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Ultimo aggiornamento il 16/05/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Battipaglia. Particelle catastali numero 654, 653, 631, 672 e 673 del foglio 28. Numeri che indicano alcuni dei terreni confiscati dieci anni fa all’impero di beni da 28 milioni di euro di un imprenditore, Antonio Campione. Era ritenuto il cassiere del clan camorristico Maiale di Eboli. Ora quei terreni, che secondo il vecchio piano regolatore erano inseriti in aree a destinazione agricola e si trovano in una zona ricca di aziende agricole, fanno parte del patrimonio indisponibile del Comune di Battipaglia. Lo sancisce un decreto del 2016 dell’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC) alle mafie. In questi casi scatta il vincolo di reimpiego per finalità sociali.

Ma su questi terreni si combatte ora una battaglia di carte bollate perché, secondo un ricorso al Tar contro il piano urbanistico comunale (Puc), c’è il rischio che quel vincolo non sia rispettato.

Fino ad ora pareva di sì, ma è proprio il Puc, secondo i ricorrenti, che potrebbe ribaltare tutto. Tre di quelle particelle, le 654, 653 (parte, per 9.000 mq) e 631 erano state infatti date in concessione all’associazione Arkos fino al 2028, per svilupparci la coltivazione di un pomodoro rinomato, il “fiaschello battipagliese”. Per le altre particelle, la nn. 672 e 673, nonché la residua parte della particella 653, esiste già un finanziamento di circa 1.430.000 euro del fondo Pon Legalità per la realizzazione di un birrificio didattico, una serie di attività scolastiche in collaborazione con l’Istituto Agrario. Il progetto si chiama “Il Tempo Supplementare”.

Pomodori e birrifici potrebbero però presto scomparire dalla mappa dei progetti di Battipaglia. E in quel caso con un grosso punto di domanda su quale sarà la fine del finanziamento pubblico erogato e chi ne risponderà. Lo si evince dal nuovo piano urbanistico comunale adottato dalla giunta Francese, che ha assegnato a quei terreni confiscati la destinazione “Spo – grandi attrezzature sportive”. Guarda caso, confinano con il kartodromo “Circuito del Sele”.

L’avvocato Pasquale Gargano, difensore di Arkos e del proprietario di una casa nei paraggi, scrive nel ricorso al Tar che punta a sospendere (e poi annullare) il Puc: “Le previsioni urbanistiche impugnate suggeriscono chiaramente una sottostante malcelata volontà dell’Amministrazione di consentire/avallare, se non addirittura (il che è ancor più grave) promuovere l’ampliamento di un’attività (il kartodromo “Circuito del Sele”) che lo stesso neoadottato Puc, con espressione alquanto ambigua, classifica tra le “Attività private di uso pubblico”. Mentre a parere del legale, l’attività del kartodromo è di tipo “commerciale e imprenditoriale”.

L’amministrazione Francese, difesa dall’avvocato Sabato Criscuolo, ha replicato con una memoria che chiede l’inammissibilità del ricorso perché il Puc è ancora in fase di adozione, non è approvato: siamo nella fase in cui si possono presentare osservazioni. Nel frattempo l’amministrazione ha avviato il procedimento di decadenza della concessione ad Arkos, che si è opposta con delle controdeduzioni. Anche in questo caso, come per il Puc, il procedimento non si è concluso. Gli amanti del pomodoro fiaschello possono ancora sperare.

(Dal Fatto)