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Ultimo aggiornamento il 18/05/2024

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Questo articolo di Barbara Ruggiero è apparso sul Quotidiano del Sud.

 

Ospedali Covid incompleti e che non hanno mai ospitato un solo paziente. Tra questi ci sono anche i blocchi modulari voluti da De Luca all’interno dell’ospedale Ruggi di Salerno. Quella degli ospedali Covid fu un’impresa promossa in tempi record dalla Regione Campania in piena pandemia. Per i blocchi di Napoli, Caserta e Salerno, la Regione spese 18 milioni di euro per tre plessi che dovevano essere pronti in 18 giorni. Come denunciato in passato dalle colonne di questo giornale, il prefabbricato del Ruggi d’Aragona costò 2,2 milioni di euro per 24 nuovi posti letto e non è mai entrato in funzione.

Fanpage scava e tira fuori la storia degli ospedali prefabbricati di Salerno e Caserta, voluti fortemente dal governatore per fronteggiare la fase acuta della pandemia e mai entrati realmente in funzione. E non certo per mancanza di pazienti.Quegli ospedali – ha detto Luigi Greco, ex virologo dell’ospedale Ruggi di Salerno - sono serviti a «far battere le mani alle persone quando hanno visto la colonna di tir, non certo ai malati. Del malato non se n’è mai fottuto nessuno».

Il mancato collaudo. Gli ospedali che avrebbero dovuto funzionare in 18 giorni, dopo tre mesi sono ancora chiusi. Il motivo? Un pasticcio con i collaudi. La Regione, visto che le terapie intensive non servivano più, ha pensato di fare un uso diverso dei blocchi. I lavori di adeguamento richiedono un maggiore impiego di risorse per la ditta appaltatrice, la veneta Manufacturing Engineering & Devolopment (MED): si tratta di un extra budget di circa 2 milioni di euro (541mila euro per i blocchi del Ruggi). Ma a questo punto – spiega il legale intervistato da Fanpage - «hanno realizzato un ospedale diverso, con una diversa finalità, non doveva più accogliere i malati Covid in terapia intensiva – sottolinea l’avvocato – la Regione Campania non intende pagare queste opere (extra) a Med giustificando il fatto che queste opere non sono state mai commissionate, la Med per spingere la Regione a farsi pagare delle opere realizzate e commissionate, dice che il collaudo non verrà fatto prima del pagamento di tutte le opere (extra) realizzate».

Ecco spiegato il motivo del mancato collaudo: se la Regione non paga, Med non fa il collaudo. E senza collaudo l’uso delle strutture sarebbe inibito o ricadrebbe sotto la responsabilità esclusiva dei diffidati. Sì, perché i legali di Med, come evidenziato dal nostro giornale a inizio luglio, hanno diffidato il Ruggi. È opportuno ricordare che il collaudo finale, o la verifica di conformità, vanno effettuati entro sei mesi dalla fine dei lavori. Al Ruggi, il Covid center è stato ultimato a fine aprile.

«Se dovesse venire un terremoto – ha detto il sottosegretario allo Sviluppo Economico Andrea Cioffi riferendosi ai blocchi del Ruggi ai microfoni di Fanpage – quella roba lì non regge. Sono blocchi di cemento che non hanno una funzione idonea a reggere i blocchi di terapia intensiva».La situazione è ancora più particolare a Caserta dove i tempi di realizzazione non sono stati rispettati in quanto l’area su cui insiste l’ospedale è di un privato e tra quattro anni dovrà essere restituita. «L’area è stata requisita per pubblica utilità – ha spiegato Fanpage - e tra quattro anni andrà riconsegnata ai proprietari nello stato originario, quindi senza le opere che sono state costruite sopra».

Il fronte politico. «È un fatto inconfutabile - attacca Valeria Ciarambino (M5S) - che a quasi 4 mesi dal bando di gara, gli ospedali modulari, due dei quali non sono mai entrati in funzione, siano serviti solo a far lievitare i consensi di De Luca, non certo a sopperire alle carenze di posti letto e strumentazioni negli ospedali pubblici della Campania. Basti pensare che quando a Mondragone è scoppiato un nuovo focolaio di contagio, i pazienti sono stati portati nell’ospedale di Maddaloni perché il Covid center di Caserta, già diventato un monumento all’incuria e all’indifferenza, è inutilizzabile». «Siamo fermi a 5 mesi fa dallo scoppio dell’emergenza nessun potenziamento della rete sanitaria è stato attuato. Piuttosto che preoccuparsi di operazioni di facciata, bruciando soldi dei contribuenti, De Luca avrebbe dovuto preoccuparsi di mettere in piedi una rete di assistenza territoriale» – ha concluso Ciarambino.