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Ultimo aggiornamento il 19/05/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Se n’è andato in punta di piedi, come è vissuto. È morto il professore Raffaele Cammarano. Aveva 93 anni. Ha insegnato a generazioni di giovani nocerini, e non solo a loro, la chimica. Ha fatto parte di quella categoria di insegnanti unici. Non un semplice professore, ma il professore. Nocera ne ha avuti tanti così. Solo per citare i più noti Fortino, Battipaglia, Lello Pucci, Nicola Bio Ieraci, Del Prete, Filosa e tantissimi altri ancora.

Persone la cui funzione andava ben al di là della semplice ora di lezione. Erano esempi che, con il passare del tempo, capivi che avevano rappresentato una parte fondamentale della tua vita. Ecco, Raffaele Cammarano era così. Un uomo discreto, semplice, schietto. C’era solo una cosa, in verità, per la quale si infervorava e parecchio: il calcio. Anzi, è sbagliato dire “calcio”, più esattamente la Nocerina.

Era un divoratore puro dei giornali sportivi. In realtà aveva avuto anche dei compiti di gestione ed era un raffinato talent scout. La partita era un rito, ma il pallone durava tutta la settimana. Per lui sarebbe stato impensabile non parlare di Nocerina tutti i giorni. Insomma, un tifoso a tutto tondo. Non è andato più al San Francesco quando, ormai, le condizioni di salute erano peggiorate. Continuava, però, a tenersi sempre informato ed è stato tra i tanti che ha provato l’emozione di vedere la Nocerina in serie B. La mia conoscenza del professore era molto legata al fatto che il figlio, Franco, era un caro amico. Abbiamo fatto le elementari insieme, a Capocasale. Poi con gli anni, nella vita purtroppo succede, ci si perde di vista. Ieri la pagina facebook di Franco è stata letteralmente invasa dai messaggi di condoglianze, messaggi mai formali, ma ricchi di amore e dolore. Ci mancheranno la tua tavola periodica degli elementi ma, soprattutto, il tuo pallone.