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Ultimo aggiornamento il 25/04/2024

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Hanno fatto scalpore le rivelazioni su animali, nella zona del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, colpiti da forme tumorali determinate da rifiuti tossici. Ora in tanti vogliono vederci chiaro. Pubblichiamo un articolo di Vito Sansone apparso oggi sul Quotidiano del Sud.

 

Chiedono che «anche il Vallo di Diano venga riconosciuto area contaminata, con i necessari e ormai indifferibili interventi e provvedimenti delle istituzioni, la conseguente bonifica, e che i sindaci dei comuni del Vallo si adoperino per l'istituzione del commissariato di polizia al fine di garantire controllo e sicurezza in un territorio crocevia di interessi criminali». 

Un gruppo di tenaci donne e mamme di un vasto territorio a sud di Salerno, in seguito al recente sequestro dei camion a Sant’Arsenio e a Polla pronti a sversare idrossido di potassio, e anche alla luce della prima inchiesta nel 2007 con riferimento a episodi di sversamenti illeciti di 980mila tonnellate di fanghi di depurazione e altri rifiuti speciali pericolosi, tra il gennaio 2006 e il giugno 2007, nel Vallo di Diano, (processo Chernobyl presso il Tribunale di Salerno), hanno lanciato la petizione intitolata "Quelle di ciao ragazze".

Le componenti del comitato interpellano i ministri dell’Ambiente e della Salute, Costa e Speranza, il senatore Francesco Castiello e il presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Tommaso Pellegrino «affinché adottino, ciascuno nella propria competenza, tutti i provvedimenti e gli atti idonei a salvaguardare l'ambiente e a tutelare la salute dei cittadini valdianesi, anche alla luce delle conclusioni dello specialista oncologo e tossicologo dell'Istituto Pascale (il dottor Antonio Marfella, ndr)».

Marfella intervenne dopo che il dirigente veterinario della Asl di Salerno, Rocco Panetta, appartenente al servizio sicurezza dell'igiene alimenti d'origine animale (SISAO) in servizio presso la sede di Sant'Arsenio nonché veterinario ufficiale del macello pubblico comunale di Monte San Giacomo, all'esame ispettivo post mortem di un bovino proveniente da un allevamento di Teggiano, aveva rilevato delle lesioni anatomo-patologiche al polmone dell'animale di sospetta natura neoplastica, procedendo quindi al prelievo di un campione per un esame chimico alla ricerca di diossine, diossino-simili e PCB e chiedendo un parere allo stesso Marfella. Quest’ultimo evidenziò come "si riscontrassero livelli significativamente elevati dei seguenti congeneri di policlorobifenili: pcb 118, pcb 126, pcb 105, pcb 156  in linea con il "profilo Caffaro"  accertato nei casi di sversamenti di policlorobifenili da smaltimento illecito di rifiuti", come anche riportato nell'interrogazione del senatore Castiello ai ministri dell'Ambiente e della Salute, ancora senza risposta dopo nove mesi.

 

In considerazione dell'aumento esponenziale di decessi per patologie tumorali in fasce di età sempre più giovani e delle dichiarazioni dell'oncologo e tossicologo dell'Istituto Pascale, "Quelle di ciao ragazze" chiedono che anche il Vallo di Diano venga riconosciuto area contaminata e vogliono che la loro voce venga ascoltata «nell'interesse della salute dei figli, dei cittadini e a tutela di un territorio ricadente nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, di grande bellezza ambientale e paesaggistica».