Il sindaco Canfora, che si definisce un "condannato innocente" , confonde il senso di responsabilità con altro. Sulle pagine di un noto quotidiano, pubblicato stamane, ha dichiarato che fin quando la legge gli consentirà di fare il sindaco resterà incollato alla poltrona, lasciando intendere che lo fa per il bene della sua città. E subito dopo chiarisce il vero motivo: sono in arrivo i fondi del PNRR, e questa è una occasione ghiotta per fare la “campagna elettorale”. A questo punto è necessario chiarire che Canfora già con la sentenza di conferma della Corte di Appello doveva essere dichiarato decaduto per effetto dell’art. 11, lettera b), comma 1 della legge Severino.
Ma, evidentemente, si è voluto attendere il responso della Suprema Corte. E adesso che anche la Cassazione ha confermato la condanna, mi chiedo perché non interviene il prefetto Russo? La vicenda Canfora mi fa ricordare quella del sindaco Basile, accusato e condannato per un reato colposo che gli ha distrutto non solo la carriera politica. Non ho mai letto né sentito una parola di Basile contro i giudici che lo hanno condannato, per me ingiustamente. Invece, l’entourage di Canfora fa quadrato e insieme al sindaco dichiara, più o meno esplicitamente, che la sentenza è frutto di “errore giudiziario” e che per questo motivo non se ne subiscono gli effetti che la legge Severino imporrebbe con tempestività. Il mio auspicio è che il Prefetto di Salerno agisca in conformità alla legge Severino e lo faccia presto.
L'autore è il coordinatore di Forza Italia a Sarno