info@saleincorpo.it
Testata registrata presso il tribunale di Nocera Inferiore n.86 del 13/02/2017.
Direttore responsabile Alfonso Tramontano Guerritore / Editore Carlo Meoli. Questo sito non riceve contributi da enti pubblici. Sostieni Saleincorpo, sito indipendente. Puoi farlo versando un contributo a piacere e su base annua sul c/c bancario IT96G0538776270000000001187 intestato a Carlo Meoli. Causale Sostengo Saleincorpo. Grazie.
Code & Graphic by iLab Solutions
Ultimo aggiornamento il 25/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Angela Lavista ha perso un cognato di 59 anni per un tumore al polmone. Vive nella zona tra Diano e Cilento e sta guidando una battaglia per capire cosa ha trasformato aree incontaminate in una sorta di nuova terra dei fuochi. La sua intervista è stata pubblicata oggi dal Quotidiano del Sud e firmata da Vito Sansone.

 

 

Ha perso pochi giorni fa in 9 mesi il cognato di soli 59 anni a causa di un tumore al polmone. Essendo stata l’ultima, in ordine di tempo, a piangere un proprio caro Angela Lavista, 54 anni, è stata nominata portavoce del comitato di mamme e donne che attraverso la  petizione “Quelle di ciao donne” chiede di far piena luce su tutte le morti “sospette” di tumore nel Vallo.

Innanzitutto, come siete arrivati a costituire questo gruppo e ad indire questa petizione?

L’idea è nata da un insieme di mamme di ogni età, spaventate da questa situazione. Nel discutere tra di noi ci siamo rese conto che, al di là  della sensibilità, nessuno  decideva di aiutarci.

Ma non avete  dati certi sui tumori.

Non abbiamo dati, è vero, ma solo le nostre esperienze e quelle dei familiari e degli amici. Non esiste una sola donna che non abbia pianto un figlio, un marito morto di tumore o che stia assistendo un marito o un figlio affetto da una qualsivoglia forma di cancro.

Perché, secondo voi, questa terra deve essere riconosciuta area contaminata?

Nel Vallo di Diano abbiamo una popolazione inferiore a quella di un popoloso quartiere di Napoli. Come mai in un territorio senza fabbriche abbiamo un livello di inquinamento così alto e un numero così elevato di morti per tumore?  Al cimitero ormai ci sono più lapidi di giovani che di vecchi.

Quando avete deciso di muovervi?

A partire dalla notizia del vitello macellato con addosso quella forma di tumore. Il vitello di pochi mesi veniva dalla stalla di un contadino, quindi era alimentato con erba di casa o da erba di un altro terreno vicino. Allora, attraverso il dottor Panetta, abbiamo recuperato le carte del dottor Marfella del Pascale di Napoli, il quale ha attestato che questo tipo di tumore era dovuto alla presenze di sostanze riconducibili alla diossina.

Secondo voi c’è una vera emergenza?

Per noi donne del Vallo di Diano sì. Noi questa emergenza la viviamo quotidianamente. Compriamo la frutta e la verdura dal contadino, ma tra di noi ci passiamo la parola e cerchiamo di controllare il tutto. La risposta va data a donne e ragazzi che vivono in questo territorio. Non parliamo di persone malate che hanno vissuto 30-40 anni al Nord, bensì di giovani morti o ammalati che non sono mai usciti dal Vallo, nemmeno per andare all’università. Dove avranno preso questi tumori? Facciamo un rapporto tra numero di abitanti ed incidenza di tali patologie. È un appello che lanciamo soprattutto agli oncologi che hanno avuto in cura queste persone.

Il vostro obiettivo?

Che gli enti, i medici e gli oncologi ci aiutino. Fate analisi, effettuate prove dappertutto, pulite e controllate il nostro territorio, che è troppo vasto. Attraverso la nostra petizione chiediamo che ci aiutino a bloccare l’arrivo di questo schifo nel nostro Vallo di Diano.