Se non vogliamo ridurre la nostra città a porto franco della libera iniziativa è fondamentale avere una strategia capace di disciplinare gli interventi. Ma una strategia ha bisogno di scelte di fondo, di ipotesi generali che forniscano il senso e il riferimento strategico degli interventi. Una strategia deve legarsi necessariamente alla lettura dei processi di trasformazione dell’intero corpo urbano e all'interpretazione delle nuove esigenze e prospettive. Il compito della politica deve essere quello di guidare le trasformazioni della città contemperando le varie esigenze e questo guidando i processi, non subendoli.
L’aspirazione deve essere quella di fare tesoro di un contributo di professionalità, cultura e sapienza che porti la città verso la migliore delle mete possibili. In sintesi: occorre ridare alla progettualità la sua centralità. Per rilanciare l'immagine di una città occorre puntare sulle opportunità di sviluppo economico e, nel contempo, recuperare quale punto di forza la vivibilità arricchendo il territorio urbano di ambienti piacevoli. Occorre intervenire dando la priorità alle parti della città maggiormente penalizzate invece di dare la priorità a lavori non urgenti: sarebbe questa la dimostrazione di voler lasciare un vero segno.
E' fondamentale, inoltre, ampliare la gamma delle scelte aumentando, soprattutto qualitativamente, le occasioni per vivere la città. Nel processo di ridefinizione del ruolo della città e del suo futuro assetto urbano si pone il problema di individuare idee capaci di favorire una migliore qualità della vita e, magari, recuperare valori capaci di garantire ai cittadini di vivere in una città che miri all'ottenimento di migliori condizioni di vita. Come si migliora la qualità della vita dei cittadini? Si migliora meditando sul significato e sul valore di quanto è stato fatto e sulle effettive priorità della città.