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Ultimo aggiornamento il 29/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Editoriali/828

“A Toti dico, sì io forse sono improduttivo, ma te devi trombare di più”. Mario Cardinali, che dal 1982 frusta politici, vescovi e potenti con il suo mensile di satira Il Vernacoliere, così risponde al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che ha definito “improduttivi” gli over 70. Lui, Cardinali, livornese, anni 83, di farsi rinchiudere nel caminetto di casa non ne ha proprio voglia. Anzi, poiché il Vernacoliere, la sua creatura satirica fatica ad andare avanti economicamente – attualmente vende 15mila copie, ma in passato è arrivato anche a quota 60mila – come tutta la stampa ha lanciato un appello per la sottoscrizione di almeno 5mila abbonamenti (27 euro il costo annuo).

La crisi economica e dell’editoria cartacea hanno colpito anche il Vernacoliere (“mensile di satira, umorismo e mancanza di rispetto in vernacolo livornese e in italiano”) e non è uno scherzo. “Servono cinquemila nuovi abbonamenti per far sopravvivere il Vernacoliere”, scrive Cardinali. Che aggiunge: “E dunque, per i tanti che in particolare su Facebook si sperticano di elogi nei nostri confronti, che puntualmente ogni mese si congratulano per ogni nuova locandina, che dichiarano di adorarci per l’umorismo, per la satira e per il libero pensiero, per tutti costoro e per quanti vorranno aiutarci fattivamente è arrivato il momento di farci vedere – ove possibile ovviamente – la loro riconoscenza pratica: un abbonamento. E chi è già abbonato potrà ancor di più aiutarci procurandoci nuovi lettori che vogliano anch’essi abbonarsi: amici, parenti, conoscenti, persone comunque interessate anch’esse all’umorismo dissacrante e alla riflessione critica”. E nel suo appello Cardinali si rivolge anche ai personaggi vip diventati bersaglio della sua satira in nome della “libertà di satiricame...

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Martina Luoni

Martina Luoni ha da tre anni un tumore al colon: ha postato su Instagram un video in cui denuncia la difficoltà a essere curata in questi mesi di pandemia, rivolgendosi anche ai politici. Ha raccontato i motivi della sua scelta a Repubblica.

 

 Perché ha raccontato la sua storia sui social?

 "Ho vissuto sulla mia pelle gli effetti di questa pandemia sul sistema sanitario: a marzo mi ero rivolta a un ospedale milanese per la conservazione ovarica prima di iniziare la chemioterapia e la radioterapia, ma ho perso questa possibilità perché gli ambulatori sono stati bloccati a causa del Covid. Ora sono in attesa di sapere se la mia patologia renderà possibile un'operazione, ma mi è già stato comunicato che l'attività chirurgica è sospesa per l'emergenza sanitaria. Una cosa molto grave, che tocca me e tantissime altre persone che mi hanno contattato per condividere c...

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Cirillo

Pubblichiamo questa drammatica testimonianza del cronista del Fatto Vincenzo Iurillo. Il giornalista ricorda come il padre ha pagato la parte peggiore della Dc e la camorra stessa. Un ricordo spietato che fa riflettere.

Non riesco a far pace con questo ricordo. Riemerso la sera del 28 ottobre (il mio compleanno, tra l’altro), quando una tv nazionale ha ritrasmesso Il camorrista di Giuseppe Tornatore, la storia, romanzata ma non troppo, della vita di Raffaele Cutolo. Il ricordo risale al 1981. Avevo 10 anni. Una sera di luglio di quell’anno mio padre scappò dal ristorante ‘La Pompeiana’ di Sorrento: ‘C’è Criscuolo, andiamo via’, quasi gridava a mia madre, mentre io piangevo per la pizza saltata. Ci ho messo quasi 40 anni per capire: avevo assistito a un frammento delle scorie della trattativa Dc-camorra-Brigate Rosse per la liberazione dell’assessore regionale campano Ciro Cirillo. Era stato sequestrato ad aprile e la sua liberazione avvenne poche settimane dopo, il 24 luglio.

Ho capito incrociando confidenze di mia madre e notizie apprese nel mio lavoro di cronista di giudiziaria del Fatto quotidiano. E ho capito che mio padre non aveva mentito quando con un mio amico si vantò di aver partecipato con qualche milioncino delle vecchie lire alla colletta orchestrata dalla Dc di Antonio Gava per pagare la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Era il ‘prezzo’ della mediazione con le Br, per mettere fine al rapimento Cirillo. Forse fu raccolto un miliardo e mezzo di lire in banconote, forse il doppio. Mio padre si chiamava Pasquale Iurillo, è morto nel 2010 e non ha lasciato il ricordo di una persona la cui parola valesse oro colato. Per lui parla la sua storia di imprenditore a Castellammare di Stabia e Gragnano. Per lui parlano i nomi dei soci e d...

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Marco Cappato

Negli Stati Uniti si votava anche sulla legalizzazione della cannabis. Gli antiproibizionisti hanno vinto ovunque. Sulla questione che divide l'opinione pubblica ecco l'analisi di Marco Cappato.

 

Mentre ancora siamo in apprensione sul rischio che la Presidenza degli Stati Uniti d’America possa restare per quattro anni ancora nazionalista, abbiamo invece la certezza che il popolo americano diventa sempre di più antiproibizionista.

L’esito dei referendum nei vari Stati americani non lascia alcun dubbio:

– Arizona: legalizzazione cannabis per i maggiori di 21 anni: Sì 60% – No 40% (Spoglio 85%)

– Montana: legalizzazione cannabis/i maggiori di 21 anni: Sì 57% – No 43% (Spoglio 84%)/Sì 58% – No 42% (Spoglio 78%)

– Missisipi: legalizzazione cannabis uso terapeutico: Sì 68% – No 32% (Spoglio 93%)

– New Jersey: legalizzazione cannabis S...

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Condannati per il G8 di Genova, promossi dalla polizia. È polemica per lo scatto di carriera Pietro Troiani e Salvatore Gava, nominati vicequestori. Per i fatti del 2001 i due poliziotti furono condannati in via definitiva a tre anni e otto mesi più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Amnesty International Italia in una nota ha espresso “sconcerto” per le promozioni, “decise il 28 ottobre dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e dal capo della Polizia Franco Gabrielli“. Sconcerto al quale replica il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che in una nota precisa come l’avanzamento dei funzionari in questione sia “automatico e risponda ad una procedura amministrativa obbligata, laddove siano state scontate le sanzioni che erano state comminate. Tutto ciò – aggiunge la Polizia – poteva essere evitato solo destituendo i funzionari, scelta che all’epoca non fu intrapres...

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Vincenzo De Luca

Nel giro di pochi mesi la Campania da "regione sotto controllo" è diventata "zona da chiudere". Il governatore De Luca è riuscito a capovolgere la situazione con una disinvoltura disarmante senza dimenticare le battute da cabaret che ormai fanno parte del repertorio. Vincenzo Iurillo, sul Fatto, ha raccontato bene questa conversione.

 

Dal coronavirus “pienamente sotto controllo” al “lockdown totale” nelle ultime settimane il presidente della Campania Vincenzo De Luca ha cambiato il suo registro nella narrazione dell’andamento della pandemia nella regione che governa da oltre 5 anni. Nella consueta diretta social del venerdì, nell’invitare il governo Conte a “scelte coraggiose di carattere nazionale” – leggasi lockdown in tutto il Paese per arginare il virus – De Luca ha precisato che si tratterebbe di “qualcosa che dicevo un mese fa”. Ed in effetti a fine settembre il...

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