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Ultimo aggiornamento il 16/05/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Frequento musei dall'età di undici anni e dai tredici ho iniziato a partecipare a eventi culturali, sia autonomamente, sia accompagnata dalla scuola. Quando mi rendo conto di star entrando in un momento di forte difficoltà scappo nella leggerezza dei dipinti di Tiziano conservati al museo di Capodimonte o, meglio ancora, corro a rintanarmi negli affreschi pompeiani presenti al museo archeologico di Napoli, immaginando un'esistenza diversa da quella in cui sono bloccata oggi e convincendomi sempre più di avere un'anima troppo antica per trovarmi a mio agio nella contemporaneità. Cerco di essere, dunque, sempre aggiornata su ciò che accade nei luoghi in cui il mio cuore trova finalmente pace. Tuttavia avrei preferito rimanere nella mia ignoranza quando ho letto che ogni giovedì sera al Manncaffè ogni visitatore, nel prezzo del biglietto d'entrata al museo, paga anche una proposta di menù molto variegata. - pasta e patate con provola filante - riso con la zucca - pasta mista con cavolfiori - vino a scelta.

Vi chiedo di immedesimarvi, per pochissimi minuti, in me, studentessa di archeologia, storia dell'arte e scienze del patrimonio culturale con indirizzo economico-gestionale. In parole povere, un domani questo sarà il mio campo e, attenzione, non parlo della pasta e patate, ma della gestione di un museo, che NON è un ristorante in cui poter gioire delle favolose pietanze campane di cui la sottoscritta è anche fin troppo ghiotta. Immaginate come possa sentirmi scoraggiata e presa in giro da questi squallidi uomini di "cultura", che pur di far avvicinare gli analfabeti funzionali ad imprese culturali le trasformano in luoghi adibiti ad un consumo di pasti.

Immaginate quanta rabbia possa avere una ragazza che sogna di rivoluzionare il concetto di museo rendendo l'arte davvero accessibile a tutti e no, non in chiave culinaria. Immaginate di studiare per anni in modo meticoloso e appassionato le materie umanistiche, specie quelle storico-artistiche ed archeologiche, entrare nel museo archeologico più importante del Sud e trovare una fascia d'età medio-alta (perché, ancora una volta, questa pseudo offerta non avvicinerà i giovani al mondo dei beni culturali) che si strafoga di pasta e vino, facendo una lotta primitiva a chi prende più cibo, come nei peggiori buffet da cerimonia. Ora ditemi: come vi sentireste? Al museo voglio percepire l'odore di libri vecchi e sentire scolaresche, non voglio annusare provola filante né avvertire calici di vino che brindano al nulla cosmico in una realtà degradante. Voglio perdermi in paesaggi che oggi non esistono più, non in una folla in attesa di un piatto caldo, voglio vedere guide turistiche, insegnanti, storici dell'arte e figure professionali, non inservienti che provano a venderti un pugno di riso con la zucca, voglio poter emozionarmi, commuovermi perché ritrovo il mio sguardo in quello di Saffo non ordinare un calice di Aglianico perché per quello esistono già le vinerie.