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Ultimo aggiornamento il 02/05/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Editoriali/828

Questo articolo di Gianmaria Roberti è apparso oggi sul Quotidiano del Sud.

 

In Italia ci sono quasi 240mila imprese a rischio usura, e il 2,0% è della provincia di Salerno, sesta in Italia per numero complessivo. Sono 4.850, tra aziende e partite Iva salernitane, a presentare esposizioni bancarie deteriorate, secondo la definizione della normativa europea. Ovvero, risultano “schedate” come insolventi, presso la Centrale dei Rischi della Banca d’Italia. E tutte viaggiano, potenzialmente, verso l'abbraccio mortale dei cravattari. Questo perché la classificazione di insolvente, per legge, pregiudica l'accesso al prestito erogato da banche e società finanziarie. Un bel nodo gordiano, ostativo pure per le ultime misure agevolate, varate dal Governo col decreto Liquidità. I dati, aggiornati al 31 marzo scorso, arrivano dall'ufficio studi della Cgia di Mestre.

Sono cifre raccolte in piena tempesta Covid, a lockdown sancito da nemmeno 30 giorni. E quindi, suscettibili di ulteriori aggravamenti.Campania terza regione per imprese a rischio. Tra le regioni, la Campania è terza per numero di imprese a rischio. «Al 31 marzo di quest’anno - spiega la Cgia-, il maggior numero di imprese affidate con sofferenze era localizzato al Sud. In totale erano 80.500, contro le 59.659 del Centro, le 57.325 del Nordovest e le 39.369 del Nordest. A livello regionale è la Lombardia a guidare la graduatoria con 36.024 imprese in sofferenza. Seguono il Lazio con 24.328 e la Campania con 21.762. A livello provinciale, invece, la situazione più critica si presenta a Roma con 18.041 imprese in difficoltà a restituire i prestiti contratti.Seguono Milano con 13.240, Napoli con 11.004 e Torino con 8.328». 

L'Associazione Artigiani e Piccole Imprese coglie l'occasione pe...

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Questa analisi di Gilberto Corbellini è apparsa oggi sul Fatto.

 

Tra le controversie politico-culturali che in questo frangente di storia dell’occidente accendono maggiormente le passioni, un posto di rilievo lo occupa il problema di giudicare cosa è “naturale”, ovvero la questione se quello che crediamo “naturale” sia tale e perché, e se cose o scelte giudicate “innaturali” sarebbero in quanto tali dannose o moralmente sbagliate.

Le discussioni sulle cause della pandemia in corso e le minacce rappresentate da agenti infettivi d’origine selvatica fanno, per esempio, riferimento agli interventi umani ai danni della biodiversità naturale e qualcuno, addirittura, sostiene che quanto sta accadendo sarebbe una vendetta della “natura” per lo sfruttamento e la distruzione dell’ambiente. Nessuno può negare che un numero significativo di infezioni emergenti che hanno m...

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L'ex governatore Caldoro

Questo articolo di Vincenzo Iurillo è apparso oggi sul Fatto.

 

Il Benjamin Malaussène del centrodestra in Campania ha la faccia gioviale di Armando Cesaro, 38enne capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale e, ahilui, figlio del chiacchieratissimo senatore Gigino ’a Purpetta e degli altrettanto chiacchierati zii, tutti finiti al centro di inchieste sui rapporti tra politica, camorra e imprenditoria nel ventre del napoletano. Cesaro jr, come Nicola Cosentino sette anni fa, sfibrato dal rinfaccio di un processo per voto di scambio a Napoli Nord, ha abbracciato il ruolo di capro espiatorio. Stavolta del furore giustizialista della Lega di Matteo Salvini, che ha preteso “liste pulite” per accettare l’investitura ad aspirante governatore dell’azzurro Stefano Caldoro. Così ha deciso di non ricandidarsi. Ma, come allora Cosentino (ma lui fu fatto fuori), è l’unico.

Per un piccolo Cesaro che fa un passo indietro (“di lato”, precisa lui), ci sono frotte di imputati, indagati o figure imbarazzanti su cui la Lega fa finta di niente. A cominciare dall’uomo che prima delle elezioni del 2010 fabbricò un dossier proprio contro Caldoro. Un dossier che nacque su input di Cosentino e che fu visionato da Denis Verdini. Rieccolo, Ernesto Sica, l’autore di quel plico di cartacce diffamatorie spedite qui e lì e pubblicate su un sito, l’ex sindaco di Pontecagnano, l’ex giovane promessa della Margherita e del Pd in quota De Mita, poi folgorato da FI dopo alcune notti estive nella magione in Sardegna di Silvio Berlusconi, alla quale fu introdotto da un imprenditore di Battipaglia.

Sica sarà candidato a Salerno in Fratelli d’Italia: negli anni scorsi ha chiesto scusa a Caldoro, che le ha accettate e si è accontentato di un risarcimento simbolico di un eu...

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Questo commento di Tommaso Di Francesco è apparso sul Manifesto.

 

In fondo non è successo nulla di nuovo. E questo è davvero grave. Il voto in Senato sulla Libia, dove riconosciamo come interlocutore istituzionale la cosiddetta «guardia costiera libica», è stato bipartisan, come è quasi sempre accaduto dalla guerra in Iraq del 1991. L’approvazione anche stavolta arriva da una sovra-coalizione patriottica, e anche stavolta in aperto dispregio della nostra Costituzione che «ripudia la guerra» e delle nostre leggi (che vietano la vendita di armi a paesi in guerra e che violano i diritti umani).

Ben 260 sì, 142 della maggioranza che sostiene il governo Conte e 118 delle opposizioni di destra. Benvenuta dunque la pattuglia – che ci piace definire «di sinistra» – di 14 senatori che hanno detto no e i due che si sono astenuti. Ma può bastare a fare chiarezza sul ruol...

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Eziolino Capuano

Questo articolo di Luigi Amati è stato pubblicato oggi sul Quotidiano del Sud.

 

Ha perso un’altra scommessa, Eziolino Capuano. Stavolta il capolinea è Avellino: un pareggio senza reti in casa della Ternana, l’addio ai play off di serie C e come per magia, puff, Capuano non c’è più, mandato via con tutto il suo bagaglio di presunte magie tattiche, moduli, proclami, promesse, roboanti conferenze e spesso spettacolari pre e post partita. Non è la prima volta per il tecnico salernitano, eppure proprio in questa circostanza si avverte il sapore di beffa, perché l’Avellino lo aveva preso al quattordicesimo posto portandolo ai play off, con tutto il corollario di difficoltà e problemi legati anche alla lunga sosta per l’emergenza Covid.

Ma tant’è, dev’essere che per Capuano il destino professionale indossa quasi sempre lo stesso abito, percorre strade che finiscono s...

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Il sindaco Canfora

Sarà l’aria preelettorale legata al voto regionale, sarà il clima post Covid, ma in quasi tutte le amministrazioni dell’Agro i sindaci stanno pensando a dei ritocchi in giunta. Non sono le solite indiscrezioni che lasciano il tempo che trovano. In molti casi sono stati gli stessi sindaci ad affermarlo con chiarezza. Nelle loro amministrazioni va cambiato qualcosa. Ecco una mappa ragionata della situazione nel comprensorio.

Sarno. Il sindaco Giuseppe Canfora, deluchiano di ferro, ha due casi spinosi da risolvere. Si tratta del vicesindaco Robustelli e dell’assessore Salerno. Entrambi sono stati tirati in ballo da Alessandro Montuori nell’ambito della vicenda “concorsopoli”. Nessuno dei due è indagato, ma la situazione ha creato oggettivi imbarazzi tanto che Salerno aveva anche presentato le dimissioni che il primo cittadino, però, ha respinto. Questo fatto, però, non cambia la ...

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