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Ultimo aggiornamento il 23/04/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Civismo: necessario un “bugiardino”. Dagli anni ‘90, un secolo fa, ad oggi l’esigenza di risposta immediata ha indotto ognuno a immaginare che tutto sia semplice e la vita il risultato di operazioni algebriche. Esempio di quanto affermo il successo delle medicine alternative, innegabile e sorprendente. Anch’io ne fui affetto e votai per l’abrogazione delle preferenze al referendum promosso da politici di rilievo nazionale come Fini e Segni, uno dei primi promotori di “movimenti civici” per la “liberazione” degli umani dalla “soverchieria” dei partiti. Innumerevoli sono gli “episodi” civici nazionali che culminarono nella produzione del più organizzato, il M5S.

Ciò ha prodotto, come succede in tutti i fenomeni umani, esiti positivi e esiti negativi. Come succede ogni volta che si instaura una terapia per una malattia. La differenza, però, sta nella necessità di stilare una scheda tecnica, volgarmente detto “bugiardino”, senza la quale non si ottiene l’autorizzazione e la prescrivibilità del farmaco e, quindi, della stessa terapia. È indubbio che molte scelte fatte sulla convinzione della “soluzione” a portata di mano sono state contraddette. Lo conferma, per esempio, la ricerca di tornare ad una condizione “quo ante” perché tali scelte si sono dimostrate “terapie” peggiori del problema o, quantomeno, inappropriate. Mi riferisco innanzitutto all’abolizione delle preferenze, scelta di cui mi pento e mi induce ad una estrema critica sul “civismo”, almeno quello inteso in accezione omeopatica.

Vieppiù, dopo l’evoluzione che ha avuto il mio tentativo di essere eletto sindaco, non più di 3 anni fa, contribuendo ad una proposta, civica, di visione della città. Ulteriormente mi sono convinto che il civismo, non potendo avere la redazione di un “bugiardino”, rimane una terapia “alternativa” il cui esito non potrà mai essere definito nella causalità, ma non può essere nemmeno determinato nel controllo da parte di chi vi ha riposto fede. Questo è il rischio maggiore di danno generato. Mantenendomi a Nocera (non la definisco ulteriormente per affetto) guardo le elezioni amministrative fino al 2007: non vi è una sola “lista civica” intestata ad una persona vivente. Dal 2011 in poi fioriscono, e si espandono, quelle intestate ad un individuo che dovrebbe condurre la città verso le mete fantasticamente tutte positive. Come le vitamine in certe proposte di terapie alternative. Con la differenza che queste, anche se “da banco”, un “bugiardino” lo devono avere, pena l’illegalità.