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Ultimo aggiornamento il 07/05/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Vorrei dire la mia, da amante della musica italiana e straniera. Il festival di Sanremo è soprattutto un'operazione economica colossale. Inizia mesi prima con ossessivi messaggi pubblicitari, continua con le cinque giornate di fuoco, si consuma, poi, nei mesi successivi nei vari talk show, in radio, ospitate televisive e quant’altro. Premetto che l'ho seguito poco in diretta, ma più nel giorno delle repliche, vista la obiettiva lungaggine.

Prima cosa Amadeus, intelligente, bravo, garbato, geniale, per la complicità del fratello SCIORE, il Fiorello nazionale, fuoriclasse indiscusso. Tiziano Ferro, artista bravo sia per la voce, personalità, che per i testi, nonostante qualche stecca, ci ha emozionato e commosso portando in prima serata una delle più belle canzoni di Mia martini (che poi, poverina, non è stata proprio dal sistema allontanata, criticata lasciata sola e ora acclamata dallo stesso sistema tra le più grandi? Bisogna morire per essere apprezzati? Bah). Tiziano è stato protagonista di un bel monologo “a 40 anni la felicità non è un privilegio è un diritto” (dillo a me che ne ho 60!). Antonacci, gran figo, ma zero voce. A Rula Jebreal, per placare le polemiche, è stato dato grande spazio. Monologo decisamente pregno di significato, e le lacrime giunsero giù copiose. Parliamo delle vallette. Bella partecipazione, eleganza coniugata a bellezza, ma la Georgina? Un po’ di italiano no, eh? Unica nota stonata la Liotta e il suo monologo, la boccolosa Diletta.

Lei non ha paura delle rughe, del tempo che passa, dell’invecchiare! Ma veramente fa? Perché Diletta boccolosa? Mi hai imbarazzato per la tua palese ipocrisia e stendo un altro velo (sto finendo le mollette). La gara di per sé ha visto artisti che hanno confermato le previsioni della vigilia. Bei testi, belle voci, belle sorprese. Le serate sono state piacevoli con ospiti gradevoli che hanno portato sul palco brani famosi facendo riaccendere emozioni che solo le grandi canzoni possono procurare. La serata che più mi ha entusiasmata è stata quella delle cover, belle tutte, tranne Morgan e tale Lugo. Tanta tenerezza per Ornella Vanoni, cantante di gran classe, ma ora fuori... classe, preferirei che si ritirasse, Una menzione speciale la dedico alla cover di Anastasio che con la PFM ha innalzato ulteriormente il livello della kermesse, come pure Gualazzi con la Ranieri. Ho, inoltre, apprezzato molto Tosca, Pelù, Le vibrazioni, Diodato e, perché no, anche Rita Pavoni, mamma mia che grinta! E che voce, chapeau! In negativissimo Morgan, peccato è geniale, e Lugo. Ho trovato eccessive le stravaganze di Lauro, che ha fatto e farà parlare molto di sé ma la voce? Zero. Ho letto da più arti che è stato paragonato a David Bowie, ma non scherziamo proprio, il duca è inimitabile. Questo è il resoconto personale. Ho visto una cinquantina di festival, sperando di vederne ancora altri e che, ci piaccia o no, #SanremoèSanremo. Non ho parlato di Benigni perché per quello ci vorrebbe un pezzo a parte. Amen.