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Ultimo aggiornamento il 05/05/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

L'ultimo atto della farsa in salsa paganese è stato il mancato numero legale che ha impedito lo svolgimento dell'assise prevista per stasera (29 gennaio). Ci riproveranno domani, meglio così. Forse abbiamo evitato di assistere al solito teatrino dell'assurdo. La politica (?) nella città di Sant'Alfonso è diventata un palcoscenico simile a quei tristi avanspettacoli dove personaggi tutto sommato mediocri pensano di poter denunciare, spiegare, chiarire. Tutto iniziò con la vittoria alle elezioni di Alberico Gambino. Il nostro si candida pur sapendo che rischia di decadere. Cosa che, qualche mese dopo, puntualmente accade. Lo sostituirà, fino al voto in primavera, la sua vice, Anna Rosa Sessa.

A Pagani i politici parlano sempre, anche troppo. Parlano, oddio, parola grossa. Assistiamo a ficcanti interviste su vari siti, a logorroiche dirette facebook, a comunicati la cui lunghezza supera un racconto di Dostoevskij. Emilio Bonaduce accusa l'amministrazione di imbrogliare, di emanare delibere fuorilegge. E così l'assessore Cafisi lascia la seduta di giunta, ma gli altri restano e votano. Nicola Campitiello, tirato in ballo proprio da Bonaduce, minaccia querele e, con una presa di posizione di brillante originalità, dice: "Se sa qualcosa denunci".

Lello De Prisco, nobile di cuore, comunica anche lui: "Caro Alberico Gambino, hai il dovere di non rimanere in silenzio. Metti fine a questo scempio se hai ancora un briciolo di cuore per questa città". Lacrime a scena aperta. E mentre Alfonso Giorgio si scaglia contro un "ventennio di malgoverno", noi ci permettiamo di dire solo una cosa ai politici (?) della città: vi imploriamo, tornatevene a casa e restateci. Fate un favore a Pagani e senza dirette facebook, se possibile.