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Ultimo aggiornamento il 12/05/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Editoriali/834

Monica Paolino e Pasquale Aliberti (foto di Luigi Pepe)

L'ex sindaco Pasquale Aliberti andrà in carcere. Il Riesame, per la seconda volta, ha ritenuto valide le argomentazioni del pm della Dda. Secondo i magistrati il già primo cittadino di Scafati avrebbe continuato a intrattenere rapporti con i clan. Non solo, avrebbe fatto politica pilotando la moglie, la consigliera regionale Monica Paolino.

Quest'ultima, anche lei indagata per camorra nell'ambito della medesima indagine che coinvolge il marito, si sarebbe dovuta dimettere non solo dalla presidenza della commissione regionale anticamorra, cosa che ha fatto, ma doveva lasciare anche il suo scranno a Palazzo Santa Lucia. Naturalmente è ancora al suo posto.

Restiamo convinti che poco o nulla giustifica la detenzione in carcere di Aliberti. Non fa più il sindaco, il consiglio comunale è commissariato per mafia, non riusciamo a capire come potrebbe scappare. Inoltre già una volta la Cassazione aveva respinto la richiesta di arresto. E, francamente, mi sembrano deboli le argomentazioni che riguardano l'influenza sulla moglie e i post spesso inopportuni su Facebook che, comunque, l'ex sindaco poteva risparmiarsi.

Non ci sfugge la gravità dei reati contestati, ci mancherebbe. Ma perché non viene data ad Aliberti la possibilità di difendersi da uomo libero? Infine è giusto chiarire un punto: non amiamo il garantismo a senso unico e, soprattutto, non ci piacciono i due mesi e le due misure. Abbiamo visto inchieste dell'Antimafia naufragare miseramente nella fase dibattimentale (vedi il caso Gambino) e altre che si sono, nel tempo, stranamente arenate. 

Vogliamo solo che la giustizia sia eguale per tutti: chiediamo troppo?

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Don Alfonso Santoriello

Ancora una volta il vescovo Giudice si è mosso con intelligenza e rapidità. Allontanare don Alfonso Santoriello dalla parrocchia del Vescovado è stata una scelta quantomai opportuna e saggia. Il parroco non risulta indagato nella vicenda che riguarda i presunti rapporti tra camorra e ultime elezioni a Nocera. Certe sue relazioni, però, sono state discutibili.

Sponsorizzare una variante al piano urbanistico per costruire una mensa dei poveri facendosi accompagnare da candidati al Consiglio finiti in galera non è stata una scelta proprio intelligente. E questo risulta ancora più grave quando si opera in un contesto particolare come il Vescovado. Né don Alfonso può dire che non conosceva le persone che frequentava. Se fosse vero, e io credo francamente che lo non sia, la sua ingenuità sarebbe sconvolgente.

Bene ha fatto il vescovo ad allontanarlo e, se posso dare sommessa...

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Pubblichiamo un articolo di Massimo Fini sul terrorismo tratto dal "Fatto quotidiano". Posizione durissima, provocatoria, in parte condivisibile, in parte no, che, però, come succede spesso con Fini, ha il merito di fare discutere.

"Gli attentati degli jihadisti sono una cosa atroce. Ma più atroce, se possibile, è quello che viene dopo. Si sono viste persone che, passato il pericolo, invece di aiutare i feriti filmavano la scena con i loro smartphone e coppie che si facevano dei selfie avendo cura che, alle loro spalle, fosse ben visibile il macello, selfie che poi fanno circolare orgogliosamente su Facebook. Poi inizia il gran ballo funebre delle ipocrisie, delle cerimonie, delle manifestazioni, delle gare a dimostrarsi i più coinvolti, i più emotivamente colpiti, i più buoni. Una porzione del marciapiede su cui è avvenuta la strage è stata sostituita da una lavagna su cui ‘la gente comune’ scrive le solite banalità e falsità, più o meno le stesse degli uomini politici: “siamo tutti catalani”, “il terrorismo non ci piegherà”, “non abbiamo paura”. Se conservassero un po’ di sincerità o di senso del pudore queste persone forse scriverebbero: sono felice di averla scampata bella. Ci sono poi i reportage dalle cittadine o dai quartieri dove vivevano le vittime. Tutti si premurano di affermare che erano tutte delle brave persone, gli uomini dei mariti esemplari e le donne delle spose fedeli. Il che sarà anche vero. Ma è totalmente privo di senso. Non è che queste stragi sarebbero meno gravi se gli uomini fossero dei fedifraghi e le donne adultere. C’è quindi l’inevitabile retorica sui bambini. E certamente in queste ‘stragi degli innocenti’ i bambini sono i più innocenti di tutti, lo sono per definizione. Ma lo sono anche quelli degli altri, che non sono meno bam...

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I dati che pubblichiamo non hanno bisogno di commenti (fonte Adnkronos). Le denunce d’infortunio mortale presentate all’Inail nei primi sette mesi di quest’anno sono state 591, 29 in più rispetto ai 562 decessi dell’analogo periodo del 2016 (+5,2%). L’incremento è legato principalmente alla componente maschile, i cui casi mortali sono saliti da 506 a 531 (+4,9%), mentre quella femminile ha fatto registrare un aumento di quattro casi, da 56 a 60 decessi (+7,1%).

L’aumento di 29 denunce d’infortunio con esito mortale è la sintesi di andamenti diversi osservati nelle singole gestioni. Quella dell’Industria e servizi, infatti, è la sola che ha avuto un incremento, decisivo nel saldo negativo finale, da 450 a 497 casi (+10,4%), mentre Agricoltura e Conto Stato presentano entrambe una diminuzione rispettivamente da 80 a 76 casi (-5%) e da 32 a 18 (-43,8%)

Dall’analisi territ...

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"Una infinità di persone subirono violenze che hanno segnato le loro vite. In questi sedici anni non si è riflettuto a sufficienza. E chiedere scusa a posteriori non è bastato". Ancora: "Nella caserma di Bolzaneto, lo dico chiaro, ci fu tortura. Siamo una istituzione sana e non dobbiamo temere leggi o controlli". Continuando: "Al poso di De Gennaro mi sarei dimesso". Infine: "Non ci sarà mai più una nuova Genova: questo tempo non è passato invano".

A dire queste cose, in una bellissima intervista a "Repubblica", non è un pericoloso estremista ma il capo della polizia Franco Gabrielli. Tanto è stato detto e scritto su quella infamia delle torture durante il G8 nel luglio del 2001 a Genova. Il problema è che tre dirigenti della polizia di Stato condannati per quei fatti in via definitiva potrebbero tornare in servizio perché è scaduta la pena accessoria dell'interdizione dai pub...

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C’è differenza fra pubblicità, spesso occulta, e notizie. Eppure esistono regole molto rigide che hanno lo scopo di non ingannare il lettore. Le disposizioni, però, spesso vengono ignorate. Questo è il presupposto del ragionamento. Ma cosa accade oggi?

Molti comuni della Provincia stipulano convenzioni con televisioni e siti web per la cosiddetta “comunicazione istituzionale”. Il fatto è assolutamente legittimo, anche nel caso in cui il sindaco nel suo staff abbia un addetto stampa.

Detto questo le cose, poi, cominciano a essere un po’ meno chiare. Con che criteri vengono scelti siti e televisioni? Chi gestisce queste realtà riesce a tenere separata l’informazione dalla pubblicità? I lettori sono messi nella condizione di capire quando si trovano di fronte a una “comunicazione istituzionale” e non a un articolo?.

Resta, infine, un ultimo interrogativo. Poiché a...

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