"Una infinità di persone subirono violenze che hanno segnato le loro vite. In questi sedici anni non si è riflettuto a sufficienza. E chiedere scusa a posteriori non è bastato". Ancora: "Nella caserma di Bolzaneto, lo dico chiaro, ci fu tortura. Siamo una istituzione sana e non dobbiamo temere leggi o controlli". Continuando: "Al poso di De Gennaro mi sarei dimesso". Infine: "Non ci sarà mai più una nuova Genova: questo tempo non è passato invano".
A dire queste cose, in una bellissima intervista a "Repubblica", non è un pericoloso estremista ma il capo della polizia Franco Gabrielli. Tanto è stato detto e scritto su quella infamia delle torture durante il G8 nel luglio del 2001 a Genova. Il problema è che tre dirigenti della polizia di Stato condannati per quei fatti in via definitiva potrebbero tornare in servizio perché è scaduta la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici (cinque anni per l'esattezza). Si chiamano Gilberto Caldarozzi: era capo dello Sco. Poi c'è Spartaco Mortola che era al vertice della Digos di Genova. Infine Filippo Ferri: guidava la Mobile di Firenze.
Riammetterli in Polizia significherebbe offendere chi subì quelle violenze e anche i tanti poliziotti che fanno onestamente il loro lavoro.