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Ultimo aggiornamento il 12/05/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Editoriali/834

Il tormentone social della candidatura di Gino Candela "al" sindaco di Nocera è molto più di una boutade. E' politica pura. Provate ad ascoltare un attimo le sue proposte per la città e ci leggerete dentro tutto l'armamentario demagogico del politicante standard.

C'è la proposta folle, irrealizzabile, ma che colpisce sempre la fantasia popolare (il famoso tunnel che da Casale del Pozzo porta direttamente a Maiori).

C'è il tipico disprezzo per l'autorità (la vigilessa che pensa solo a fare le sfilate).

Ci sono le lamentele, soprattutto quelle dei commercianti, sulla viabilità (Candela vuole abolire tutte "i" ztl).

Ci sono quelle proposte minime, normali, cose talmente elementari che non dovrebbero proprio esserci in un programma elettorale eppure si trovano sistematicamente (il candidato "al" sindaco vuole costruire parchi gioco, campi di calcetto e, addirittura, un "ippotamo").

C'è l'ipocrisia di quelli che, di fronte ai problemi, preferiscono nascondersi (Candela vuole eliminare la prostituzione riaprendo le case chiuse).

C'è il più becero consociativismo delle campagne elettorali di paese (Candela ama tutti gli altri candidati, "siamo tutti amici")

Infine, a differenza degli altri, ha detto prima che, se sarà eletto "al" sindaco, il suo vice sarà Mimmo detto "lo squalo" o "la mafia".

Insomma, cosa vogliamo di più?

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Rita Pisanzio

Le liste sono state consegnate e tra un mese a Nocera Inferiore si vota per eleggere il sindaco e 24 consiglieri comunali. La lettura dei nomi riserva sempre sorprese ma la dottoressa Rita Pisanzio è un caso di scuola. Cinque anni fa venne eletta con il sindaco uscente Torquato riportando anche un notevole successo personale. Ebbe un assessorato. Da allora, francamente, se ne sono un po' perse le tracce.

Succede, come accade nella vita, e la politica ne fa parte, che si possa cambiare idea. I soliti bene informati riferiscono che la dottoressa, nell'ultimo periodo, era un tantino inquieta. Quali fossero i motivi delle sue angosce non era chiaro. Poi si è accesa la luce. La dottoressa Pisanzio, a due settimane dalla presentazione delle liste, si è dimessa da assessore e ha scelto di cambiare schieramento presentandosi come capolista in un raggruppamento che appoggia Pasquale D'...

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L'orazione funebre di Pericle

Pubblichiamo il celebre discorso di Pericle agli ateniesi. Risale al 431 a. C. Che sia, ci auguriamo, modello di ispirazione e riferimento culturale per i tanti che hanno smarrito il vero senso della politica.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. 

Qui ad Atene noi facciamo così. 

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consid...

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La Camera ha licenziato un testo sulla legittima difesa che peggiore non poteva essere. Non è il caso di entrare nella disputa politico-giuridica. Se ne è parlato già tanto. La legge è in attesa di eventuali modifiche al Senato. Il problema, che alla fine è un interrogativo, è etico: è giusto sparare a un ladro che entra di notte nella tua casa? Le reazioni umane possono essere molteplici. Io ho vissuto questa esperienza, drammatica, insieme a mia madre. 

In quel periodo avevamo delle armi. I ladri entrarono a casa mia in piena notte. Mia madre si svegliò all'improvviso e appena realizzammo quello che stava accadendo avemmo due reazioni diametralmente opposte. Lei voleva rincorrere i ladri mentre io la bloccai dandogli il tempo di scappare. Non pensai nemmeno per un attimo di prendere un'arma, ma poteva accadere anche il contrario. 

Tutti abbiamo il diritto di difender...

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Valentino Parlato

Ho conosciuto Valentino Parlato una decina di anni fa. Elio Barba si era candidato a sindaco di Angri e lui, con Giuliana Sgrena, venne in città e tenne un comizio. Prima prendemmo un caffè. Lui aveva già problemi di salute ma, in sostanza, se ne fregava. Continuava a fumare le sue Marlboro morbide, un pacchetto, ma non credo che dicesse la verità, e amava il buon vino. Fece un intervento, come al solito, lucidissimo.

Aveva una scrittura greve, sottile, incisiva e mai noiosa. Era un giornalista comunista. Quando ci fu l'abbandono traumatico dal Pci ne soffrì in modo enorme. Fu allora che nacque quella esperienza, che rappresenta un unicum della storia editoriale italiana, che si chiama "il Manifesto". Ho perso il conto di quante volte ha salvato il giornale dalla chiusura. Ci ha lasciati. Ma io, personalmente, non dimenticherò mai quella cena dopo il comizio ad Angri dove Vale...

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Davide Speranza

Davide Speranza, un giornalista de "la Città", è stato selvaggiamente aggredito a Pagani. Una persona, poi rivelatasi un delinquente, che aveva intervistato per alcune attività sociali connesse alla sua attività commerciale prima lo ha lodato per l'articolo poi, improvvisamente, per motivi che prima o poi scopriremo, ha iniziato a perseguitarlo fino al pestaggio avvenuto durante la festa della Madonna delle Galline. Davide è finito in ospedale e ha denunciato l'uomo.

Non è pensabile che un giornalista possa subire aggressioni, minacce, intimidazioni di ogni tipo per quello che scrive. Chi non condivide ha tutti gli strumenti che la legge offre per manifestare in modo civile il suo dissenso. Per me la ferita è doppia. Davide, prima di essere un collega di lavoro, è un mio amico. Sono io che gli ho chiesto anni fa di collaborare con "la Città". Gli sono vicino con tutto il mio c...

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