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Ultimo aggiornamento il 18/05/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/859

Vincenzo De Luca

L'inchiesta giudiziaria sulla gestione dei fondi Covid destinati agli ospedali modulari è appena all'inizio. Sarà la magistratura a stabilire se sussistano responsabilità. Da un punto di visto politico, però, è l'ennesima conferma del modo in cui gestisce il potere il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Il mondo si divide in due categorie: se non stai con lui sei contro di lui. Una posizione manichea che porta De Luca a circondarsi di personaggi, fatta salva qualche eccezione, sostanzialmente mediocri. Qui non si tratta della legittima scelta di avere un team di fiducia, ci mancherebbe. Quello che fa il governatore, però, è cosa diversa. Dovendo essere l'unico al centro non tollera osservazioni, critiche. E chi gli sta intorno accetta a capo chino.

Non rilascia una vera intervista da anni e spopola sui social con la caricatura di se stesso. Tutto ciò finisce per avere paradossalmente l'effetto di vederlo sottoposto a stupide contestazioni anche quando fa cose buone. Come governatore ha impedito la diffusione del virus intervenendo subito con le zone rosse. Da sindaco di Salerno, e si fa solo qualche esempio, ha avuto sempre un'idea chiara di città, attuando programmi puntuali, come quello che ha interessato la valorizzazione del lungomare. E si potrebbe continuare.

Ma il suo "sistema" lo ha portato anche ad errori catastrofici, come imporre la candidatura di un figlio alla Camera e farne entrare un altro come assessore al Comune di Salerno. Insomma, il suo unico partito è una sorta di famiglia allargata dove ti puoi accomodare solo se te lo consente. In questo è stato aiutato da un Pd inesistente e da una opposizione debole e priva di idee. 

Contestiamo il sistema De Luca perché rappresenta un modo vecchio di fare poli...

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Questo commento di Alberto Negri è apparso sul Manifesto.

 

Nulla qui esplode per caso anche quando sembra o è davvero un incidente. L’anno era cominciato il 3 gennaio con l’assassinio da parte di Trump del generale iraniano Qassem Soleiman, ucciso a Baghdad dopo una tappa in Libano e Siria. E continua adesso, nell’era del Covid-19, con la deflagrazione di un’intera città, Beirut. Questo è il Ground Zero del Libano, già in ginocchio per la pandemia, in default per la crisi economica, sociale e politica, soffocato dal conflitto in Siria, dai profughi, dalle tensioni con Israele, Paese con cui è ancora tecnicamente in guerra. Attentato, sabotaggio, incidente? Una cosa è certa: se la casa del tuo vicino brucia, prima o poi le fiamme arriveranno nella tua casa.

La nostra casa, il Mediterraneo, brucia da un pezzo e non per un presunto incidente ma per una precisa vo...

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Questa analisi di Tommaso Di Francesco è apparsa sul Manifesto.

 

Come ricorda la Camera del Lavoro di Bologna è indimenticabile l’immagine del presidente Sandro Pertini, accorso nel 1980 tra le macerie della strage del 2 agosto, che piangendo disse: «Siamo di fronte all’impresa più criminale che sia avvenuta in Italia». Dopo 40 anni l’immagine del presidente Mattarella che incontra i parenti delle vittime della strage della stazione di Bologna rappresenta in modo paradigmatico l’anomalia democratica vissuta dall’Italia nel suo primo trentennio di vita democratica.

In nessun paese d’Europa, infatti, si è mai vista una scena simile: le associazione dei familiari delle vittime di una «strage di Stato» che incontrano il capo dello Stato anch’egli con un fratello ucciso dal terrorismo. La strage di Bologna segna un punto di congiunzione, un architrave di vicende storiche centrali per la vita del Paese. Essa connette, attraverso personaggi di spicco del terrorismo neofascista, degli apparati di forza dello Stato e delle organizzazioni eversive come la P2, la prima fase della strategia della tensione, nell’arco di tempo che va dal 12 dicembre 1969 fino all’attentato sul treno Italicus del 4 agosto 1974 alla delicata e drammatica transizione dell’Italia nella fase post-Guerra Fredda.

Nell’ultima inchiesta della magistratura, infatti, i rinvii a giudizio coinvolgono, tra gli altri, da un lato Paolo Bellini, ex fascista di Avanguardia Nazionale, reo confesso dell’assassinio del militante di Lotta Continua Alceste Campanile e poi implicato nelle cupe vicende delle stragi di mafia del 1992-93 che lo videro a contatto con il boss Antonino Gioè in Sicilia; dall’altro Domenico Catracchia, amministratore degli immobili di proprietà dei servizi segret...

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Ormai ci siamo. A settembre si vota per rinnovare il Consiglio regionale e una ventina di consigli comunali in provincia di Salerno. Noi di Saleincorpo, che non accetteremo pubblicità elettorale, ci siamo chiesti come intervenire evitando gli spazi autogestiti e noiose interviste che sono solo comizi mascherati. Abbiamo deciso, alla fine, di rivolgere cinque semplici domande ai candidati sindaci e altre cinque ai consiglieri regionali sul territorio. Pubblicheremo le risposte ricevute.

Per i candidati sindaci.

1) Vi impegnate a non candidare nelle liste persone con pendenze giudiziarie in corso?

2) Potete illustrare il programma alla luce della situazione finanziaria del Comune?

3) E' possibile fare un bilancio delle cose fatte e di quelle che sono rimaste incompiute?

4) Garantirete nella scelta degli assessori che vengano investite del ruolo pe...

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Michele Russo, ingegnere, è un dirigente del'Agenzia per lo Sviluppo della Valle del Sarno.

 

La pubblicazione del bando di assegnazione di tre lotti attualmente disponibili, nel Pip di Sarno, per circa 5.000 mq complessivi, consentirà di completare il quadro degli assegnatari. Risulteranno così totalmente impegnati i circa 500.000 mq dei nuovi lotti previsti nell’area industriale di via Ingegno. 

Nella zona, dove erano già presenti alcuni insediamenti industriali di rilievo - tra cui la ex Star - a seguito della tragica frana del 1998, Governo e Regione Campania, decisero di pianificare la realizzazione di un’area industriale che potesse consentire di delocalizzare attività dalle zone a rischio del territorio e contemporaneamente offrire opportunità di insediamento e sviluppo di nuove attività. La localizzazione individuata, oltre ad offrire tra le migliori co...

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Mario Paciolla

Claudia Julieta Duque è giornalista e attivista per i diritti umani. Dal 2001 per il suo lavoro di indagine e denuncia in relazione a casi di desaparicion, reclutamento forzato e infiltrazione di gruppi paramilitari negli apparati statali è stata oggetto di minacce, intimidazione e vigilanza. In differenti occasioni è stata costretta ad abbandonare il suo Paese, la Colombia, per l’alto rischio che stava correndo. Questa è la sua testimonianza sulla morte di Mario Paciolla, volontario Onu in Colombia.

 

Non sono trascorse neppure 24 ore dalla consegna a New York dell’ultimo rapporto della Missione di Verifica delle Nazioni Unite in Colombia quando una delle tue colleghe di lavoro ti ha trovato morto – mio caro amico poeta e giornalista – nella tua casa di San Vicente del Caguán. Quel rapporto doveva raccogliere le tue osservazioni come volontario dell’organizzazione nel...

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