info@saleincorpo.it
Testata registrata presso il tribunale di Nocera Inferiore n.86 del 13/02/2017.
Direttore responsabile Alfonso Tramontano Guerritore / Editore Carlo Meoli. Questo sito non riceve contributi da enti pubblici. Sostieni Saleincorpo, sito indipendente. Puoi farlo versando un contributo a piacere e su base annua sul c/c bancario IT96G0538776270000000001187 intestato a Carlo Meoli. Causale Sostengo Saleincorpo. Grazie.
Code & Graphic by iLab Solutions
Ultimo aggiornamento il 25/04/2024

Saleincorpo

Un'idea di Carlo Meoli

Inchieste/849

La relazione della Ragioneria generale dello Stato è del 28 marzo scorso. Esattamente il giorno precedente la riunione della Conferenza Stato-Regioni che ha dato il via libera al decreto di rinvio, al 1° gennaio 2025, del nomenclatore tariffario dei nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza: vale a dire le prestazioni, tra visite o esami, che il servizio sanitario nazionale deve garantire gratuitamente ai cittadini. Un rinvio che posticipa ancora l’erogazione delle nuove cure frutto della ricerca scientifica. La relazione – arrivata direttamente sul tavolo del ministro alla Salute Orazio Schillaci – è firmata dal ragioniere dello Stato, Biagio Mazzotta. E chiede che “in occasione del riparto delle disponibilità finanziarie del Ssn per l’anno 2024 e per i successivi anni” siano “rese indisponibili le risorse preordinate all’entrata in vigore delle nuove tariffe e quelle per l’aggiornamento dei Lea”. Un invito a non trasferire alle Regioni 631 milioni di euro per il 2024 e 781 milioni a decorrere dal 2025. Questo almeno fino a quando i finanziamenti non saranno utilizzate per le “finalità indicate dalle norme”.

Sì, perché è dal 2016 che le Regioni ricevono soldi per cure che non vengono erogate. Da quando cioè, con la legge di Bilancio del 2015, in vista dell’aggiornamento delle prestazioni da assicurare – aggiornamento approvato nel 2017 – sono stati stanziati i primi 380,7 milioni per coprire gli ulteriori fabbisogni. Da allora, da quando ci sono stati i primi finanziamenti, si è arrivati a quota 3 miliardi e 446 milioni alla fine del 2023. Una montagna di denaro che avrebbe dovuto garantire terapie innovative contro alcuni tipi di tumori, l’inserimento nell’elenco delle malattie rare di altre patologie, nuove prestazioni per la procreazione medicalmente ...

Continua a leggere

Alessandro Manfrin

Da quando si è trasferito in Germania 13 anni fa Alessandro Manfrin, biologo romano 42enne, ha la sensazione di vivere a metà. Fa il lavoro che vorrebbe, ma lontano da casa. Ha una vita sentimentale piena, ma la sua famiglia è lontana. Parla un buon tedesco, ma non riesce a esprimere le sfumature, ad esempio le battute scherzose. Si è trasferito all’Università di Kaiserslautern-Landau (Rptu), a Landau, dopo nove anni passati a fare ricerca tra Berlino ed Essen. La sua carriera però è cominciata in Italia, quando subito dopo la laurea ha intrapreso un dottorato all’Università di Roma Tre. Senza borsa, ha dovuto arrangiarsi come ha potuto: “Ogni anno non ero sicuro di avere i soldi per quello successivo – dice a ilfattoquotidiano.it – ho trovato fondi per i primi due ma non per il terzo”.

Così quando da Berlino gli hanno proposto di iniziare, da zero ma con una borsa dottorale, ...

Continua a leggere

Franco Muratore

Franco Daniel Muratore, ingegnere 37enne, vive all’estero da dieci anni. Dopo una parentesi in Qatar, dal 2017 abita in Australia, dove ha messo su famiglia con una collega italiana conosciuta ai tempi dell’Università. Lavora a Perth per una multinazionale che si occupa di ingegneria e costruzioni. Pensa di rimanerci per un motivo su tutti: “Qui conta solo quello che fai e come lo fai – dice a ilfattoquotidiano.it – C’è trasparenza nelle carriere e l’azienda cerca di aiutare i dipendenti a conciliare la vita con il lavoro. Per l’Italia facevo turni da dodici ore al giorno sei giorni su sette”.

Muratore è nato in Argentina da genitori di origine italiana. I suoi si sono trasferiti in Piemonte quando lui era al secondo anno di scuole superiori e lo hanno portato con sé. “È stato un bel cambiamento – racconta – andare a scuola non capire niente”. È cresciuto a Santhià, in provincia di Vercelli, poi ha studiato Ingegneria civile al Politecnico di Torino, ed è lì che ha conosciuto anche sua moglie durante un master in Tunnelling. “Tanti dei nostri colleghi hanno trovato lavoro fuori – racconta – perché le aziende italiane avevano per lo più progetti all’estero”. La moglie, in realtà, era stata assunta in Toscana. Per Franco è stato più difficile. Quando si è laureato in ingegneria civile al Politecnico di Torino ha trovato posizioni libere solo con la sua qualifica di perito meccanico. “Avevo mandato un po’ di curriculum ma con la laurea mi proponevano soltanto stage non retribuiti o lavori pagati pochissimo”, racconta. La svolta è arrivata con il master da tunnelista. Appena conseguito, una delle più grandi aziende italiane di costruzioni lo ha assunto. Ma lo ha spedito a Doha. “Dal punto di vista lavorativo è stata una rampa di lancio importante. Sul piano econo...

Continua a leggere

I giornali d’informazione avrebbero il dovere di controllare i potenti per tutelare i cittadini. L’impegno dovrebbe essere ancora maggiore con istituzioni sovranazionali come quelle dell’Unione europea in quanto sottoposte a verifiche esterne scarse e a volte nulle. Repubblica del gruppo Gedi, che fa capo al finanziere John Elkann della famiglia Agnelli (ex Fiat ora Stellantis), ha invece preferito associarsi con i controllati entrando addirittura in “partnership” con la Commissione Ue e l’Europarlamento per sfornare articoli in vista delle elezioni europee del giugno prossimo.

Questo accordo, pagato con fondi Ue, punta a evidenziare quanto ha fatto l’Europa per i suoi cittadini e la sfida elettorale tra europeisti e sovranisti (con Repubblica verosimilmente schierata con i primi). La “partnership” sarebbe gradita dal commissario Ue Paolo Gentiloni del Pd. Inoltre Europarlamen...

Continua a leggere

Immaginate un ministro – nel caso specifico l’incaricato agli Affari regionali e alle Autonomie, Roberto Calderoli – costretto per settimane e mesi a seguire, quasi sempre silente, una raffica di audizioni parlamentari dove studiosi di diritto costituzionale, associazioni di categoria, sindacati, centri studi letteralmente demoliscono la sua riforma detta dell’autonomia differenziata.

Immaginatelo serafico subire una batteria di critiche di metodo e merito che si traducono in una bocciatura senz’appello. Salvo che il ministro e il governo paiono voler procedere spediti senza dar troppo peso a quella valanga di obiezioni. Perché accade? Provo a rispondere con qualche telegramma. Il primo è questo.

In tutto il mondo occidentale non esiste un solo partito di governo che metta in discussione la natura dello Stato nazionale. Non accade neppure dove lo Stato è una federazion...

Continua a leggere

Nel 2023 l’8,5% delle famiglie residenti in Italia, pari a 2,2 milioni di nuclei in cui vivono 5,7 milioni di persone, era in povertà assoluta. È il livello più alto di sempre, quello che emerge dalle stime preliminari dell’Istat diffuse lunedì: l’anno prima la percentuale si era fermata all’8,3% e le persone coinvolte erano 5,6 milioni. I minori coinvolti sono saliti a 1,3 milioni, il 14%. Da notare che il risultato ancora non sconta l’abolizione del reddito di cittadinanza, scattata solo nel 2024. Particolarmente preoccupante è l’esplosione della povertà estrema tra i nuclei in cui la persona di riferimento è un lavoratore dipendente: l’incidenza ha toccato il 9,1%, dall’8,3% del 2022, riguardando oltre 944mila famiglie. Segno che è fuori controllo l’emergenza dei bassi salari, complice l’inflazione che falcidia il potere d’acquisto.

La povertà assoluta, nella definizione de...

Continua a leggere