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Ultimo aggiornamento il 28/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/850

Il mostro orribile della pedofilia nasce e si alimenta anche nei piccoli centri, come a Colliano, comune dell’entroterra a sud di Salerno. Ma quando il tessuto sociale è sano, esiste la forza di ribellarsi e denunciare. Nessuno può dirsi fuori da certi pericoli, pulsioni perverse e comportamenti devianti non sono prerogativa dei grandi centri, il lupo è in agguato sempre ed ovunque, da nord a sud, dalle metropoli ai paesini. La cronaca e le risultanze giudiziarie di questi giorni ci dicono che l’orco è un insegnante di musica, figlio unico di genitori benestanti, occhi azzurri e stazza poderosa. Ha un eloquio tranquillizzante, leggermente interrotto da un disturbo del linguaggio che lo rende ancora più empatico. In più, un sorriso allegro e sempre pronto è la chiave della sua simpatia sorniona. Ma dentro di sé nasconde un mostro: la passione morbosa per gli adolescenti, non importa se maschi o femmine. Tutto più facile se sei un docente, se in una scuola media hai lezioni individuali grazie alla materia che insegni, ovvero educazione musicale.

Puoi avvicinarti alla preda con più facilità per trasformarti in un orco che accarezza, palpeggia e invade l’intimità di una studentessa tredicenne. Il gioco è impari. La sorpresa, prima, il terrore, poi, impediscono reazioni adeguate. La vergogna, la paura di essere additati e non creduti, ma soprattutto quel maledetto senso di colpa che porta la vittima a sentirsi inconsciamente causa dell’abuso, inducono troppe volte al silenzio. Meglio subire, che passare per provocatrici. E’ questa la fortuna, l’arma vincente del predatore. E l’orco va avanti così, forte del suo ruolo e della sua aurea di animo gentile, artista dedito alla musica ed alla formazione culturale dei suoi allievi. Così forte della sua impunibilità, così...

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La piccola Ella

Complice il clima pre natalizio la notizia è passata sotto traccia e si rischia di dimenticare una fondamentale sentenza in tema di ambiente della fine del dicembre scorso. Questa è la storia di Ella, uccisa dall'inquinamento.

 

La sentenza è storica. Ella, nove anni, è stata uccisa dall’inquinamento. Così una corte di Londra ha deciso sul caso di Ella Kissi-Debrah, morta nel 2013 per attacchi d’asma sempre più forti. Secondo la sentenza questi attacchi sono stati provocati dalla lunga esposizione allo smog. La bambina viveva nel Sud Est di Londra, a 25 metri dalla South Circular Road a Lewisham, una delle strade con maggiore traffico della capitale britannica. Era dunque stata esposta a lungo a livelli altissimi di biossido d’azoto e polveri sottili.

Aveva una forma d’asma particolarmente rara e grave. Secondo il medico legale «l’inquinamento dell’aria ha forn...

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Raffaele Imperiale

Può il ricercato numero uno della Direzione distrettuale antimafia di Napoli rilasciare interviste dalla sua latitanza dorata di Dubai usando parole e toni che suonano beffardi per i magistrati che ne ottennero l’arresto e per il ministero di Giustizia che sta provando a estradarlo? Certo che può, lo ha fatto: l’intervista a Raffaele Imperiale è apparsa venerdì scorso su Il Mattino, a firma di un tenace cronista di giudiziaria, Leandro Del Gaudio. E per capire l’importanza dello scoop e il rumore che ha provocato nel Palazzo di Giustizia di Napoli, è necessario fare un passo indietro e spiegare ai non addetti ai lavori di chi stiamo parlando.

Imperiale ha 47 anni e una fama mondiale: è l’uomo che ha ricettato due Van Gogh rubati nel 2002 dal museo di Amsterdam e ritrovati nel 2016 dietro l’intercapedine di un muro della villa dei suoi genitori a Castellammare di Stabia. Da quasi quindici anni vive a Dubai, alla luce del sole. Da uomo libero, al riparo da rogatorie e tentativi di estradizione che lo inseguono da cinque anni. Contro di lui ci sono accuse di narcotraffico internazionale, cristallizzate in un’ordinanza di custodia cautelare che ne ha ripercorso i trascorsi nel clan degli Scissionisti, e le trasferte ad Amsterdam nel coffee shop aperto dal fratello e frequentato dai grossi narcotrafficanti olandesi coi quali inizierà a fare affari. Su Imperiale grava anche una sentenza di colpevolezza confermata dalla Cassazione che però ha chiesto alla Corte d’Appello di ricalcolare la pena, fissata in primo grado a 18 anni e ridotta poi a otto anni.

Nel 2019 lo avevamo lasciato tra le pieghe di quindici arresti contro un cartello della droga a Napoli. L’ordinanza lo indicava come superbroker del rifornimento di quintali di cocaina spacciata al dettaglio ...

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Usciremo fuori da questo tempo sospeso, dal bollettino quotidiano dell’indice RT, dei nuovi contagi, dei decessi e dei posti occupati in Terapia Intensiva. Usciremo fuori dalle fasce rosse, gialle o arancioni. Forse, come in un nuovo dopoguerra, usciremo fuori dalla crisi epocale che in un anno ha fatto chiudere attività commerciali, scattare casse integrazioni più virtuali che concrete, fallire imprese e relegato all’oscurità tanti lavoratori al nero. Di questi ultimi nessuno parla, nessuno intervista un pizzaiolo, un cameriere, un operatore di call center; nella guerra pandemica sono diventati ancora più invisibili i lavoratori senza garanzie, senza stipendio e senza identità sociale ed emerge, implacabile, quanto la solidarietà sia declinata secondo l’attenzione che suscita a livello mediatico. Ne usciremo grazie alla campagna vaccinale, pensavamo.

Oggi, l’obiettivo si allo...

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Iacopo Luzi

“Gli Stati Uniti mi hanno dato la possibilità di non abbandonare il mio sogno, in Italia avrei dovuto cambiare mestiere”. Iacopo Luzi ha 32 anni ed è originario di Fermo. Emigrato oltreoceano dal 2015, oggi è senior journalist per il network Voice of America. “Ho trovato qualcuno che ha creduto in me e non era scontato”, dice. Poco dopo l’inizio della pandemia ha ottenuto una green card, il documento che permette ad uno straniero di risiedere illimitatamente sul suolo americano. Per lui, “un traguardo”. In pochi anni con la sua telecamera ha raccontato proteste in paesi sudamericani, uragani, raccontato la quotidianità, e oggi è uno dei volti che racconta la politica a stelle e strisce a milioni di spettatori. “L’Italia? Se ne avessi la possibilità tornerei perché sulla qualità della vita il nostro Paese è il migliore del mondo”.

Quando arriva negli Usa ha un visto per student...

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Rosaria D'Itria

Se n’è andata in punta di piedi, sola con il suo dolore. Senza nessuno accanto, senza funerale, senza niente. Era Rosaria D'Itria, mamma e nonna, vittima del Covid, di un contagio contratto all’interno della struttura ospedaliera che la ospitava. Sì, può capitare che anche l’ospedale “uccida”. E’ una storia triste, quella di Rosaria, paradigma di tante altre storie, tutte scandite dalla solitudine non scelta, imposta da protocolli senz’anima che costringono degenti e parenti allo sforzo più innaturale, quello di stare lontani dai propri cari nel momento più difficile. Partiamo dall’inizio.

Capita di entrare all’Ospedale del Mare, in tempi di Coronavirus, per urgenze indifferibili e contrarre il Covid, restare soli per due mesi e prepararsi per l’ultimo viaggio. Sessanta lunghi giorni, comprese le feste di Natale. Capita che al Covid si sommi un virus ospedaliero delle vie resp...

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