale, con una marea di attività connesse, si regga sul sostegno dei lettori è basilare.

Non si tratta soltanto dell'acquisto in edicola. Puntare sull'azionariato diffuso, non farsi ricattare dai grandi investitori pubblicitari, coinvolgere in modo attivo il lettore trasformandolo in sostenitore è l'unico modo per avere una stampa libera. Non sempre condividiamo le posizioni del giornale. Per esempio, riteniamo eccessiva l'apertura di credito nei confronti del M5S e pensiamo che spesso venga sottovalutato il pericolo rappresentato da Salvini.

Ma poco importa. Il Fatto è sempre aperto a tutti i contributi. Inoltre ci sono notizie che difficilmente si trovano altrove. Il tutto, naturalmente, nobilitato da firme di pregio (a parte Travaglio, pensiamo a Colombo, Padellaro, Gomez, Fini, Montanari, Fierro e tanti altri ancora). Il Fatto non riceve finanziamenti dallo Stato, come accade alla gran parte dei quotidiani italiani.

Non ci sembra questa, dunque, la peculiarità. La vera differenza sta in un giornalismo che non fa sconti a nessuno, anche quando sbaglia, perché deve rispondere solo ai suoi lettori. La novità sta qui. E noi ci sentiamo di contribuire, nel nostro piccolo, a questa "anomalia".

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Abbiamo letto con attenzione le dichiarazioni del viceministro Di Maio sullo sfruttamento dell'Africa da parte della Francia. Sottoscriviamo in pieno. Naturalmente il problema non è quello della famosa banconota, ma il colonialismo. Il problema è lo sfruttamento sistematico delle risorse di un continente lasciato per secoli in una condizione di sottosviluppo. Ne parliamo ora solo perché i guai stanno arrivando a casa nostra.

Non ha colonizzato solo la Francia. Basta una cultura storica acquisibile a livello di scuola media superiore per scoprire come gli inglesi, per giustificare le peggiori nefandezze, si inventarono il Commonwealth. C'è stato, poi, il sistematico sterminio di quell'Africa ante litteram rappresentata dai nativi americani. E c'è voluto un film per fare capire a tanti cosa è stato il genocidio in Rwanda, una strage paragonabile solo a quella degli ebrei. Una st...

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Pubblichiamo un intervento di Massimo Fini pubblicato su "il Fatto Quotidiano".

"Mentre i più importanti giornali erano impegnati a scovare anche il più piccolo granello di sabbia nell’ingranaggio dell’alleanza fra Cinque Stelle e Lega e poi a fare le pulci al ‘decretone’ del governo, di cui Conte, Di Maio, Salvini si dimostravano giustamente orgogliosi, a me il fatto più grave, e anche impressionante, è sembrato l’incriminazione di 15 magistrati calabresi (15) da parte della Procura di Salerno per reati che vanno dalla corruzione alla corruzione in atti giudiziari al favoreggiamento mafioso. Durante il Fascismo, la Magistratura ordinaria fu incorruttibile. Tanto che il Regime dovette inventarsi i Tribunali Speciali per giudicare i reati politici, soprattutto quelli di opinione di cui il Codice di Alfredo Rocco, che era un grande giurista ma pur sempre un fascista, era zeppo. Nel dopoguerra, dopo gli anni dello slancio della ricostruzione e una classe politica che si era temprata in quel conflitto, cominciò a insinuarsi nelle nostre élite, chiamiamole così, il tarlo della corruzione. E la Magistratura, o almeno una parte di essa, fu connivente. Il Tribunale di Roma veniva chiamato “il porto delle nebbie” per la sua abilità nell’insabbiare le inchieste che avrebbero potuto rivelarsi insidiose per ‘lorsignori’. E a Milano, col Procuratore generale Carmelo Spagnuolo, gran frequentatore di bische, le cose non andavano tanto meglio. Ai Procuratori generali o ai Procuratori capo era facile tagliare le unghie ai Pm fastidiosi: avocavano a sé le inchieste e non se ne sapeva più nulla. Successivamente, con il Pci che si era consociato col Potere, divenne praticamente impossibile indagare sulla corruzione dilagante e sistematica fra i politici e gli imprenditori. Perch...

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Sfera Ebbasta

Ci sarebbe da ridere se non si toccassero temi come la droga e la morte. I magistrati di Pescara hanno indagato il trapper Sfera Ebbasta per istigazione all'utilizzo di sostanze stupefacenti. L'inchiesta è legata a quella della strage in discoteca durante il concerto dell'artista.

Mettere sotto accusa un cantante ipotizzando questo tipo di reato non è solo sciocco, ma denota anche malafede. Se si arrivasse, infatti, a un processo nessuna corte lo condannerebbe. La speranza è che non sia stata presa questa decisione solo per guadagnarsi il titolo di apertura di giornali e siti.

E così mentre in Italia si torna quantomeno a confrontarsi sul problema della legalizzazione delle droghe leggere, si riesce a banalizzare tutto con la vecchia storia dei "cattivi maestri". Da sempre Saleincorpo sostiene due cose: la droga non è un problema, ma è il problema. In secondo luogo le ...

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Non poteva essere una festa e non lo è stata. Nonostante le inutili ordinanze abbiamo iniziato il 2019 contando le vittime dell'alcol. Hanno venduto a minorenni alcolici e superalcolici. A Nocera non lo hanno fatto solo alcuni bar. Ho visto uscire dai market ragazzi con buste piene di liquori.

Alla fine il dramma, perché ci sono drammi anche senza morti, sono questi bambinetti che si accasciano per strada, nel cuore della cosiddetta city che esiste solo nella fantasia di qualche amministratore, presi dalle ambulanze sulla soglia del coma etilico. I soccorsi, poi, spesso hanno subito rallentamenti costretti come sono stati a fare gimcane rischiosissime tra migliaia di persone.

Chi si è avventurato in strada solo per fare una passeggiata ha dovuto spesso scansare il vomito. Uno schifo, altro che festa. Nocera, un tempo capitale dell'Agro, è apparsa solo una vecchia baldr...

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Saleincorpo augura a tutti i suoi lettori, e anche a quelli che non ci leggono, un augurio sentito e laico. Molto abbiamo fatto quest'anno, ma, e ne siamo consapevoli, molto c'è ancora da fare. Quando io e Alfonso Tramontano Guerritore pensammo a questo sito volevamo creare un piccolo strumento di riflessione e libertà, aperto a chi vuole ragionare senza urlare. L'anno prossimo intensificheremo la nostra presenza, accoglieremo i contributi di chi ha qualcosa di intelligente da dire e scrivere.

Non tradiremo mai alcuni principi cardine: non intendiamo ricevere contributi da enti pubblici, firmare convenzioni con soggetti istituzionali e se dovesse arrivare pubblicità commerciale, la esamineremo al microscopio prima di passarla. La forza di un sito indipendente sono i lettori. A loro chiederemo un piccolo contributo consci del fatto che solo un modello di azionariato diffuso può...

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