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Ultimo aggiornamento il 18/06/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Editoriali/853

Il M5S sta portando avanti, da anni in verità, due battaglie che riguardano l'abolizione dell'ordine dei giornalisti e il taglio del finanziamento pubblico diretto ad alcuni organi di informazione. Sono questioni sulle quali noi di Saleincorpo pensiamo si possa discutere. L'ordine, così com'è, serve veramente a poco. O si riforma completamente oppure non ha senso mantenerlo in vita.

Discorso più complesso sui finanziamenti pubblici. Questi soldi vanno sostanzialmente ai giornali editi da cooperative, da enti senza scopo di lucro oppure quando rappresentano minoranze linguistiche. Il sottosegretario Vito Crimi ha ragione quando sostiene che gran parte del contributo finisce a pochi quotidiani (Avvenire, Libero, Quotidiano del Sud, Manifesto). Si crea una discrepanza. E, ancora, oggettivamente altre realtà qualificate stanno sul mercato senza godere di sostegni così incisivi.

Se ne può discutere, si diceva. Nella vita, però, c'è sempre un problema di coerenza. Come spiegano i dirigenti del M5S questa battaglia con la vergognosa lottizzazione che si sta verificando alla Rai? Ieri sono stati nominati addirittura trenta vicedirettori nei vari tg. Hanno stipendi altissimi e sono rigidamente legati a carri, carrocci e stelline. Ecco, noi di Salenincorpo vogliamo parlare di tutto, magari iniziando proprio dalla Rai che viene, oltretutto, pagata dai contribuenti.

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Avvertenza ai lettori: crediamo certamente che le domande siano la cosa più importante. Non c'è niente senza le domande. Per questo, e per un tariffario da mercato pubblicato sul blog di Beppe Grillo come avvertenza ai giornalisti ficcanaso/scocciatori/prezzolati ecc. ecc., le risposte non le troverete. 

 

 

 

 

 

Partirei da lontano. Ma non c’è tempo e non c’è denaro. Come ci si sente a farsi pagare per rispondere a delle semplici domande da parte di chi fa il peggior lavoro del mondo, pregno di servilismo e bugie?  C’è un modo per imparare qualcosa senza versare oboli e denari?  

 

Dagli spettacoli "contro" alla protesta organizzata, passando per la controinfor...

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Giorgia Meloni

L'ultimo episodio risale, di fatto, a poche ore fa. Oliviero Toscani ha definito Giorgia Meloni "brutta, ritardata e volgare". Ma il campionario della cafonaggine istituzionale e non è da brividi. Il ministro Salvini consiglia a uno dei migliori magistrati italiani, Armando Spataro, di andare in pensione. Il capo della procura torinese ha la colpa di avere fatto notare al ministro che non si può parlare di un blitz antimafia quando è ancora in corso. E a proposito del leghista sempre il nostro Toscani lo ha definito un "imbecille totale".

Non c'è rispetto per le persone, non c'è rispetto per i ruoli pubblici. E così il governatore De Luca pensa che Salvini, dopo la rottura con la Isoardi, possa fidanzarsi con Rosy Bindi, una donna "narcotizzante". A tutti capita di perdere le staffe e i social amplificano questa ondata di maleducazione. E' accaduto anche a me e ne faccio ammenda. Stiamo perdendo il senso della misura confondendo gli sfottò con le offese.

Inoltre, e la cosa diventa ancora più odiosa, spesso si incontra una volgarità sessista. Non è bello sentire Di Battista chiamare "verginella" Massimo Giannini durante un dibattito televisivo. Gli esempi sono tanti. Credo che tutto ciò accada perché il paese è in piena decadenza culturale e civile. Non sapendo argomentare offendiamo e, quando ci rispondono urlando, alziamo ancora di più la voce. Una cosa penosa. E non mi conforta il fatto che all'estero non stanno messi tanto meglio di noi.

 

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Fateci caso, tranne qualche rarissima eccezione, di droga non parla più nessuno. Eppure il narcotraffico non è un problema, è il problema. Dovrebbe avere tutti i requisiti per essere sempre al centro dell'attenzione. Poche industrie al mondo fatturano come il mercato delle droghe. Poche industrie al mondo, in tutto il mondo, danno lavoro come il mercato delle droghe. Poche questioni nell'universo sono talmente trasversali come la droga.

Il problema è di tutti. I ricchi lo nascondono in casa o in qualche costosissima clinica all'estero. I disgraziati si sbattono una giornata intera e, alla fine, crepano nell'indifferenza generale. C'è un pensiero dominante: chi si droga fa una scelta, conosce i rischi e, in fondo, se ci resta sono cazzi suoi.

Non è vero, sono cazzi di tutti. Quando scopri, magari casualmente, che tuo figlio sniffa sei entrato nel sistema, c'è poco da fa...

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Faccio il giornalista e amo il mio lavoro. Sono su piazza da oltre un trentennio e il mio primo stipendio vero (articolo 2 alla Città di Salerno, un milione e cento al mese) l'ho visto alla veneranda età di 35 anni. Prima i soldi erano solo un optional. Faccio il cronista in un giornale locale. I "giornaloni" non so nemmeno come sono fatti. Sono un deschista che da oltre vent'anni ha il privilegio di formare giornalisti. Almeno ci provo.

Alcuni di questi ragazzi, bravissimi, hanno dovuto cambiare mestiere. Altri hanno scelto, o sono stati costretti a scegliere, altre strade. Qualcuno si è sistemato, meritatamente e senza raccomandazioni. Sono fiero di questo. Non mi infilo nei dibattiti infidi e inutili sulla libertà di stampa e altri cazzeggi. Francamente me ne frego.

Continuo a pensare che un giornalista debba essere onesto e riconoscere i suoi errori. Mi riguarda an...

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Da sinistra Toninelli e Di Maio

Non scherzo: una volta ho votato il M5S. Nella fase iniziale fui colpito da questo movimento che nasceva dal basso, parlava con la gente per strada, alzava gazebo dove c'era un po' di spazio libero. Di fronte a una sinistra già in fase di avanzata imbalsamazione i grillini erano un elemento di oggettiva novità.

Certo, dovevi sorbirti le idiozie di Grillo e un rigido regolamento interno che, con il passare del tempo, ha incancrenito sempre di più i rapporti con gli organi di informazione. Inoltre, almeno a me, certe battaglie mi sembravano oggettivamente patrimonio anche della sinistra: garantire un reddito dignitoso a chi non ha lavoro, l'acqua pubblica, una considerazione sempre critica rispetto alle grandi opere, quel vincolo di mandato che significava non fare i politici a vita e tanto altro.

Poi qualcosa si è rotto. Avevo sempre avuto forti perplessità sui meccanis...

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