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Ultimo aggiornamento il 25/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/849

Questo commento di Enrico Fierro è apparso oggi sul Fatto.

 

Non mi piacciono gli attacchi a quel tizio (non lo nomino per non fargli pubblicità) che in un talk tv ha definito esseri inferiori i meridionali. È rincoglionito. È ubriaco. Ha problemi di incontinenza, non solo verbale. No, signori miei, il tizio in questione è lucidissimo e si assume il ruolo (ben pagato) di guastatore di quell’esercito di politici, commentatori a gettone, giornalisti senza molti scrupoli, al servizio dei poteri che si stanno attrezzando per il mitico “Dopo”.

Il tizio spiana il terreno al darvinismo territoriale nel momento in cui si tratterà di distribuire tra Nord e Sud i pochi soldi da investire per la ripresa. In più si fa portatore degli interessi dei suoi editori potentissimi ras della sanità privata. Voi pensate che dopo bisognerà ricostruire un servizio sanitario nazionale e pubblico? State freschi, i padroni della salute si sono portati avanti col lavoro. Quindi non buttiamola sempre in barzelletta, altrimenti ci fotteranno. La campagna di divisione tra Nord e Sud è già iniziata e ha obiettivi precisi, al suo servizio anche “penne” raffinate e meno volgari. Prendete Aldo Cazzullo, scrittore ed editorialista del Corsera, che auspica (libero di farlo) un governo Draghi, perché l’economista sarebbe l’unico in grado di garantire all’Europa che i soldi dati all’Italia non finirebbero nelle mani dei forestali della Magna Grecia.

E Beppe Severgnini che parla dell’invidia del Sud contro la Lombardia, uguale a quella degli studenti ciucci contro i primi della classe. Che pena, ancora con questa storia dei forestali calabresi. Che grandissima delusione. Il virus spacca il Paese ancora di più (forse per sempre) e due intellettuali precipitano nella melma di ...

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Il sindaco Torquato

Quale fase 2? Non credo ad una fase 2 che in modo radicale cambi abitudini e costumi. Temo piuttosto l'insofferenza. E una difficoltà economica ancora tutta da misurare, anche se non ancora da esasperare, da non farne alibi al rischioso disordine possibile. Da questa brutta vicenda che ci è costata troppo in termini di malati, morti e sopportazione psicologica, dobbiamo imparare qualcosa.

E dobbiamo anche farlo presto. Primo, il tipo di vita socioeconomica che abbiamo messo in piedi fino ad oggi è sbagliato. Non ha pause, zero tempi di riflessione e quasi tutto si riduce a misura economica. Secondo, i vecchi. Li abbiamo trovati, al Nord in particolare, dove questo nostro modello di vita relazionale e sociale domina da più tempo, rinchiusi nelle RSA.

Il valore della loro vita, cioè di una parte della nostra vita di essere umani, era ridotto a quasi zero. Basti ricordare...

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Covid e rischio corruzione: il pezzo di Gianluca Roselli sul delicato tema è apparso oggi sul Fatto.

 

Porre molta attenzione ai fenomeni corruttivi che possono verificarsi nell’emergenza Covid-19. Perché è proprio nei momenti emergenziali, con i poteri straordinari affidati ai commissari, e gli appalti pubblici assegnati con procedure accelerate, magari basandosi sull’autocertificazione dei requisiti, che la corruzione può trovare terreno facile.

L’allarme arriva da Transparency International Italia, organizzazione che a livello globale si occupa di prevenire e contrastare la corruzione. Gli esperti di Transparency hanno elaborato uno studio che mette a fuoco quattro settori più a rischio in questa fase, ma pure nel momento della post-emergenza: gli appalti e i contratti pubblici; la gestione e la distribuzione di materiali e dispositivi clinici di protezione, come le mascherine, con scandali che già stanno riempiendo le cronache; i processi farmaceutici che riguardano sia la cura degli attuali pazienti Covid che la ricerca del vaccino; il traffico dei dati clinici di pazienti e non, che sono gestiti da aziende sanitarie pubbliche e private, ma su cui non è escluso un monitoraggio da parte di esterni. Su quest’ultimo punto, per esempio, il personale medico che ha accesso a tali dati deve gestire il proprio ruolo evitando conflitti d’interessi, visto che i dati interessano molto ad aziende farmaceutiche, assicurazioni e giganti del web. Per diminuire i rischi, Transparency consiglia un aumento nella sicurezza informatica e l’approvazione di un codice di comportamento ad hoc.

Sul fronte appalti, già prima, secondo i dati del 2017, il 28% dei casi di corruzione nella salute era legato all’approvvigionamento di attrezzature medico-sanitar...

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Non ricostruire, cancellare è necessario. Abbattere muri, cantieri, piani di sviluppo. Lasciare libero un nuovo umanesimo, con la natura delle cose al centro. Per una distruzione sistematica del superfluo.

 

Credo necessariamente in questa pausa di dolore e riflessione, di chiusa forzata per i più fortunati, e di lutto per molti. Per troppe persone. 

 

 

Siamo circondati da strade, palazzi, sottopassi, alta velocità, aeroporti. La corsa ai numeri, all’incremento, alla linea verticale di uno sviluppo costante, non può persistere. Il ripensamento riguarda una imponente eliminazione. Dalla burocrazia, ad una fallita forma di rappresentazione politica. Dal consumismo, al progresso, all’ego e all’idea di successo. Da...

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Don Mimmo Battaglia

Pubblichiamo una splendida lettera inviata al governatore De Luca dal vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti, monsignor Mimmo Battaglia, e dal direttore della Fondazione Ced Regina Pacis, don Gennaro Pagano. Viene affrontato il tema dell'assistenza ai più deboli nell'era del Covid e ci si interroga sulla "sospensione" di alcuni diritti democratici, una sospensione che finisce per acuire le differenze sociali.

 

 

Caro presidente,

in questo tempo difficile e complesso, in cui la immaginiamo sommerso dal lavoro e al centro di innumerevoli sfide politiche e sociali, le scriviamo per rivolgere a lei e all’intero Governo Regionale un pressante appello circa la condizione dei minori a rischio e delle famiglie con ragazzi disabili. Facendo seguito ad un precedente appello rivolto al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, on. Nunzia Catal...

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Il vescovo Giudice

Caro monsignor Giudice, ho riflettuto molto prima di scriverle questa lettera. Ho sempre avuto un rapporto complicato con la fede. Per questo motivo non oso nemmeno immaginare cosa possa provare un credente trovando le porte della sua chiesa sbarrate. Molti sostengono che si può pregare a casa, che c'è lo streaming, ma, siamo sinceri, non è la stessa cosa, non potrà mai esserlo.

In questo momento così difficile potere avere anche pochi minuti di serenità nel luogo del culto che ognuno ha scelto può dare un contributo di forza e serenità. La fede è anche poter guardare quel Cristo sanguinante sulla Croce.

Lei, monsignore, aveva lasciato le chiese aperte. Poi, pressioni e preoccupazioni pur legittime le hanno fatto fare un passo indietro. Oggi le chiedo sommessamente di ripensarci. La situazione sta migliorando e riaprire quelle porte, anche per poche ore al giorno e sot...

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