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Ultimo aggiornamento il 23/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/847

A sinistra Francesca Lo Monaco D'Angelo

È scampata alla strage delle Torri gemelle grazie alla conserva di pomodoro. A volte per salvarsi la vita non serve avere clamorosi colpi di fortuna: bastano gesti comuni, normali, ordinari. È quello che è successo Francesca Lo Monaco D’Angelo, nativa di Alcamo, in provincia di Trapani. È finita a New York nei primi anni ’70, quando ancora adolescente ha seguito i suoi genitori dall’altra parte dell’oceano. Come milioni di siciliani emigrati, Francesca è arrivata nella Grande mela per rimanerci: studia, lavora, mette su famiglia. Fa carriera come manager di una grossa compagnia d’assicurazioni e alla fine realizza il suo sogno: lavorare dentro alle Torri gemelle di Manhattan. “Le Twin towers – racconta – non erano soltanto un’icona dello skyline di New York city. Certamente facevano parte della vita di tutti i newyorkesi, ma erano anche un punto d’arrivo: rappresentavano l’ambizione, la forza della realizzazione, una sorta di simbolo di un traguardo raggiunto“. Una meta alla fine del sogno americano. “La compagnia per la quale lavoravo all’epoca, la Fireman’s Fund Insurance Company, aveva sempre avuto sede nei pressi del World trade center. Poi nell’aprile del 2001 ci eravamo trasferiti nella Torre numero 2, al 41esimo piano: a settembre avevamo appena finito di arredare gli uffici”. La Torre numero 2 del World trade center, nota anche come Torre Sud, fu la seconda ad essere colpita, tre minuti dopo le ore 9, e la prima a crollare, sessanta secondi prima delle 10. Solo che per fortuna quel martedì 11 settembre del 2001 Francesca non era in ufficio. Il motivo? Aveva preso un giorno di ferie per rimanere a casa e preparare la conserva di pomodoro, tradizionale rito di fine estate che migliaia di famiglie celebrano soprattutto nel Sud Italia e che la famiglia di Frances...

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Padre Puglisi

Il processo in esame riguarda l’omicidio del parroco della chiesa di San Gaetano nella borgata di Brancaccio, un sacerdote barbaramente ucciso a causa del suo impegno evangelico e sociale svolto in un quartiere periferico della città di Palermo, molto degradato e costretto a misere condizioni di omertà e di assoggettamento al potere mafioso locale. Padre Giuseppe Puglisi venne colpito alle spalle, attinto alla nuca da un unico colpo di pistola alle ore 20 e 40 circa del giorno 15 settembre 1993.

Stava rientrando a casa nel modesto appartamento sito nella locale Piazza Anita Garibaldi al civico 5 del quartiere di Brancaccio ed aveva appena raggiunto il portone esterno d’ingresso. Gli assassini lo avevano atteso in quel luogo. Rapida e silenziosa fu la sequenza del delitto. Il killer esplodeva il colpo con un’arma semiautomatica di calibro 7.65, munita di silenziatore e da una d...

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                                                                                                                      FUTUR🌻AMA                                        

 

In questo piccolo quaderno vengono illustrati, nei seguenti quattro capitoli, i dati della Sanità Regionale, Locale e Nazionale. 

Il capitolo 3 è dedicato alla Sanità dell’Agro Nocerino/Sarnese, fortemente depauperata nell’ultimo decennio e da ricostruire.

1. STRUTTURA REGIONALE DELLA SANITÀ CAMPANA prima e dopo. 

2. STRUTTURA OPERATIVA dell’Azienda Sanitaria Locale di Salerno

3. RIVALUTARE la SANITÀ dell’AGRO NOCERINO-SARNESE.

4. DEPAUPARAMENTO DELLA SANITÀ. Testimoniato dal confronto dei dati, pubblicati dal Ministero della Salute nell’Annuario statistico del Servizio sanitario nazionale, dell’anno 2019 con quello dell’anno 2010.

Questo articolo anticipa, pubblicando per il momento solo il punto 3, il quaderno che sarà, con i dati riportati, la base del confronto con le Istituzioni e con i cittadini. 

A cura di Giovanni Minardi - Nocera, 25 agosto 2021 -  

3. RIVALUTARE LA SANITÀ DELL’AGRO NOCERINO-SARNESE.

Scafati e Sapri, distano fra loro oltre 200 Km lineari, delimitano il territorio provinciale da nord a sud. La parte a Nord di Salerno, con una popolazione di 363.198 abitanti, occupa un “fazzoletto” di territorio di 305,69 km²  su un totale provinciale di 4.954,69 km²; la differenza di 4.648,36 km²  è per i 712.101 residenti degli altri 132 Comuni, a Sud dell’Agro. Se a tanto, si aggiunge la cattiva, per non dire pessima, distribuzione dei Servizi Amministrativi e Tecnici, portati tutti a Salerno, ci si renderà conto che in queste condizioni è difficile oltre che dispendioso, attuare le complesse fasi gestio...

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Libero Grassi

“Il 29 agosto 1991 è stato assassinato Libero Grassi, imprenditore, uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall’omertà dell’associazione degli industriali, dall’indifferenza dei partiti, dall’assenza dello Stato.” Questo il testo del cartello scritto dalla figlia Alice in via Alfieri a Palermo dove trent’anni fa è stato assassinato il padre. Libero Grassi, di famiglia antifascista, antifascista lui stesso, laureato in Giurisprudenza, intraprende la carriera imprenditoriale con grande successo prima a Milano e poi a Palermo, senza mai rinunciare alla militanza politica, alla sacrosanta passione di essere, di manifestarsi, di battersi per le proprie convinzioni, prima con il Partito Radicale e poi con quello Repubblicano. Consapevole di essersi messo in rotta di collisione con il potere mafioso farà pubblicare sul Giornale di Sicilia questa lettera aperta, pochi mesi prima del suo assassi...

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Grazia Accardo

“In Italia dopo il dottorato un giovane ricercatore non può accedere a fondi di ricerca e può solo iniziare contratti precari”. Grazia Accardo, 39 anni, napoletana, è andata via nel 2015. Direzione: Corea del Sud. Oggi vive e lavora nei Paesi Baschi, dove si occupa di ricerca su materiali per batterie allo stato solido. “Mi piacerebbe tornare, ma è quasi impossibile”.

Grazia si è laureata in Chimica industriale a Napoli e ha sempre lavorato in università. Dopo il dottorato è volata a Seul, grazie a un grant (assegno di ricerca, ndr) di 5 anni. Il primo impatto è stato traumatico, un’immersione in un ambiente e una cultura dove tutto era estremamente diverso: “Il cibo mi sembrava strano e immangiabile, era difficilissimo comunicare, leggere cartelli, insegne, indicazioni. È stato scoraggiante”, ricorda al Fatto.it. Quando ha visitato il centro di ricerca in cui avrebbe lavorato...

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Luigi Ciatti

L’usura è un reato emarginato, sottovalutato, sottostimato. Esiste da sempre, è citata persino nel Vecchio Testamento. Tutti sanno che c’è e sanno più o meno come funziona: questo basta a sentirla come un fenomeno naturale, a pensare che “c’è sempre stata e sempre ci sarà”. Tanto, al massimo riguarda i commercianti o gli imprenditori già protestati, o in fondo chi se la va a cercare o, peggio ancora, chi “frequenta certi giri”. Niente di più sbagliato. L’usura ormai è un fenomeno che non risparmia più nessuno. È sufficiente un rovescio economico, la perdita del lavoro, una separazione tra coniugi o la morte di un componente della famiglia, insomma un evento improvviso: viene meno il suo reddito e i conti non tornano più. Brutto dirlo, ma è così. E allora salta una o più rate del mutuo o del prestito, si diventa “cattivi pagatori”, la banca chiede il rientro del fido o c’è la scadenza ...

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