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Ultimo aggiornamento il 05/05/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/854

Le mafie sono in connessione intima con il sistema agricolo nazionale e internazionale. La terra ha sempre rappresentato la carta di identità originaria di clan, ’ndrine e cosche varie. Possedere in via esclusiva terreni e aziende agricole, insieme a tutto ciò che con esse deriva, costituisce per le mafie l'espressione di una potenza che legittima, anche sotto il profilo sociale, il loro dominio sulle cose dell'uomo e della natura. Non è vero che è un business superato. Esso è invece ancora il seme del loro potere e della loro identità. Quest'attività criminale ha assunto dimensioni e organizzazioni avanzate. 

Secondo Gian Carlo Caselli, responsabile dell'Osservatorio sulle Agromafie, e Gian Maria Fara, presidente di Eurispes, ancora oggi la mafia «condiziona il mercato, stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l'esportazione del nostro vero o falso made in Italy, la creazione all'estero di centrali di produzione dell’Italian sounding». Le mafie sono ancora una centrale di produzione di ricchezza e di potere che affonda radici e identità nei terreni agricoli, nei prodotti ortofrutticoli che da essi derivano, nei grandi mercati ortofrutticoli d'Italia e nella catena del valore e del profitto che concorre, insieme alle strategie e pratiche scorrette della grande distribuzione organizzata, a determinare i prezzi dell'ortofrutta italiana, stritolando la buona impresa e il lavoro dignitoso e contrattualizzato. Le cifre parlano chiaro. 

Secondo l'Osservatorio Placido Rizzotto della Flai-Cgil sarebbero circa 450mila nel 2020 i lavoratori e le lavoratrici che in agricoltura, ogni anno, vivono forme varie di sfruttamento lavorativo e disagio abitativo, di cui circa 180mila obbligati...

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Alessandra Buonanno

Un record assoluto per l’Italia anche questo. Per la prima volta la medaglia Dirac, uno dei principali premi scientifici internazionali, è stata assegnata a una ricercatrice italiana, Alessandra Buonanno, che lavora in Germania, nell’Istituto Max Planck per la Fisica gravitazionale di Potsdam. Assegnata dal Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam (Ictp), la medaglia Dirac premia Buonanno per le sue ricerche teoriche alla base della rilevazione delle onde gravitazionali. Oltre a essere la prima italiana, Buonanno è la seconda donna in assoluto a ricevere la medaglia Dirac. Con lei sono stati premiati i fisici Thibault Damour, Frans Pretorius e Saul Teukolsky.

Laurea, master e dottorato all’Università di Pisa in Italia, la scienziata è ricercatrice associata al Cern e ha conseguito un post dottorato presso l’Institut des Hautes Etudes Scientifiques (IHES) in Francia ...

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Caso vuole che queste righe sulla vicenda Ponte siano scritte al termine di una delle numerose odissee a cui si va incontro percorrendo l’autostrada che collega le due principali città dell’isola e le due metà della stessa Sicilia. In un’autostrada di meno di 200 chilometri per buona parte su corsia unica tra deviazioni e cantieri che rivaleggiano, per età, con le vestigia della Magna Grecia.

Basterebbe questo, in tutta onestà, per ridere davanti alla magnificazione del ponte sullo Stretto e alle magnifiche sorti progressive della mobilità tra Sicilia e terraferma. Basterebbe, insomma, raccontare di ferrovie a binario unico, di tempi di percorrenza indecenti per i collegamenti su gomma, di traghetti residuati bellici per le isole minori per capire come il ponte sia davvero l’ultimo dei problemi per le infrastrutture siciliane.

Ma, diciamocelo onestamente, nessuno crede realizzabile il ponte. Nessuno, neppure i più fanatici sostenitori dell’opera, lo considera realizzabile. E neppure utile per il sistema dei trasporti. No. Il ponte è oramai un’arma di distrazione di massa sempre utile da evocare. Magari per non parlare di interventi concreti e realizzabili quanto urgenti per cui nessuno è disponibile ad assumersi responsabilità. Non è un caso se la stessa commissione del ministero dei Trasporti che ha depositato un dossier – l’ennesimo – per spiegare l’assoluta indispensabilità del ponte sullo Stretto si è ben guardata da spiegare i motivi di questa necessità.

Il ponte diventa così un feticcio ideologico, qualcosa a cui nessuno riesce a dare una spiegazione razionale ma che, comunque, è indispensabile. Ma a chi? Non certo a chi ha necessità di trasportare le proprie merci dalle aree di produzione al continente. A meno di non trovare indispensab...

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Il porto di Salerno

A giugno 2020, nel porto di Salerno, la guardia di finanza del nucleo economico finanziaro (Pef), ha sequestrato oltre diciassette tonnellate di sostanze stupefacenti: poco meno di tre chili di hashish e più di 14 di captagon, meglio conosciuta come “droga della jihad”, un cloridrato di fenetillina, anfetamina e altre sostanze stimolanti viene assunto in modo capillare da chi combatte la Guerra Santa e dai terroristi dell’Isis. Le droghe erano nascoste all’interno di quattro container commerciali provenienti dalla Siria, con transito allo scalo commerciale campano e diretti in Medio Oriente. Ora i responsabili di quello scambio sono stati arrestati.

L’ARRESTO DEI BROKER

I due broker sono stati arrestati dai militari della guardia di finanza di Salerno e Napoli con l’accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Si tratta di Alberto Eros Amato, il titolare...

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Vincenzo De Luca

Si prepara il terreno per il Vincenzo De Luca III, il governatore della Campania ‘minaccia’ di restare in carica altri nove anni, fino al 2030, quando avrebbe 81 anni, Mattarella scansati che a ‘soli’ 80 anni ha annunciato di volersi riposare. Sarebbero 15 anni consecutivi per De Luca, altri nove anni di dirette Fb ogni venerdì. Comunque non sarebbe un record. Roberto Formigoni fu presidente della Lombardia per 18 anni, dal 1995 al 2013.

Insomma, c’è l’ipotesi di approvare la possibilità di un terzo mandato in Regione Campania e De Luca a domanda risponde senza nascondersi dietro a un dito. “Faremo quello che ha fatto la Regione Veneto e altre regioni. Da quando si approva la legge elettorale della Campania scatta la norma dei due mandati, niente di particolarmente innovativo. È una linea già segnata da qualche altra regione”. La nuova legge dovrebbe essere già pronta o quasi,...

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L’Unione europea comprerà i vaccini Pfizer e Moderna a prezzi più alti rispetto al passato, come rinegoziato coi due colossi farmaceutici – che forniranno fino a 2,1 miliardi di dosi entro il 2023 – dopo i test di fase tre, che hanno evidenziato che i vaccini a mRNA delle due case farmaceutiche hanno una maggiore efficacia rispetto ai sieri più economici sviluppati da Oxford-AstraZeneca e Johnson&Johnson.

Gli accordi, scrive il Financial Times, prevedono dunque che il nuovo prezzo per i vaccini Pfizer è di 19,50 euro contro i 15,50 delle precedente fornitura mentre quello di Moderna sale invece a 25,50 dollari a dose, sopra i 22,60 dollari del precedente accordo ma meno dei 28,50 dollari inizialmente previsti dopo che l’ordine è stato ampliato. In sostanza, Pfizer ha aumentato il prezzo di oltre il 25% e Moderna di oltre il 10%. Il Financial Times (Ft) sottolinea che le ri...

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