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Ultimo aggiornamento il 25/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Esiste da sempre un intreccio perverso tra alcuni giornalisti, gli enti pubblici e gli inserzionisti pubblicitari. Accade a tutti i livelli, accade anche da noi. Ecco perché pubblichiamo questo pezzo di Enrico Fierro e Lucio Musolino apparso oggi sul Fatto.

 

 

I capelli nerissimi. Il volto abbronzato e sorridente. Il soggetto fotografato in maglietta rossa è un giovane Massimo Giletti. Sullo sfondo un bosco tanto fitto che i raggi del sole fanno fatica ad affacciarsi. Lo slogan è convincente: “Calabria: incendio domato”. Siamo nel 2005, la Regione Calabria, a guida centrodestra, finanzia l’ennesima e inutile campagna antincendi. Serve un volto noto e amato dalla gente. Ed è così che la “Multiplus”, una società di comunicazione di Crotone guidata da Salvatore Gaetano, si rivolge a Giletti. Gaetano è oggi editore di “Video Calabria”, alle ultime Regionali è stato candidato con la Lega.

Ricorda bene quella campagna: “Mi fu affidata dalla Regione – racconta – per pubblicizzare un numero verde antincendi. Incassai 132 mila euro compresi di Iva. Ricordo i manifesti 6×3 con la faccia di Giletti, le foto, lo spot tv e la conferenza stampa con l’Assessore. Giletti lavorò con noi per un paio di giorni, forse tre, e io gli feci una fattura tra i 6 e i 9 mila euro. Conosco tanta gente, e credetemi, nessuno viene a lavorare in Calabria gratis. Insomma, Giletti lo pago io, ma lui non viene a fare una cosa per me, ma per la Regione, sono soldi pubblici”.

“Devo dire che non capisco questa telefonata”. Sentito sulla vicenda, Giletti è gentile ma ricorda poco. “Evidentemente – ci dice – qualcuno pensava che potesse essere utile usare la mia immagine per fare una promozione antincendio”. Ci può dire se è stato pagato? “Vedete alla Regione. Ma non penso che prendere una persona per un progetto così importante sia un delitto”. Naturalmente non lo è, ma in Calabria ancora ricordano quei manifesti e le trasmissioni di qualche anno dopo sull’eterno scandalo dei forestali calabresi. Quando gira lo spot per la campagna, Giletti è già un volto tv. Ha esordito con Giovanni Minoli a Mixer, per poi continuare con programmi tipo Una voce per Padre Pio, Casa Rai Uno, Beato tra le donne. Ma è con L’Arena, inizialmente uno spazio all’interno di Domenica In, che diventa noto al grande pubblico.

Il conduttore affronta i temi della cronaca e della politica con piglio deciso e aggressivo. Occhio fisso nell’obiettivo, primi piani del presentatore, giornalismo a tesi, poco spazio per il contraddittorio e sensazionalismo. La formula è vincente. Ovviamente, nel racconto dell’Italia dei furbetti, non poteva mancare una puntata sulla madre di tutti gli scandali: la forestazione e la tutela antincendio in Calabria. È il 6 novembre 2016, undici anni dopo spot e manifesti, si parla di operai forestali. Sono tanti, troppi, “uno per ogni albero”, è la tesi. Chi tenta di dimostrare che la polemica è basata su dati errati, non trova ascolto. Basta un “passiamo alla pubblicità” e il gioco è fatto. La pubblicità, quella con gli enti pubblici, e quella con i privati, croce e delizia dell’anchorman. Giletti ha prestato il suo volto per promuovere acque minerali, una nota marca di polli e un miracoloso “salvavista” per chi usa troppo il computer.

Impegni che nel 2008 lo inducono a dimettersi dall’Ordine dei giornalisti del Piemonte per evitare un procedimento disciplinare. Il conduttore era già stato sottoposto a tre sanzioni nel 1998, nel 2005 e nel 2006, e lui stesso davanti al all’Ordine ammette di “prestare volto e immagine a favore di clienti pubblicitari ricevendone un compenso”, aggiungendo di “non potersi sottrarre a tale prestazione considerata di primaria importanza per la Rai”. Nel 2014, la partita si chiude con la riammissione di Giletti nell’elenco dei giornalisti professionisti. Come è finita la campagna antincendi è invece nelle cifre: dal 2004 al 2016 la Calabria è stata colpita da 12.400 incendi con 162 mila ettari di boschi andati in fumo. In Calabria l’incendio non è domato.