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Ultimo aggiornamento il 18/06/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Editoriali/853

Il caso di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace arrestato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, pone un problema serissimo che prescinde anche dal caso specifico: è giusto disobbedire a una legge che si ritiene ingiusta? Istintivamente la risposta è no, non si può, altrimenti ognuno potrebbe fare quello che vuole.

La protesta non violenta, però, la disobbedienza civile di fronte a normative liberticide è una cosa diversa. Certo, il confine è assai labile, di difficile individuazione. Nel nostro Paese, e questa è storia, tante battaglie sono state vinte, tante questioni sono state poste da chi è partito dalla considerazione che alcune leggi andavano cambiate.

Il pensiero va subito, naturalmente, ai radicali. Grazie a loro abbiamo il divorzio, una normativa corretta sull'aborto e, sempre grazie a loro, oggi è possibile parlare di abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. Poi c'è il capitolo droga. Sembra che nell'Italia gialloverde in tanti lo abbiamo dimenticato. Pannella, anni fa, si fece arrestare a piazza Navona per essersi fatto una canna in pubblico. Era una provocazione per aprire un discorso serio sulla legalizzazione delle droghe leggere. Ma non stati solo i radicali. Se un signore come Franco Basaglia non avesse "disobbedito" oggi avremmo ancora i manicomi.

Allora, volendo tornare all'inizio, il problema sta nei modi in cui si esprime un dissenso. Mimmo Lucano avrebbe combinato matrimoni fasulli per non fare rimpatriare alcuni profughi. Non sappiamo se è giusto o sbagliato. Una cosa, però, è certa: dal suo punto di vista disobbedire era giusto. In fondo l'unico modo per denunciare una legge iniqua. Lo stesso gip che ha demolito l'ordinanza del pm ha sostenuto che non c'è stato alcun illecito arricchimento. Ma il prob...

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Sono un editore. Quando ci penso sorrido, ma è così. Alcuni anni fa fondai Saleincorpo e, successivamente, ne affidai la direzione ad Alfonso Tramontano Guerritore. Questo sito nasceva con dei principi che ha sempre rispettato: 1) Non accettare pubblicità istituzionale; 2) Controllare in modo rigido l'eventuale provenienza della pubblicità commerciale; 3) Garantire spazio a chiunque volesse esprimere le sue opinioni; 3) Retribuire chi dava un contributo (ed è sempre successo): 4) Trovare forme di finanziamento puntando su una sorta di "azionariato diffuso" per evitare condizionamenti.

In sede di bilancio possiamo dirci soddisfatti. La cosa che ci inorgoglisce di più è la totale differenza con gli altri prodotti presenti sul mercato. Inoltre ci sono decine di migliaia di visualizzazioni che sono la misura di un successo. L'apparente "disordine" degli argomenti trattati, passand...

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Che poi a che servono tutte le parole diverse dal racconto? Sono nella testa di chi è stato lì. A Napoli, nel cuore nero dell’amicizia. Una novella per il mondo, che parla del legame senza sconti dell’infanzia, e poi. Dove mi sono messa, nascosta al meglio adoperando carta e verità. Guardando da una smarginatura, da una fessura come un davanzale. Come ho fatto e continuato a fare, simulando i passi di chi non ha altro da mostrare. Allo stesso modo ero in platea, seguendo i volti e le reazioni del pubblico di un mondo veneziano, tra le stelle accorse al festival. Ho sentito la commozione e la vita attraversare le persone, direttamente nella polvere delle stradine povere di quando c’erano Lila e Lenu. Ho scelto una poltrona tra le tante, all’anteprima, con anonimato, che nessuno mi riconosceva, lontano dalle file degli attori, dalle bambine e dalle personalità. Ho seguito dal mio spazio, con discrezione, a tratti emozionata dal ritorno che mi faceva quasi male. Che cosa c’entra tutto questo non me lo chiedo più. E’ altro nella testa di chi guarda, di chi legge. Ho sentito la voce degli attori, il rumore delle botte, e le grida tra le mura cupe di case modeste. Ho risalito le stesse scale raccontate, la disperazione e il sangue. Gli schiaffi senza colpi dei bambini, costruite di parole e sguardi lancinanti, che nessuno di noi vuole ricordare mai. Mi sono messa lì a guardare, esattamente come rimettevo tutto in gioco, con le parole, con i libri. Sono stata americana, e prima ancora ho perso la mia infanzia a Napoli.

Che non importa se ero io, a fare sfide a un uomo che sembrava un mostro o un usuraio, con le bambole perdute apposta in uno scantinato. E non importa se ero io a sentire il suono secco di uno schiaffo, il fumo dell...

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Il sindaco Torquato

C'è stata una iniziativa a Nocera della giunta guidata da Manlio Torquato passata un attimo sotto traccia. Noi riteniamo, invece, che si tratti di un manifesto, un progetto che l'amministrazione cercherà di perseguire fino alla fine del mandato.

Si tratta della famosa adozione del "bene comune". Non inganni il termine. Si sbaglierebbe se si pensasse alla solita tirata sulla partecipazione della gente alla vita politica. Il discorso va ben oltre. Quello di Torquato sembra essere un appello alla famosa borghesia produttiva che, dopo averlo votato, lo ha sostanzialmente "abbandonato", pensando che le cose potessero andare a posto da sole.

Oggi quella classe di mezzo più che altro critica, ma non partecipa. Non vive la città e i suoi problemi. Insomma, un ceto intellettualmente inutile. Da qui la chiamata alle armi, quel "bene comune" che deve migliorare Nocera e, perché n...

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Sono finiti, dopo poche ore, in fondo alle homepage dei siti e relegati nelle pagine di cronaca dei quotidiani: taglio basso, al massimo tre colonne. Quattro ragazzi africani avevano sgobbato per ore nel Foggiano a raccogliere pomodori. Poi lo scontro del furgone, senza finestrini, contro un tir: quattro morti e tre feriti.

I nuovi schiavi, sfruttati da un caporalato violento e mafioso, sono clandestini. Non hanno documenti, non hanno un nome, non hanno nulla. Non si riesce ancora a dare una identità precisa a uno dei quattro morti. Non cercate tweet: non li troverete, naturalmente.

In Puglia, durante la raccolta del pomodoro, esiste una mafia delle coop che fornisce manodopera alle aziende conserviere, in primis a quelle dell'Agro. Sono delinquenti sui quali nessuno indaga perché, naturalmente, è molto più facile fermare gli ambulanti sulle spiagge. Eppure quei pomodo...

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Andrea Scanzi, in un bel pezzo sul "Fatto", ha scritto che l'attuale maggioranza è talmente sgangherata che abbatterla sarebbe più semplice che tirare un rigore a porta vuota. Ci vorrebbe, però, un'opposizione che non c'è. In base ai sondaggi più recenti Lega e M5S, insieme, raggiungono il sessanta per cento del consenso.

Ricette semplici per ricostruire una alternativa non esistono. Si potrebbe, forse, ripartire da due concetti: orgoglio dell'appartenenza e riscatto nella militanza. In certi posti la sinistra non va più. Non riesce ad ascoltare le parole di chi non ha nulla. Ha lasciato campo libero a demagoghi senza né arte né parte che, sventolando presunti problemi di ordine pubblico, hanno fatto incetta di voti.

Bisogna ricominciare daccapo. Questo può avvenire solo lasciando la tastiera e andando casa per casa, come si faceva tanti anni fa. Dove c'è sofferenza bi...

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