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Ultimo aggiornamento il 19/05/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Nell’ora solare che si perde dalla conta, tempo che non esiste più, ultima notte di ottobre appena prima di ognissanti, il vento è alto. Il mare si fa bianco fino ai parabrezza, come piovesse a lato. Non c’è anima in giro. Francesco Di Bella torna con “O diavolo”, nuovo disco e nuovo passaggio, nuovi fantasmi e affetti, a due anni da "Nuova Gianturco", milleuno concerti dopo, col cuore sempre cantastorie e le parole a punta, dolci, barricate. Sento i nove pezzi in macchina, lungo le corsie libere delle statali, infilando il nulla e poi le strette, fino ai vicoli presidio di vedette, con gli occhi svegli dello spaccio full-time, passando tra i crocicchi di ragazzi ai bar, come riquadri a mezzogiorno, del tutto fuori da ogni luogo. E ascolto, mentre tasti e corde parlano di voi e di me.E non mi sento solo. 

 

Il mondo a margine dell’ex voce dei 24 grana fa la compagnia, si affacciano i fantasmi dai cavalcavia, qualcuno scrive dietro una finestra, sfiora a testa bassa la provincia dell’impero, fa una preghiera in dialetto e ammutolisce. Richiama, si professa vivo, muore e dice che è innocente. Si raccomanda lungo il viaggio alla Madonna delle galline, aspetta sotto casa, poi non dorme. 

 

 

 

Guarda alle strade, sempre più scrostate, umide col sole a gocce, filtra parole e immagini di riconoscibile malinconia. Ha la sua pasta e non si mente. Racconta, Ciccio, che si ricorda i nomi per ciascuno dei suoi amici, quelli che gli parlano a distanza e lo ritrovano. Gli fanno festa, poi cercano il sonno, una tristezza tra i palazzi muti, le luci accese delle stanze quando è troppo notte. Qualcuno grida dalle strade, stanno fumando a voce alta sotto le veglie imposte dagli spiriti cattivi. Il diavolo c’incanta, è vero, e ogni canto tiene il nero di una stella e dei suoi blues, cresciuti a Napoli, in mezzo alla Louisiana, dovunque i gesti parlano. Una chitarra siede le canzoni, le sussurra, poi si sente male. Siamo carcerati, dice, siamo tutti in una stanza separata a muro, coi suoni a fare eco, colpi sui muri battono, tempo di cuore. Intanto guido verso il giorno, manca ancora molto, accolgo tutto e penso al bentornato. I pezzi parlano e si prendono con l’aria, respirano salmastri, cercano i santi nei rigagnoli. Sorrido, ritorno a casa pieno. Rifaccio un patto, come dice un pazzo per ogni paese, quando vuole bere e non pensare più. Ciascuno sa i suoi mali. E’ vero. 

 

 

'O diavolo/ Francesco Di Bella

La Canzonetta-Self 2018 

 

     Alfonso Tramontano Guerritore