info@saleincorpo.it
Testata registrata presso il tribunale di Nocera Inferiore n.86 del 13/02/2017.
Direttore responsabile Alfonso Tramontano Guerritore / Editore Carlo Meoli. Questo sito non riceve contributi da enti pubblici. Sostieni Saleincorpo, sito indipendente. Puoi farlo versando un contributo a piacere e su base annua sul c/c bancario IT96G0538776270000000001187 intestato a Carlo Meoli. Causale Sostengo Saleincorpo. Grazie.
Code & Graphic by iLab Solutions
Ultimo aggiornamento il 25/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Questa analisi della virologa Maria Rita Gismondo è stata pubblicata sul Fatto.

 

Dopo la fase della “bontà collettiva”, arriva quella della “resa dei conti”. Aperta la porta di casa, siamo tornati alla normalità: cioè denunce, cattiverie, dimenticanze di quelli che abbiamo chiamato “i nostri eroi”. Guido Bertolaso, il super consulente, diffida Attilio Fontana. Le Rsa cui abbiamo affidato i nostri nonni sono nell’occhio del ciclone. Clinici e virologi consegnano le proprie dichiarazioni agli avvocati.

Credo che sia il tempo della chiarezza, dei numeri, dei dati. Poi ciascuno può commentare come crede. Oggi vorrei puntare l’attenzione sui decessi Covid-19, riferendomi a un sito web istituzionale: quello dell’Istituto Superiore della Sanità. Innanzitutto dobbiamo tener presente che si tratta di elaborazioni effettuate su cartelle cliniche e non su autopsie. Ciò, per i non addetti ai lavori, vuol dire che alcune cause di morte attribuite a Covid per la positività dei test potrebbero, pur trattandosi di pazienti positivi, non essere attribuibili a tale infezione.

I dati si riferiscono a 29.692 decessi. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, il 51,1% si sono registrati in Lombardia. L’età media è 80 anni (per le donne 85, per gli uomini 79). Dalle cartelle cliniche osservate, il 3,9% dei deceduti non avevano altre patologie, tutti gli altri da 2 a 3 patologie croniche.

Questi dati, scientificamente parlando, confermano quanto ipotizzato da Ilaria Capua e da me condiviso: e cioè che SarsCoV2 è da considerarsi un patogeno opportunista, poiché nella più alta percentuale dei casi ha provocato la morte di pazienti già defedati da altre patologie. Questa definizione non sminuisce la gravità della pandemia, ma ci offre elementi di riflessione sulle eventuali misure da adottare, qualora dovesse verificarsi una nuova ondata pandemica.