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Ultimo aggiornamento il 28/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Nell'ambito del dibattito di Saleincorpo su destra e sinistra ospitiamo l'intervento di Giancarlo Di Serio.

 

Contrariamente alla vulgata comune, la distinzione tra destra e sinistra, seppur modificata rispetto ai termini classici del Novecento, esiste ancora in tutto il mondo: basta guardare al dibattito elettorale in corso negli Stati Uniti per rendersene conto. In Italia c'è, invece, come spesso accade, grande confusione "sotto al cielo delle politica", alimentata da un grave peccato originale: non essere mai riuscita a creare un polo autenticamente liberale, svincolato da tentazioni autoritarie e populiste.

Non basta dire "meno Stato" per essere di destra: occorre creare le condizioni per un mercato davvero libero, concorrenziale, in grado anche di gareggiare con lo Stato, ma nel rispetto di regole che evitino la concentrazione della ricchezza in poche mani. Non vi è riuscito il partito che ha governato per quarant'anni, la Democrazia Cristiana, all'interno del quale militavano visioni diverse, a volte opposte, della società. Non poteva riuscirci il monopolista Berlusconi che creò lo slogan della rivoluzione liberale, salvo poi realizzare una serie di legge in chiaro conflitto di interessi per tutelare solo le proprie aziende.

D'altronde la sinistra, che con estremo e colpevole ritardo sì è liberata del legame con il massimalismo comunista, ha finito per perdere la propria identità di partito delle masse per rincorrere l'illusione di una corsa al centro che ha finito per svilirne funzioni e messaggio politico. L'incapacità dei partiti della sinistra, in affannosa ricerca della formula politica migliore, di trovare il bandolo della matassa di una società sempre più complessa, ha aperto la strada ai partiti populisti come Lega e Movimento Cinque Stelle, lasciando orfani gli elettori progressisti di un riferimento politico in cui ritrovarsi.

Servirebbero leader in grado di costruire finalmente in Italia una destra europea che affronti, ad esempio, i nuovi problemi posti dalla immigrazione senza ricorrere alle scorciatoie autoritarie e neofasciste e una sinistra moderna che sappia interpretare, per citare un tema emblematico, gli interessi dei sempre più numerosi precari e dei nuovi poveri della nostra società. A questa nuova destra e a questa nuova sinistra dovrebbe stare a cuore, qui davvero senza distinzione, la più importante delle emergenze, quella ambientale. Al momento nulla di tutto questo si profila all'orizzonte della politica italiana. Ahimè!