“A Scampia sei già donna a 15 anni, a 10 inizi a metterti in mostra perché trovare un uomo sembra la fuga verso un’altra vita”, racconta Patrizia Palumbo, a Napoli da un vita. Presiede l’associazione “Dream team, donne in rete”, con la missione di aiutare il lato “rosa” del rione: cercare un lavoro, offrire una rete di sicurezza contro le sfortune del destino. Che a Scampia non mancano, tra disoccupazione, violenze di genere e criminalità. Il gruppo trevigiano Innovation for future ha candidato Patrizia e Dream Team al premio Donna dell’anno.
Eppure, quando si trasferì in periferia col marito 43 anni fa, quel lembo di terra era diverso. C’era il verde, case popolari e abitazioni private, nemmeno l’ombra dei morti di Camorra. Mancavano i servizi, come scuola e istruzione. “Quelli sono arrivati anche con le lotte delle donne di Scampia”, dice Patrizia. Grazie a Dream team, e alle “professioniste” del volontariato, oggi c’è un centro anti-violenza, due squadre di calcio femminile, corsi di formazione, cultura, e un elenco così lungo di iniziative ed eventi (per la parità di genere e contro il razzismo) da riempire una Treccani.
Tutto nasce dalla passione per il volontariato di Patrizia. È il 2006, quando approda al centro Hurtado dei Gesuiti. I religiosi aprono la prima biblioteca di Scampia (10 mila volumi) e lanciano il progetto “Giocare leggendo”, per i bimbi. Ma sono le mamme che accompagnano i figli, ad aver bisogno d’aiuto. “Fabrizio Valletti, il direttore del centro, ci disse di coinvolgerle per non lasciarle sole”, ricorda Patrizia. Così, mentre i piccoli sono in biblioteca, le madri si mettono in cerchio, in un’altra stanza del centro Hurtado, a confessare dolori e desideri. “Donne con la voglia di stare insieme, senza lavoro o con impieghi miseri – racconta Patrizia – si riunivano per condividere problemi e ambizioni, e noi tentavamo di aiutarle”. Alcune sognano di recitare in teatro, altre il diploma di terza media o un mestiere dignitoso. Non sono voli di fantasia. Le associazioni di volontariato organizzano corsi professionali di cucito, informatica, o per diventare chef. Alle lezioni di cucina etnica s’incontrano donne rom e napoletane: prologo alla nascita di Chikù, il ristorante italo-rom di Scampia.
Al centro Hurtado, intanto, le donne in cerchio non smettono di parlare: condividono le loro storie, a volte le cicatrici delle violenze, e leggono tragedie greche. La scrittrice Serena Gaudino cuce il filo di quegli incontri nel libro Antigone a Scampia, un’autobiografia delle donne del quartiere. “Ero stanca di raccogliere lacrime – dice Patrizia –. Le signore chiedevano sempre aiuto per gli altri (mariti, figli, genitori) mai per se stesse”. Così, nel 2009, nasce “Dream Team”. “Riunisce le 15 associazioni e cooperative più attive, ecco perché abbiamo scelto quel nome”, dice Patrizia. “Dream Team”, la squadra dei sogni. Il comune di Napoli concede loro una stanza in uno stabile di Scampia: “E noi aprimmo subito uno sportello per le donne, dove potessero chiedere informazioni e aiuto”. Ossigeno, dopo il sangue della prima faida del 2005, tra il clan Di Lauro e gli Scissionisti. Arrivano familiari delle vittime di Camorra, ma anche ragazze segnate da violenze. Le volontarie si rimboccano le maniche: nel 2011 Dream Team apre un altro sportello, per sostenere chi ha subito violenze. “Volevamo rigenerare il quartiere con la cura degli spazi pubblici e sostenere il lavoro femminile. Invece c’era bisogno di un presidio in più”, ricorda Patrizia. Oggi lo sportello è un centro anti-violenza accreditato dalla Regione, perciò deve rispettare orari di servizio e protocolli. Il volontariato non basta più, servono fondi per aiutare le donne coi lividi. Mancano le risorse, a Scampia, ma le buone idee abbondano e la voglia di condividerle pure.
Così debutta la Stanza di Alice, nel 2014, un luogo per far giocare i bimbi mentre le madri vanno a denunciare: “Le ispettrici del commissariato ci dicevano: ‘Quando arrivano le donne, i figli restano soli in corridoi grigi e tristi, sarebbe bello ospitarli in luoghi belli’ – racconta Patrizia –, e Dream team si è messa al lavoro”. Detto, fatto: la Stanza di Alice vede la luce grazie alla collaborazione con le forze dell’ordine. La squadra di calcio femminile , invece, nasce con l’aiuto della Scuola Arci Scampia, e il sostegno dell’otto per mille della chiesa Valdese. Il pallone (contro ogni stereotipo) attrae le adolescenti, difficili da avvicinare con letture, corsi di formazione, eventi culturali. Ma lo sport fa miracoli: le ragazze del team sono seguite da due tutor e due psicologhe, partecipano alle attività di Dream team. Il seme del Dream team arciscampia lo ha gettato, per caso, una mamma in crisi: “Mia figlia odia la scuola e vuole solo giocare a calcio”, si lamenta con Patrizia. “Se lei va a scuola, prometto che la faremo giocare”. Era il 2015: detto, fatto.
(Dal Fatto)