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Pubblichiamo questo pezzo di Enrico Fierro sull'episodio di Manduria pubblicato oggi (6/5/2019) su "il Fatto".

Sono nato e cresciuto in una provincia fatta di paesi minuscoli dove “i matti” (definizione mai offensiva che si usava per indicare il tipo un po’ diverso dagli altri), erano parte della comunità. Nel dialetto “il matto” era “’o paccio”, un soggetto un po’ strambo. Oggetto di piccoli scherzi, di risate in piazza o davanti a un bar, ma mai violenti o crudeli. Il “matto” non si perdeva una festa e un bicchiere di vino, lo invitavano alle mangiate, se aveva bisogno lo aiutavano. Era parte del “villaggio” e andava protetto. Non dimenticherò mai un “matto” particolare nei giorni del terremoto del 1980 a Lioni. Il paese era raso al suolo, la gente passava giorni e notti al freddo, arrivarono le prime tende per ripararsi e lui, “’o paccio”, ne chiese subito una. Non per sé, ma per il suo cavallo. Un malandato ronzino che amava cavalcare senza sella facendo lo slalom tra le macerie. Vengo da una provincia così, perché così era il Sud, così si viveva nei suoi paesi. Ma oggi, dopo gli orrori di Manduria, dove otto disgraziati (sei di loro minorenni) hanno reso la vita impossibile al povero Antonio Stano, tormentandolo, minacciandolo, derubandolo delle sue poche e povere cose, intimidendolo, il tutto fino a portarlo alla morte, vedo un Sud diverso. Diventato da anni un’enorme periferia. Periferia identica nell’abbandono e negli orrori, a quelle metropolitane, dove non c’è più posto per “i matti”. Antonio aveva urlato la sua disperazione, denunciato, ma nessuno lo aveva ascoltato e protetto. Come Frank Dummer, la sua lingua “non poteva esprimere ciò che” gli “si agitava dentro, e il villaggio” lo “prese per matto”. Una “cosa” da prendere a calci, da terrorizzare e filmare, per poi “divertirsi” a rivedere le immagini con gli amici e vantarsi di quella “bravata” da guappi di cartone, tanto per passare una serata. A Manduria, 33mila abitanti, 23 chiese e neppure un cinema, quegli otto giovani avevano deciso di divertirsi così. Con il corpo e l’anima di Antonio.