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Ultimo aggiornamento il 30/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Il   sindaco   Canfora, che si definisce un "condannato innocente" ,   confonde   il   senso   di   responsabilità   con   altro.   Sulle   pagine   di   un   noto   quotidiano, pubblicato stamane, ha dichiarato che fin quando la legge gli consentirà di fare il sindaco resterà incollato alla poltrona, lasciando intendere che lo fa per il bene della sua città. E subito dopo chiarisce il vero motivo: sono  in   arrivo  i  fondi  del  PNRR,  e  questa  è   una  occasione  ghiotta   per  fare   la   “campagna  elettorale”.  A questo  punto   è  necessario   chiarire   che   Canfora   già   con   la   sentenza   di  conferma   della  Corte   di  Appello doveva essere dichiarato decaduto per effetto dell’art. 11, lettera b), comma 1 della legge Severino.

Ma, evidentemente, si è voluto attendere il responso della Suprema Corte. E adesso che anche la Cassazione ha confermato   la   condanna,   mi   chiedo   perché   non   interviene   il   prefetto   Russo?   La   vicenda   Canfora   mi   fa ricordare quella del sindaco Basile, accusato e condannato per un reato colposo che gli ha distrutto non solo  la   carriera   politica.   Non   ho  mai  letto   né   sentito   una   parola   di  Basile   contro   i  giudici  che   lo   hanno condannato,   per   me   ingiustamente.   Invece,   l’entourage   di   Canfora   fa   quadrato   e   insieme   al   sindaco dichiara, più o meno esplicitamente, che la sentenza è frutto di “errore giudiziario” e che per questo motivo non se ne subiscono gli effetti che la legge Severino imporrebbe con tempestività. Il mio auspicio è che il Prefetto di Salerno agisca in conformità alla legge Severino e lo faccia presto.

L'autore è il coordinatore di Forza Italia a Sarno