Inchieste/709
Tutto è cominciato il 30 novembre con un comunicato sindacale, che il giorno dopo è stato affisso nelle bacheche della sede di La7 in via Umberto Novaro, a Roma: “La RSU ha riportato all’Azienda le numerosissime segnalazioni pervenute da parte dei lavoratori sull’atteggiamento della giornalista Myrta Merlino. Il volto di rete frequentemente adotta nei confronti dei colleghi e del personale in appalto comportamenti incivili e maleducati; influenza la possibilità di prolungare contratti di personale specializzato che lavora professionalmente nella nostra azienda e condiziona le turnazioni del personale interno con motivazioni che non possono essere considerate né di tipo professionale e né di tipo etico”.
La denuncia della Rsu è stato il lampo, da quel giorno è piovuto un diluvio di assurde, grottesche e quasi comiche denunce – ovviamente anonime – sulle presunte angherie di Merlino e sulle sue bizze da star. Le hanno riportate, giorno per giorno, Fanpage e Dagospia. Chi lavora con la diva Myrta racconta, per esempio, come pochi giorni fa sia arrivata in sede “tutta infreddolita” e “abbia chiesto a uno degli assistenti di studio di riscaldarle la testa con un phon, salvo poi dare in escandescenze accusando il malcapitato di scompigliarle l’acconciatura”. Tremende, secondo gli anonimi accusatori, le reazioni della conduttrice a inconvenienti o veniali errori di chi lavora con lei: lanci di sgabello, sceneggiate perché il cornetto e il tè della colazione non erano all’altezza delle aspettative, angherie e sfoghi padronali sugli assistenti (“Siete a mia disposizione 24 ore su 24”).
A più di qualcuno – scrive Dagospia – sono spettate mansioni non proprio edificanti e in linea con la professione: c’è chi ha dovuto prenotarle la ceretta, chi le ha portato i v...
Continua a leggereWhisky, condimenti, caffè e tanto altro: decine di prodotti, nel mondo, acquisiscono nomi legati a termini mafiosi. È una strategia di marketing, con cui si tenta di rendere il prodotto più accattivante. Ma che secondo Coldiretti crea un grosso danno dell’immagine al Paese e ai prodotti made in Italy. A denunciare il “mafia style” è infatti l’associazione dei coltivatori che insieme a Filiera Italia ha organizzato una manifestazione a Palermo.
Un evento durante il quale sono stati esposti i casi più clamorosi di prodotti con nomi legati a termini criminali. In Scozia, ad esempio, viene prodotto il whisky “Cosa Nostra”, confezionato in una bottiglia a forma di mitra con caricatore a tamburo, che ricorda quello degli anni di Al Capone e Lucky Luciano. Ma c’è anche il “Mafiozzo“, caffè che si beve in Bulgaria, il “Fernet Mafiosi“, un liquore prodotto in Germania, dove le bottigli...
Continua a leggere1. Una nuova disciplina per un mercato sempre più redditizio
La prostituzione è una questione complessa intrinsecamente legata alle diseguaglianze di genere. In Italia nel secondo dopoguerra la legge Merlin, alla conclusione di una lunga battaglia parlamentare (1), abolì le case chiuse, mediante le quali lo Stato autorizzava e controllava lo sfruttamento sessuale delle donne, e stabilì di non punire né la vendita né l’acquisto delle prestazioni sessuali ma di sanzionare le condotte collaterali (lenocinio, favoreggiamento, adescamento, ecc.). Il suo modello normativo “abolizionista” si basava sull’idea che lo Stato non dovesse criminalizzare le donne cadute nella trappola della prostituzione ma che dovesse contrastare l’organizzazione di un fenomeno, ritenuto ineliminabile, per poterne almeno contenere l’ampiezza (2).
Attualmente nell’agenda parlamentare italiana sono iscritte diverse proposte di legge di modifica della legge Merlin, che mostrano di che tenore sia il dibattito presente in materia di prostituzione e quali siano i suoi riferimenti ad una realtà sociale in continua evoluzione. Alcune proposte mirano a riconoscere e regolamentare il fiorente mercato dei servizi sessuali, altre intendono, invece, combattere il fenomeno sanzionando non solo gli sfruttatori e i trafficanti ma anche il cliente, in quanto partecipe di una forma di violenza sulla prostituta (3). Un’analoga contrapposizione si riscontra in altri Paesi europei, alcuni dei quali (Austria, Germania, Paesi Bassi, Svizzera, Grecia, Ungheria e Lettonia) hanno già legalizzato la prostituzione circoscrivendone l’esercizio alle case di tolleranza o quartieri a luci rosse; altri, invece, (Svezia, Islanda, Norvegia e Irlanda del Nord) hanno introdotto il reato di acquisto di servizi sess...
Continua a leggereQuando nel 2017 io e Alfonso T. Guerritore fondammo il sito Saleincorpo chiarimmo due cose: mai avremmo accettato convenzioni con enti pubblici e per la pubblicità commerciale i filtri sarebbero stati rigorosi. Oggi la cosiddetta "pubblicità occulta" sta inquinando i giornali e devastando quel poco di informazione ancora in circolazione come spiega in questo pezzo pubblicato sul Fatto Nicola Borzi.
Per i lettori o per gli inserzionisti? Per chi scrivono i giornali? Secondo i giornalisti, dovrebbero essere i primi, secondo manager e inserzionisti i secondi. La diatriba infuria da decenni ma ormai – soprattutto in Italia – è una battaglia di retroguardia: oggi la centralità è del marketing. Piombati nella spirale del crollo delle vendite, i quotidiani si aggrappano alla pubblicità, finendone ostaggio. Gli inserzionisti hanno ormai scavalcato “la muraglia cinese” che u...
Continua a leggerePubblichiamo un intervento di Giovanni D’Alessandro consigliere comunale di “Nocera al Centro”.
Per l’amministrazione comunale di Nocera Inferiore il quartiere Arenula non deve avere nessuna panchina rossa. Nelle settimane scorse, la fondatrice del Gruppo Facebook “Noi Mamme di Nocera Inferiore” ha chiesto all’amministrazione comunale di poter verniciare di colore rosso a proprie spese una panchina di piazza De Santi, nel cuore del quartiere Arenula, in vista del 25 novembre, giornata internazionale (per decisione dell’Onu) contro la violenza sulle donne.
Sono stato sollecitato a sostenere l’iniziativa, come consigliere comunale di “Nocera al Centro” e, pur stando all’opposizione e non in maggioranza, mi sono preoccupato, in maniera sempre propositiva, di sensibilizzare chi avrebbe dovuto decidere: il sindaco, l’assessore competente e la presidente della Comm...
Continua a leggereChi sono gli italiani a cui il governo Meloni ha deciso di togliere il pane? Eccovi alcune storie di “occupabili” che percepiscono il sussidio: tra poco non lo avranno più.
Quando a 50 anni si è un rottame per gli altri
Nel 2020 per varie ragioni, tra cui il Covid, ho chiuso la mia attività dopo 26 anni. Non mi è rimasto nulla, ho iniziato ad inviare curriculum, fatto vari corsi di formazione previsti dalla Regione, ma quando superi i 50 anni in Italia sei un rottame, salvo che non si abbia una competenza specifica e molto qualificata. Grazie al Rdc ho potuto sopravvivere un anno, durante il quale ho continuato a inviare decine di curriculum. Ho ricevuto qualche proposta ma tutte indecenti e a breve termine. Per fortuna grazie al mio Isee basso ho potuto accedere ai concorsi pubblici. Se non avessi avuto questo aiuto di sicuro sarei finito per strada. I polit...
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