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Ultimo aggiornamento il 01/05/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Bologna e Salerno, Emilia Romagna e Campania: stessi uffici, stesse procedure, stesse norme, tempi rapidissimi nel primo caso, tante incertezze e dubbi nel secondo. Un’Italia a due velocità e il problema non sempre è la legge, ma, a volte, probabilmente, chi lavora e la applica. Ma veniamo ai fatti. Gara di appalto, contratto da stipulare: occorre chiedere la certificazione antimafia per due ditte, una con sede a Bologna e l’altra a Caserta. L’Ente appaltante che ha sede in provincia di Salerno è tenuto a farlo attraverso la banca dati nazionale telematica. Per tale ragione l’Ente chiede il 15 gennaio, a mezzo pec, le credenziali di accesso alla prefettura di Salerno. 

Alla domanda sui tempi necessari per ricevere l’accreditamento e la password per la banca dati, il funzionario non fornisce certezze parlando di procedure complesse e della necessità di effettuare accertamenti anche sull’Ente che chiede la password. Trascorsi circa 15 giorni senza riscontri, si decide di procedere alla richiesta della certificazione antimafia in maniera tradizionale, ovvero inviando una pec con i dati dei soggetti interessati alla prefettura di Bologna e alla prefettura di Caserta.

La prefettura di Bologna risponde il giorno dopo l’arrivo della pec. E la risposta è chiara ed esaustiva, sia in merito a quanto richiesto sia con riferimenti normativi e procedurali. La prefettura di Caserta, dopo circa sette giorni non ha risposto, e, probabilmente, passerà ancora tempo. Richiamata la Prefettura di Salerno per avere notizie sulle password ci viene passato un funzionario che dovrebbe occuparsi dell’accreditamento che sostiene di non aver ricevuto la richiesta, ovvero che non gli è stata smistata la nostra pec. Se ne sono perse le tracce. Nel frattempo, per lo stesso appalto, si fa richiesta della regolarità delle ditte circa adempimenti in materia di lavoro agli uffici territoriali di Bologna e Caserta. 

Da Bologna rispondono che la richiesta doveva essere inviata a altro ufficio e altro indirizzo pec. In ogni caso hanno provveduto allo smistamento. Il giorno dopo, anche in questo caso, ci arriva risposta, nonostante il disguido. Da Caserta attendiamo fiduciosi, la speranza è l’ultima a morire. A Salerno sono ancora alla ricerca della pec del 15 gennaio. Siamo certi che l’Italia a due velocità non sia anche questioni di uomini, oltre che di risorse e infrastrutture?