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Ultimo aggiornamento il 24/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Da schiavi a produttori di pomodoro. Da clandestini delle campagne a protagonisti di una filiera che al punto uno prevede il rispetto delle regole. Da vittime dei caporali a loro concorrenti. Le centinaia di migranti africani di undici nazionalità che vivono a Casa Sankara, l’immensa rimessa ristrutturata a San Severo dalla Regione per cancellare la vergogna della baraccopoli di Rignano Garganico, finalmente vedono realizzato il loro sogno. Da oggi, sugli scaffali dei supermercati e degli iper di Coop Alleanza 3.0 di tutta Italia, compariranno i barattoli di pelati raccolti dai braccianti dell’associazione Ghetto Out - Casa Sankara e inscatolati in confezioni da 400 grammi con l’etichetta Riaccolto - La Terra della Libertà. In verità il marchio recita R’Accolto. Ma si legge riaccolto perché quell’apostrofo simbolizza una “i” minuscola, invisibile come lo erano gli extracomunitari ammassati a Rignano, che vivevano in condizioni disumane, sfruttati dai signori (per modo di dire) della terra.

Il sogno di Mbaye e i suoi fratelli

Coltivati su quattordici ettari, è innegabile che questi pomodori abbiano un sapore diverso. Sprigionano la squisitezza dell’iniziativa promossa proprio da Coop Alleanza 3.0 e Legacoop Puglia che, insieme, sostengono la start up etica foggiana sbocciata quattro anni fa. Sprizzano la voglia di legalità che ha animato i ribelli del ghetto capitanati dal senegalese Mbaye Ndiaye, gli stessi che adesso gestiscono la “loro” azienda agricola in autonomia e abitano a Casa Sankara con le rispettive famiglie. Sintetizzano la riuscita (e la bellezza) del progetto di Stefano Fumarulo, il dirigente dell’antimafia sociale fortemente voluto da Michele Emiliano alla Regione, stroncato nel 2017 a 38 anni da un improvviso malore nel garage di casa a Bari. «La catena virtuosa nata a San Severo è un tassello che si aggiunge al modello di società inclusiva che proprio Stefano agognava», dichiara Carmelo Rollo, presidente di Legacoop Puglia. «È la testimonianza - continua - di cosa accade quando il sistema cooperativo si mette a disposizione del territorio e crea un valore indiscusso per tutti. La Capitanata, da tempo identificata come verminaio di arbitrarietà e violazioni, diventa così un luogo di riscatto grazie anche al lungimirante supporto della Regione».

L’incontro con Coop Alleanza 3.0 e Legacoop Puglia

Soci e consumatori di supermercati e ipermercati Coop compreranno i pelati Riaccolto a un prezzo speciale, più alto della media in rapporto a merce simile. Lo scopo è aiutare la crescita dell’associazione Ghetto Out che si cura della produzione. Peraltro, condividendo sui social l’acquisto con l’hastag #CasaSankara e taggando Coop Alleanza 3.0, ciascuno potrà testimoniare già da stamane la sua scelta etica. «Con questa campagna vogliamo sensibilizzare i nostri clienti, ma anche tutti gli stakeholder, a prendersi carico del tema dell’illegalità, delle sue cause e delle sue conseguenze», afferma Mario Cifiello, presidente di Coop Alleanza 3.0. «Il rischio che stiamo correndo, soprattutto in questi tempi di pandemia, è che l’impresa “cattiva” scacci quella buona e che la ricerca del prezzo più basso cancelli i diritti delle persone. I pomodori coltivati a San Severo - dichiara sempre Cifiello - sono la dimostrazione che un’altra economia, un altro modo di intendere le scelte da parte dei consumatori è possibile». Una storia di riscatto sociale e ribellione reale al caporalato. Una prova di accoglienza sincera che fa anche un po’ bene al cuore.

(Dal Corriere.it).