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Ultimo aggiornamento il 12/05/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Editoriali/834

Il sindaco Canfora

I segnali c'erano tutti ed è stato sbagliato sottovalutarli. A Sarno, una delle città con la maggiore presenza straniera in tutto l'Agro, c'è un problema razziale. Nella città del sindaco Canfora, che è anche presidente della Provincia, si rischia uno scontro forte, duro. La comunità è formata soprattutto da nordafricani. Da anni le risse tra stranieri e quelle con gli italiani non si contano. 

Non è difficile imbattersi in scritte xenofobe o in deliranti esaltazioni dell'Isis. Il centro storico è invaso da stranieri, molti dei quali senza lavoro, che rappresentano un problema, soprattutto quando sono ubriachi. L'amministrazione, tra le altre cose, ha dovuto chiudere un circolo ricreativo dove i nordafricani si ritrovavano. In questi casi le responsabilità sono a vari livelli. Il problema, almeno in passato, era quantomeno attutito dalla presenza di organizzazioni di volontariato che, insieme alla Caritas, offrivano a chi arrivava un rifugio e, in certi casi, anche uno straccio di lavoro.

Adesso questo non è più possibile. I servizi sociali del Comune fanno quello che possono. E, come accade altrove, per qualcuno, anche a Sarno, l'assistenza ai migranti è diventato un affare al quale è difficile rinunciare. Ricette non ce ne sono. L'unico tentativo è quello di ricostruire una rete di solidarietà che possa dare sostegno dal basso. Se non accadrà, almeno questa è l'impressione, lo scontro potrebbe radicalizzarsi con conseguenze difficili da prevedere.

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Massimo Fini

Che cosa è oggi il giornalismo? Quali sono meriti e degenerazioni del mestiere? Pubblichiamo un articolo illuminante di Massimo Fini apparso su "il Fatto".

"In un articolo pubblicato dal Corriere Caterina Malavenda, uno dei migliori avvocati per i reati di diffamazione a mezzo stampa, ha dichiarato che quello del giornalista è un mestiere “pericoloso”. E certamente lo è. Chi fa inchieste ma anche chi si limita agli editoriali è perennemente esposto al rischio di querele penali o alle ancora più insidiose azioni civili per il risarcimento dei danni, materiali e morali, alla persona che si ritiene offesa. Poiché la responsabilità penale è personale a risponderne direttamente è il giornalista. Ma il penale è quello che ci preoccupa di meno. Per noi sono molto più infide le azioni civili di danno. Nel penale se si accerta che il giornalista ha detto...

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Come spesso accade, dopo la sentenza della Cassazione su Gambino, qualcuno si è lasciato prendere dall’entusiasmo. E così capita di leggere castronerie da capogiro.

 

La camorra a Pagani esiste. Non è certo stata cancellata da una sentenza dove i giudici dovevano valutare solo la commissione di specifici fatti delittuosi.

 

La politica non può nascondersi dietro al garantismo di maniera. Consentire a un pluripregiudicato come Michele D'Auria Petrosino di gestire la nettezza urbana a Pagani è stato un delitto politico. E' solo un esempio, se ne potrebbero fare altri.

 

Credo che i giornalisti abbiano seguito la vicenda giudiziaria con grande equilibrio, dando sempre spazio alle ragioni dell'accusa e a quelle della difesa. Io, ma è un fatto assolutamente personale, mi rimprovero di non avere saputo dare una lettura di quel processo diversa, anche al di là delle risultanze giornaliere. Sono sempre stato convinto che un cronista che non ammette un suo errore è un pessimo cronista.

 

In quegli anni alla città, almeno credo, è mancata, come accade in tanti altri centri dell'Agro, la classe media, la borghesia degli onesti. Nessuno ha voluto fare un passo avanti, nessuna assunzione di responsabilità. Questo ha determinato la mancanza di quegli esempi di onestà che soli possono salvare una città sostanzialmente degradata. E naturalmente nessun contributo poteva venire dalla sgangherata sinistra paganese.

 

Non rinnego nulla di ciò che ho detto su un processo molto simile a una farsa. Quello che può darmi fastidio è che le mie parole, naturalmente estrapolate dal contesto, vengano usate per giustificare un'azione politica scadente e, in sostanza, clientelare e collusa.

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L'assemblea dei redattori de “la Città”, riunitasi in data odierna, ha deciso di proclamare ad horas una giornata di sciopero dopo avere scoperto autonomamente che la testata è stata ceduta dalla Edizioni Salernitane srl a un'altra società di proprietà “schermata”. Quest'ultima ha, poi, dato in fitto la stessa testata sempre alla Edizioni Salernitane srl, che nel frattempo ha cambiato composizione societaria. Pertanto il giornale non sarà in edicola domani, venerdì 27 ottobre.
Tutto ciò è avvenuto senza che fosse data dall'azienda alcuna comunicazione, così come previsto dalla legge, al comitato di redazione e ai dipendenti, nemmeno in concomitanza con la richiesta di ricorrere ad ammortizzatori sociali. L'assemblea ha anche proclamato lo stato di agitazione e affidato al Cdr un pacchetto di cinque giorni sciopero.

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Vincenzo De Luca

C'era una volta la sinistra. In modo confuso e conflittuale portava avanti battaglie di liberà e giustizia, in difesa dei lavoratori, degli onesti. Poi è successo qualcosa di strano. Si incontrano sempre più spesso persone di sinistra che parlano il linguaggio della destra e altre, ma sono una minoranza, che da destra parlano il linguaggio della sinistra.

All'inizio fu De Luca, Vincenzo De Luca. Solida formazione Pci si inventa le civiche e l'uomo forte, quello che decide, che non perde tempo in chiacchiere. Così, e citiamo a memoria, nascono i "calci in bocca agli immigrati", i raid contro le povere disgraziate che si prostituiscono sulla litoranea, i vari Crescent o tribunali che altrove chiamerebbero "incompiute", i sindaci pro tempore alla Napoli, la stazione marittima dove le navi non attraccano mai. 

Ma Vincenzo è ovunque. Pensateci, non ha mai rilasciato una int...

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Da Barcellona ai separatismi di casa nostra. Dalla Catalunya al bisogno universale d’indipendenza. Per visibilità, slogan e provocazione, dal cuore economico del problema spagnolo, con  la Catalunya  stanca di fare da traino al resto della Spagna, la questione locale arriva al referendum lombardo-veneto del prossimo 22 ottobre, sostenuto dai leghisti, a chiedere maggiore autonomia delle due regioni dal governo di Roma. Di certo il braccio di ferro tra il governo spagnolo di Mariano Rajoy e il governo della Generalitat de Catalunya di Carlos Puidgemont, regala vigore ai sogni di secessione in ogni dove. Per sardi, siciliani, veneti e sudtirolesi, l’indipendentismo è parte della loro storia.

 

Ma la Campania negli anni ha segnato il primato delle proposte: a fronte dell’inesistenza di un piano trasporti d...

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