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Ultimo aggiornamento il 18/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/845

In fondo alla classifica degli ospedali italiani ce ne sono otto, tutti pubblici. Tre si trovano in Campania: Umberto I di Nocera Inferiore, Luigi Curto di Polla e Immacolata di Sapri; due in Sicilia: Vittorio Emanuele di Gela e V. Cervello di Palermo; uno nel Lazio: San Giovanni Evangelista di Tivoli; uno in Liguria: Stabilimento Ospedaliero di Sanremo; uno in Piemonte: Ss. Pietro e Paolo di Borgosesia. Sono situazioni molto diverse fra loro, nelle quali naturalmente ci sono medici e infermieri che fanno il loro dovere e anche di più. Ma il monitoraggio di Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, ha rilevato almeno cinque volte “standard di qualità molto bassi” tra i numerosi indicatori presi in esame nel Programma nazionale esiti (Pne), che fotografa le condizioni della nostra sanità nelle diverse aree (cardiovascolare, chirurgia generale, chirurgia oncologica, osteomuscolare, respiratorio, gravidanza e parto, nefrologia: ma ovviamente non tutti gli ospedali fanno tutto).

A Nocera Inferiore, in estrema sintesi, muoiono troppi pazienti rispetto all’atteso a 30 giorni da scompensi cardiaci, ictus o interventi al colon, mentre sugli infarti va meglio; si registra un eccesso di parti cesarei; se un anziano si rompe un femore è improbabile che sia operato nelle 48 ore indicate dai protocolli, mentre chi si opera di protesi d’anca ha un rischio consistente di tornare in ospedale nelle 4 settimane successive. A Polla vanno meglio sulla cardiologia, il femore e i cesarei, peggio sulla gestione dei (pochi) interventi alla colecisti. Come a Sapri, dove invece c’è un’alta mortalità dopo ricoveri per infarto acuto e interventi al colon e sul versante protesi/femore gli indicatori sono tutti negativi. Al Vittorio Emanuele di Gela c’è un’alta incidenza di nuov...

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Una ventina di giorni fa mi fu richiesto un parere sull’ampliamento della zona industriale di Fosso Imperatore e Casarzano, in un incontro con le Associazioni tenutosi nell’Aula Consiliare in merito al Piano Operativo, progetto previsto nel PUC ed in procinto di essere approvato, una volta conclusosi l’iter burocratico.

Non mi sottraggo dal farlo, perché al silenzio degli altri migliaia di concittadini su questo "esproprio" di futuro da parte dell'attuale Amministrazione De Maio, non si accompagni anche il mio, sia come cittadino sia come socio dell’Associazione FUTURAMA, da sempre impegnata su tematiche ambientali e non solo, anche per non sentirsi dire poi "...ma tu dov'eri?". Impermeabilizzare 22 ettari di terreno tra i più fertili al mondo è già di per sé un delitto.

Ma le conseguenze di questo sciagurato progetto forse non sono state attentamente vagliate dal VIA ...

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Igiovani medici non vogliono più lavorare negli ospedali pubblici. Così, una volta conseguita la laurea, scappano da tutte le scuole di specializzazione in branche come la medicina di emergenza-urgenza, anestesia-rianimazione, anatomia patologica, patologia clinica, microbiologia. Meglio le specialità – come dermatologia, endocrinologia, cardiologia, chirurgia plastica, pediatria – che aprono buone prospettive per la libera professione o per l’inserimento in una struttura privata. Una débâcle per la sanità pubblica, come dimostrano le immatricolazioni alle scuole di specializzazione. Del totale dei posti messi a bando per il 2023 – 16.165, tra contratti statali, regionali o di altro tipo – ben 6.125 sono rimasti vuoti. Il 38%. Con il crollo di medicina di emergenza-urgenza (Pronto soccorso), per la quale il 76% dei contratti non sono stati assegnati, di microbiologia e virologia (89% a vuoto), farmacologia e tossicologia clinica (88%), radioterapia (87%).

In caduta libera anche patologia clinica e anatomia patologica, specializzazione fondamentale, quest’ultima, per diagnosticare i tumori. “Di fronte al disinvestimento complessivo sulla sanità pubblica i giovani laureati propendono per le specialità che consentono di svolgere l’attività privatamente – dice Giammaria Liuzzi, segretario del sindacato dei medici Anaao Giovani –. Spendiamo milioni di euro per i gettonisti, che possono arrivare a una retribuzione di 700 euro al giorno contro i 1.300 netti al mese di uno specializzando, quando basterebbe riformare il sistema della formazione allineandoci al resto dell’Europa con i contratti di formazione-lavoro con i quali a una responsabilizzazione crescente corrisponde una retribuzione crescente”. Di fronte alla grave crisi della sanità pubblica, che sembra non o...

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Edmondo Cirielli

Non è facile per il ministro della Salute, Orazio Schillaci, gestire i problemi della sanità italiana. E neanche quelli interni al suo dicastero, a giudicare dai sommovimenti in corso in questi giorni. L’ultimo riguarda le dimissioni del suo capo di gabinetto, Arnaldo Morace Pinelli, che faceva parte della squadra voluta dallo stesso ex Rettore di Tor Vergata e che sono arrivate subito dopo quelle del suo vice Roberto Proietti. Ma per un gioco di incastri, al posto di Pinelli è andato il capo della segreteria tecnica del ministro, Marco Mattei, non solo medico (ginecologo), ma pure con passati incarichi in politica, nelle fila di Fratelli d’Italia. A capo della segreteria tecnica, così, è stata promossa Maria Rosaria Campitiello, che con Fratelli d’Italia ha un rapporto “sentimentale”: è la compagna del sottosegretario agli Esteri, Edmondo Cirielli. Un altro caso di nomine “in famigli...

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I cittadini extracomunitari, residenti in Italia, potranno continuare a iscriversi al Servizio sanitario nazionale versando “un contributo” di 2mila euro all’anno. La misura è prevista nella legge di Bilancio licenziata dal Consiglio dei ministri.

A specificarlo è il ministero dell’Economia che spiega in una nota come per i “residenti stranieri cittadini di Paesi non aderenti all’Unione europea” si prevede la “possibilità di iscrizione negli elenchi degli aventi diritto alle prestazioni del Servizio sanitario nazionale, versando un contributo di 2.000 euro annui”. L’importo del contributo è ridotto, aggiunge il ministero guidato da Giorgetti, per “gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio o per quelli collocati alla pari”.

Attualmente il Servizio sanitario nazionale è totalmente gratuito per tutti gli stranieri regolarmente residenti in Itali...

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La vicenda della Gori a Roccapiemonte viene sempre commentata, anche dalla stampa, con molta approssimazione. Il servizio idrico non è mai stato privato. Di conseguenza l'acqua rimane un bene pubblico e i Comuni detengono per legge la maggioranza in una società che affida al partner privato solo la gestione. Questo significa che i Comuni, attraverso i sindaci o loro delegati, determinano le tariffe, gli investimenti quando in Assemblea approvano i bilanci ecc.ecc.  

Se si fanno dirigere dal partner privato non svolgono bene il loro ruolo. La legge Galli del 1994, contro la quale mi espressi in tutte le sedi,perdendo una battaglia politica che comunque rifarei, regola su direttive europee la questione idrica e del resto tutte le reti sono oggi sottoposte, per una scelta a mio avviso discutibile, al regime della concorrenza. Per questo la battaglia di Roccapiemonte era persa in ...

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