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Ultimo aggiornamento il 03/05/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Gli enti pubblici stanziano fondi per la cosiddetta "comunicazione istituzionale". A beneficiarne, naturalmente, sono soprattutto televisioni e siti web. In misura molto minore i giornali cartacei. Ogni amministrazione si muove in modo diverso però è possibile fare un discorso di carattere generale. Ci sono gli addetti stampa, o alla comunicazione, che devono istituzionalmente promuovere all'esterno le iniziative di un comune o di una provincia. 

Il nodo centrale è, invece, la stipula di convenzioni con soggetti che, primariamente, dovrebbero fare informazione. La questione è antica, ma resta basilare: riuscirò a essere obbiettivo se devo parlare di un esecutivo che mi paga? La risposta, a mio avviso, è semplice. Scatterà l'autocensura. E' un po' come inserire il pilota automatico. Non se ne parlerà né bene né male. Non se ne palerà proprio e il problema è risolto. 

In questo contesto si arriva a una perniciosa inversione dei ruoli. Il politico, che dovrebbe essere controllato attraverso la stampa, si trasforma in controllore. Da qui nascono, e faccio solo un esempio, le famose false interviste di cui è maestro assoluto De Luca.

Quando io e Alfonso T. Guerritore fondammo Saleincorpo partimmo da due considerazioni: mai avremmo accettato, e mai accetteremo, pubblicità istituzionale. Il secondo principio era quello di filtrare con molta attenzione la pubblicità commerciale. Mi spiego. Noi abbiamo avuto almeno tre proposte da parte di potenziali inserzionisti che erano disposti a pagare fin troppo per avere il loro spazio sul sito. Poi ho scoperto il trucco. Racconto solo un episodio. Una nota azienda del comprensorio pretendeva che scrivessimo almeno tre pezzi al mese sulle sue eccellenze. Insomma, pubblicità mascherata. Chiaramente abbiamo rispedito la proposta al mittente, anzi, ai mittenti.

Viviamo delle donazioni dei lettori e riteniamo che la libertà sia un bene non negoziabile. Per questo non pensiamo di essere migliori o peggiori degli altri che hanno il nostro massimo rispetto, ma diversi certamente sì.