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Ultimo aggiornamento il 29/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/850

Dove eravamo rimasti? In questi anni noi di sinistra insoddisfatti della politica (?) del Pd e dubbiosi rispetto a Leu siamo rimasti zitti. Un silenzio assordante che ha eliminato le differenze, appiattito qualsiasi cosa, dato spazio a un populismo all'amatriciana di cui Salvini è stato il massimo interprete.

C'è bisogno di recuperare il terreno perduto. Non si tratta di fondare l'ennesimo partito, dio ce ne scampi e liberi. Partendo dal nostro disastrato Agro è necessario elaborare un progetto per il territorio. La strada maestra per farlo rimane la creazione di una rete civica che inglobi le intelligenze più sensibili. Fondamentale deve essere, poi, anche l'azione di controllo. Come su questo sito Lorenzo Guarnaccia ha scritto mesi fa arriverà una cascata di miliardi e troppi squali si intravedono già all'orizzonte.

Vecchi e nuovi amici devono ricominciare a parlare, a litigare anche, perché le differenze esistono e far finta di non vederle è un errore grossolano. Non puoi vivere in un posto, lamentarti e non fare niente per cambiare le cose. Le persone, quando vogliono, possono incidere. Concludendo, abbiamo un'occasione unica per evitare che l'Agro per l'ennesima volta venga schiacciato tra Salerno e Napoli. Cerchiamo di non buttare al vento questa opportunità.

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l 6 gennaio del 1980 il presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, sale a bordo della sua Fiat 132 insieme alla sua famiglia. Pochi attimi dopo, in via della Libertà a Palermo i killer si avvicinano all’autovettura e sparano diversi colpi di pistola. Il resto è impresso nelle immagini della fotografa siciliana Letizia Battaglia giunta sul luogo. Il suo scatto in bianco e nero ritrae l’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accovacciato di fianco all’auto con in braccio il corpo del fratello martoriato dai proiettili e circondato dalla folla. Fin da subito le indagini della Procura di Palermo seguono la pista nera, dopo la testimonianza di Irma Chiazzese che aveva riconosciuto nella figura di Giuseppe Valerio Fioravanti il killer “dagli occhi di ghiaccio” che assassinò suo marito. Insieme a Fioravanti venne indagato anche Gilberto Cavallini, ma entrambi fu...

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Questo articolo di Miles Johnson è apparso sul Financial Times.

 

A un osservatore casuale sarà sembrata solo una delle tante pagine Facebook che dispensava aforismi motivazionali (insieme a qualche occasionale minaccia). Invece “Onore è dignità”, 18 mila “mi piace”, era un vero e proprio esercizio di “social media branding” realizzato da un mafioso italiano. Per cinque anni, prima di finire in carcere nel 2017 con una condanna a 30 anni, il capo ‘ndranghetista Vincenzo Torcasio, di Lamezia Terme, si è meticolosamente costruito un consistente seguito online, attraverso un improbabile mix di immagini kitsch di rose e di cuori, citazioni dello scrittore Paulo Coelho e occasionali perle di saggezza gangster.

In alcuni post se la prendeva con le regole carcerarie dello Stato italiano contro la mafia. In altri pubblicava immagini di grandi somme di denaro scrivendo “quando ci sono di mezzo questi non ci si può fidare di nessuno”. Per gli esperti di mafia, il tentativo di Torcasio di diventare un influencer è la prova di una svolta social operata da alcuni boss italiani dopo anni in cui generalmente la regola è stata mantenere un profilo basso per non suscitare le attenzioni delle autorità. “La mafia ha sempre fatto attività di branding per il suo marchio”, ci dice Federico Varese, esperto di criminalità organizzata e professore all’Università di Oxford. “Adesso è cambiato il mezzo, ma gli obiettivi sono gli stessi”.

“Le organizzazioni criminali potenti tendono a ridurre le occasioni di ricorso alla violenza. Se tu sai che sono un mafioso e prendi in prestito dei soldi da me sai già che non ti conviene fare scherzi. La reputazione aiuta a evitare la violenza, che in genere attira l’attenzione. Perciò costruire questa reputazione è un investi...

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In questi giorni di difficoltà per il Governo si sono sentite alte e forti le voci di notissimi “nominati” come Boccia, Franceschini, ecc. dichiararsi pronti ad andare subito alle urne e di non aver paura del voto popolare (sic!). Insieme alla (normale) richiesta dell’opposizione di far ritorno al voto con le dovute eccezioni, vedi il morbido consenso della Lega pronta a “sacrificarsi” in un governo sostenuto dai transfughi dei 5S e di un Berlusconi sempre pronto ad essere responsabile! Potenza unificante dei 209 miliardi di euro che qualcuno dovrà “maneggiare”. 

È la seconda parte della commedia, mentre fuori infuria la tragedia della pandemia e avanza velocemente la trasformazione epocale dell’economia mondiale con la decadenza sempre più marcata dei vecchi imperialismi e l’affermarsi prepotente di nuove potenze economiche, commerciali e militari. La Ue per chi scrive resta ...

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Norma Rangeri

Abbiamo vissuto un anno terribile, sconvolgente, senza uguali. Il virus-killer è arrivato tra noi mentre eravamo alle prese con appuntamenti di grande rilevanza politica (il referendum costituzionale, le elezioni regionali, i processi di Salvini…), ignari di quel che stava per capitare. Poi tutto è successo. Sofferenza, dolore, lutti. E non solo per l’Italia ma per miliardi di persone, costretti, per la prima volta, a fronteggiare un nemico presente in ogni angolo del Pianeta.

Un nemico forte, particolarmente spietato nel nostro Paese, terreno fertile per la sua micidiale missione distruttiva: strutture sanitarie fragili e insufficienti; confusione organizzativa, debolezza decisionale e disorientamento del governo centrale, spinte centrifughe delle Regioni. Con un protagonismo mediatico eccessivo di una parte della comunità scientifica, artefice di messaggi contraddittori e ir...

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Gaetano Ferrentino

Gaetano Ferrentino ci ha lasciato. L'ex vicesindaco di Sarno, avvocato, poco più che quarantenne, sposato con figli, pare sia stato vittima di un infarto. Gaetano era un avvocato con la passione del giornalismo, del calcio e della politica. Era un amico con cui ho lavorato per anni.

Pochi minuti fa ho avuto la notizia e non volevo crederci. Avevo scritto di lui in occasione delle sue dimissioni da assessore. Un rapporto che si era fortificato con il tempo. Una scrittura la sua pulita, chiara anche quando affrontava argomenti tecnici. Si faceva capire sempre Gaetano. E la sua disponibilità era straordinaria. Piango un amico e un collega. Sarno piange un uomo profondamente legato alla sua terra. Una volta mi raccontava la storia del vecchio cronista, di quello che le notizie le prende al bar la mattina, insieme al primo caffè.

Mi mancherai amico mio.

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